“Affanculo alla maggioranza”.

Quando si parla di loro e dei loro giocattoli antidemocratici, bisogna sempre premettere – e mai dimenticare – il loro atteggiamento, la loro relazione malata e, a mio parere, la loro disonestà politica e intellettuale. Se il livello della vergogna si abbassa così tanto, si arriva a votare i mediocri e a manomettere la verità. Prima c’erano il sindaco, la vicesindaca e la loro cerchia che, manomettendo le elezioni per un tornaconto personale, assaltavano il fortino del comune. Poi, lo stesso sindaco, per non prendersi le proprie responsabilità e sanare i debiti riscontrati, ha nominato una commissaria per togliergli le castagne dal fuoco.

Le donne in politica

Un altro aspetto che, a mio parere, merita di essere segnalato – anche se per chi legge i miei scritti è solo un ripetersi – è quello del valore delle donne in politica.

Anche se non esiste una norma che imponga le quote rosa nelle giunte dei comuni con meno di 5.000 abitanti, avrebbe dovuto essere una regola dettata dall’intelligenza per il nostro comune. Doveva diventare una consuetudine naturale, non qualcosa da eludere con artifizi legali o di comodo. Non doveva dipendere dal numero dei voti raccolti dalle donne nelle liste, né essere una decisione imposta dalla famiglia, ma derivare dal merito e dalla capacità politica.

E anche se questi requisiti non fossero stati presenti tra le candidate, sarebbe stato opportuno cercare una figura femminile al di fuori della lista, per garantire alle donne del paese un ruolo stabile e duraturo nella politica locale.

Oggi, invece, ci troviamo con una giunta composta da un triumvirato di soli uomini. Una situazione così volgare che le prime a indignarsi dovrebbero essere proprio le donne. Tuttavia, è evidente che, a Cenadi, molte donne sembrano ridotte al ruolo di semplici spettatrici, spesso utilizzate solo per gratificare i maschi, finendo per diventare oggetti di carne, funzionali ai “Mastro-don Gesualdo” che incontrano nella loro vita, che essi siano mariti o padri padroni.

Io un consiglio alle donne del mio paese lo voglio dare: guardate e fate guardare ai vostri figli il film della meravigliosa e talentuosa Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”. Questo magnifico ritratto indaga in modo profondo un tema attualissimo come la violenza di genere, esplorandone ogni sfumatura culturale, psicologica, politica e storica.

Una gestione sconsiderata

Oggi abbiamo un sindaco e una commissaria, entrambi pagati con i soldi dei cenadesi, mentre ci prendono in giro. I paladini della legalità notificano avvisi di pagamento delle tasse in modo del tutto illegittimo e irregolare. Ma la cosa più assurda, oltre a mandarli in ritardo e già scaduti, è che, se vuoi informazioni sugli avvisi – come indicano le istruzioni allegate ai bollettini – puoi ottenerle solo su appuntamento e solo per motivazioni urgenti.

Siamo ormai alla frutta, e non si può cavare sangue dalle rape. Se le tariffe sulle prime case sono alte, non oso immaginare quelle sulle seconde case.

Inoltre, bisogna segnalare che questi “innovatori” e amministratori della domenica pensano di incentivare la raccolta differenziata portando alle stelle le tariffe, senza incidere in alcun modo sull’effettiva produzione di rifiuti. Questo modo di gestire l’imposizione fiscale è irresponsabile, perché mai potrà convincere le persone a fare una corretta raccolta differenziata, che di fatto abbasserebbe il costo del servizio.

Il centro sportivo “Gallo Giulio”

A questo modo sconsiderato di amministrare il paese e di imporre tasse, si aggiunge anche l’incapacità di gestire uno dei beni di pregio che a Cenadi abbiamo avuto non per nostro merito. Mi riferisco al centro sportivo “Gallo Giulio”, un bene donato dalla famiglia al comune di Cenadi.

Un bene che doveva essere salvaguardato dalle speculazioni e che invece è diventato oggetto di sfruttamento per generare profitto. Ogni anno, quelli che ormai, invecchiando, si definiscono “gli amici di Giulio” organizzano eventi in suo onore, giocando su un campo che, a quanto mi riferiscono, è ormai diventato persino pericoloso.

Non sanno che, dal cielo, Giulio non ha più bisogno di questi fittizi amici. Giulio avrebbe voluto amici e amiche che, crescendo, diventassero uomini e donne capaci di difendere ciò che per Cenadi era un dono. E i doni non si rivendono né si usano per speculare: si custodiscono, si amano e si difendono sempre, soprattutto da chi vuole farli diventare un mercimonio.

Lui non ve lo dirà mai, perché dal cielo continuerà a volervi bene. Ma io ve lo dico: andate a quel paese, ipocriti.

Post scriptum

Se fossi stato un consigliere d’opposizione e non avessi saputo come invertire questa deriva amministrativa, per salvarmi almeno la faccia mi sarei dimesso. Le stupidate le avrei lasciate fare alla maggioranza. Così almeno, un giorno, tutti si sarebbero ricordati della loro criminogena furbizia.