Assemblea Generale CGIL Area Vasta Centro

L’uno va’ e l’altro viene di Baseotto e Sposato

A breve l’assemblea della Cgil Area Vasta Centro, Catanzaro Crotone e Vibo Valentia eleggerà il suo nuovo segretario generale. Le procedure burocratiche per come sono indicate dallo statuto, sono state attivate. Il 3 e il 4 marzo, prima in un posto e poi in un altro i compagni componenti dell’Assemblea Generale, saranno ascoltati. Poi i Centri Regolatori dovrebbero avanzare la proposta sul nome del futuro Segretario Generale, e se non ci saranno altre candidature in contrapposizione, l’Assemblea Generale voterà sulla proposta fatta. In sintesi, questa la procedura ma di fatto è molto più complessa. Eventualmente vi rimando allo statuto e alle delibere d’attuazione in special modo la numero 6 se vi interessa con esattezza sapere tutti i passaggi.
Una volta la Camera del Lavoro di Catanzaro aveva concepito dentro la sua struttura, la figura del “Camerlengo” che al bisogno gestiva questi passaggi, garantendo con assoluta fermezza e imparzialità i principi espressi nello Statuto della CGIL. Oggi nostro malgrado abbiamo un chierichetto. Bisogna dire che le regole sono una cosa, ma la consuetudine è un’altra e non ha regole scritte. Riesci ad interpretarla ma poi ti scivola dalle mani. Unta di tanto olio, capisci qualcosa solo per quel poco che ti si trattine nelle mani. Però in quel poco capisci che la consuetudine attuata non ha solo lo scopo di trovare il Segretario Generale della CGIL Area Vasta Centro, ma tante e poi tante altre cose ci sono dentro questa necessità di dare un nome al segretario Generale. A volte si utilizza pure l’unzione. Come un sigillo marchiato dall’untore, il destino è segnato: puoi essere Segretario o puoi essere contaminato.
Se seguissimo alla lettera la normale consuetudine che si è adottata fino adesso nelle sostituzioni degli incarichi, dovremmo adoperare il metodo dell’uno viene e l’altro va’. Dalla struttura regionale a quella territoriale o viceversa, dentro una reciproca compensazione tra strutture regionali e territoriali. Altre volte è capitato che il metodo variato di poco, invece di andare e venire, sono proprio partiti al di la del Pollino. Li chiamano promozioni, ma poi tutto ad un tratto possono diventare retrocessioni per meriti. Tante le differenze di valutazione, ma di fatto il protocollo adottato fino ad oggi dalla CGIL Calabria è stato quello dell’andare e del venire. A volte dentro questo vai e vieni, c’è stato un senso politico per come è avvenuto con Raffaele. Altre volte invece è stato solo di ricollocazione verticale degli incarichi. Altre forme di consuetudine prevedono anche una sorta di metodologia dell’auto cucirsi prerogative per indirizzare e meglio veicolare solo nomi in contrapposizione ad altri nomi. O incarichi in contrapposizione ad altri incarichi. Si scambia come diplomazia e partecipazione ma nasconde dentro un giocattolo. E come tale se gli fai fare cose per cui non è stato programmato, alla fine il giocattolo si rompe e ci restano solo i cocci.
Lo so che tutto vi appare ermeneutico, ma per spiegare la consuetudine adottata, bisogna avere una esperienza alla pari del Compagno Baseotto. A me questa manca. Dovete scusarmi ma visto che all’assemblea del 4 ci sarà il compagno, eventualmente chiedeteglielo di persona, lui più di me vi saprà spiegare la consuetudine e le regole a cui si richiama.
A mi modesto parere, la consultazione dei compagni all’Assemblea Generale del 3 e 4 è inutile. Nella sostituzione del segretario, la responsabilità ricade totalmente sui Centri Regolatori. Soltanto loro debbono avanzare una proposta autorevole. Non si può chiedere ai compagni dell’Assemblea Generale di prendersi la responsabilità d’indicare un nome, in questo frangente. L’ultimo segretario è stato eletto nell’ultimo congresso, il primo dell’Area Vasta Centro. I compagni dell’Assemblea Generale il nome lo avevano già fatto e largamente votato, insieme al percorso politico che si doveva espletare nella riorganizzazione territoriale del nuovo perimetro di competenza della nuova Camera del Lavoro. La decisione di indicare un nome non spetta all’Assemblea Generale. Spetta invece che l’Assemblea Generale ribadisca con forza, la necessità di riprendere il percorso d’unificazione e trasformare la burocrazia prodotta fino ad oggi, in un vero strumento politico. In questi mesi si è conclusa con l’unificazione dei bilanci territoriali il percorso iniziato 3 anni fa. Oggi siamo effettivamente una sola cosa, non poi tanto piccola. La sovranità dell’Assemblea Generale non può essere sollecitata e richiesta per modificare il percorso politico uscito fuori dall’ultimo congresso. E nemmeno la straordinarietà in cui ci troviamo dopo la candidatura del Segretario Generale alle ultime elezioni regionali, può modificare il percorso intrapreso al Congresso. Se dopo tre anni ci troviamo a decidere nuovamente il Segretario, non possiamo nasconderci che sia stato tutto inaspettato e caduto dal cielo. I Centri Regolatori Regionali e Nazionali a loro modo hanno condiviso la scelta di Raffaele ieri, oggi devono avere l’autorevolezza che serve per offrire all’Assemblea Generale dell’Aria Vasta Centro il nome del Segretario Generale. Con la candidatura all’elezioni regionali di Raffaele si era consapevoli di quanto poteva succedere all’organizzazione e all’Aria Vasta Centro. Se la decisione di Raffaele di candidarsi è stata assunta senza una ponderata valutazione dei risvolti politici e organizzativi a cui sarebbe stata sottoposta la Confederazione, i responsabili non sono i componenti dell’Assemblea Generale, ma i Centri Regolatori Regionali e Nazionali.
Non vi è dubbio che la Camera del Lavoro CGIL Area Vasta Centro, oltre al nuovo Segretario, ha la necessità di essere rappresentata anche a livello regionale con più attenzione. Sarebbe altrimenti un non senso logico e politico, visto che il percorso d’unificazione è stato voluto proprio dal regionale e condiviso dai territori. Non si può pensare di unire tre province, e ridurre la loro rappresentanza nelle strutture regionali o nazionali. Nessuna contrapposizione ci deve essere, la scelta del nome del nuovo Segretario Generale da proporre all’assemblea del 4 marzo, deve essere necessariamente risolutiva. Altrimenti vuol dire che le consuetudini diventano leggi non scritte per prolungare il tira e molla di una consultazione che con il destino dell’Area Vasta Centro non hanno niente a che fare. Forse potranno cucire addosso a qualcuno l’Area Vasta Centro e farne vestito, ma alla fine sarà senz’altro la solita toppa, uscita fuori da i soli compromessi di potere. Da quando ho memoria io, mai un Segretario Generale Confederale è riuscito a finire il suo percorso politico. Il nostro Statuto prevede il limite al doppio mandato, ma di fatto i segretari Confederali della CGIL a Catanzaro, in 15 anni sono stati 5 con l’ultimo che eleggeremo. Una media di 3 anni a Segretario Generale. Questa volta la scelta deve ricadere su un nome e un cognome che rimanga per tutto il suo mandato. Che si escluda una eventuale candidatura del nuovo Segretario Generale Confederale in qualsiasi altro ambito e di qualsiasi altro tipo.
Proprio in ragione della Confederalità il compito del nuovo segretario è di valorizzarla. Oggi la parola Confederalità ha perso significato. Le categorie sono diventate più stanze che istanze sindacali. L’autonomia politica delle categorie, molte volte viene confusa e si trasformano in repubbliche autonome. Qualcuna ha la sua dotazione militare ed economica, altre invece in solidarietà vengono dotate di un esercito d’obiettori di coscienza. Proprio nell’ambito dei nuovi obiettivi, inerenti gli appalti e la contrattazione d’anticipo, nonché quella di sito e più in generale di secondo livello, la Camera del Lavoro Are Vasta Centro non può prescindere dalla sua Confederalità. Nemmeno se parliamo di servizi potremmo scinderla. Anzi, quello che manca tra confederazione, categorie e servizi è proprio il legame politico. Tutto è lasciato alla buona volontà, se c’è, del segretario di categoria di trovare autonomamente una forma di collaborazione con i compagni dei servizi. Anche se nelle riunioni ufficiali si spaccia l’integrazione politica dei servizi, nella nostra realtà non avviene. Le Camere del Lavoro territoriali in questi ultimi anni sono stati lasciati a loro stessi. A Volte si aprono, senza nemmeno l’approvazione del Direttivo Confederale. Altre volte si chiudono senza motivo apparente, ma poi di visibile restano i danni. Non esiste organizzazione vera del lavoro dentro i servizi, la dimostrazione è la continua rotazione dei compagni da una Camera del Lavoro ad un’altra da un incarico ad un’altro, senza pianificare un normale periodo di affiancamento formativo. Anche in questo caso di livello inferiore, il metodo per spostare i compagni si decide in contrapposizione ad un altro nome. In ultima istanza non possiamo dimenticare che quando la contrapposizione non riesce, in alcuni casi per come è successo in questi ultimi anni, può diventare Vertenza di lavoro contro la Confederazione. Dall’esperienza avuto fino ad oggi, di solito alla fine chi né esce rotto dalle cause in Tribunale è il Sindacato. Non solo per il lato economico, ma anche etico. Di quell’Etica tanta sbandierata sui codici, e richiamata con lo sterzo.
Io non ci potrò essere all’Assemblea Generale del 4, ma troverò il modo per come ho fatto per la candidatura di Landini al Congresso, di esprimere chiaramente il nome e il cognome del Segretario Generale, lo stesso che a mio avviso dovrebbero esprime i Centri Regolatori Regionali e Nazionali, senza sacrificare le prerogative di nessuno, né imporlo in contrapposizione a qualcosa, ma sceglierlo. Il 4 Marzo l’Assemblea Generale dell’Area Vasta Centro è chiamata a scegliere, non per ratificare nomi.

Appunti per un ipotetico intervento al direttivo CGIL Area Vasta Centro del 20 Dicembre 2019

Primo improbabile intervento nel Comitato Direttivo congiunto Fiom e CGIL Calabria.

Un secondo improbabile intervento nel Comitato Direttivo CGIL Area Vasta Centro.