Lo chiamavano Enzo Scalese
incordava cordate su ogni cosa.
Appena eletto segretario
appaltava le quote rosa
per sentirsi egualitario
a un femminile velleitario.
Quando lo videro seduto al suo posto
tutti si accorsero del suo imbroglio
vestito buono ti tutto punto
sì improvvisava segretario.
Chi lo osannava per il suo traguardo
chi lo compiaceva per un guadagno
chi rimaneva impalato sul ciglio
della sua stanza come un coniglio.
C’è chi il sindacalista lo fa per gioco
chi lo fa con dentro un fuoco
lui lo fa solo per il salario
collocando gli amici con l’intruglio.
Ma qualcuno si mise di traverso
e alla commissione aveva ricorso
il comportamento suo solito appiglio
negare gli accordi come un citrullo.
Non ha mai brillato d’onestà
ha sempre improvvisato posterità
mascherando con la sua esteriorità
il fiele che gli circola nell’interiorità.
Condannato per falsità
sospeso per indegnità
dopo tre giorni risusciterà
per continuare a imbrogliare la verità.
Come una scuola per scartare
non gli basta infamare gli altri
Landini non se ne accorgerà
della delibera del sud del sud dei santi.
Tutti in silenzio senza fiatare
minimizzano tutto il suo agire
senza capire che è volgare
se un segretario licenzia un lavoratore.
Ma quello che appare normale
è l’atteggiamento irrituale
per colpevolizzare il suoi rivali
lo seguono persino i suoi sodali
più delle volte sono pure compari.
Tra l’indifferenza e i disgusti
sopravvivono in pochi giusti
il sindacato è diventato un mestiere
e il padrone segretario confederale.