Buco nero dell’amore.

Una volta mi sono pensato un destino
l’ho messo sulle punte delle spine
spedite oltre il Pollino.

Capelli come rose passati al pettine
scivolati sul mio petto come una abitudine
strofinano l’amore accanto al mio vino.

L’ho creduto così vero essendo pazzo
perché il morir non dice ne avverte in tempo.
Gela la ragione in ogni sua campo
l’affetto come un diletto un morir di crampo
un petto già presente come intramezzo.

Della mela del peccato il disordine è grezzo
l’amore complicato è ordinato in un lampo.
Camminare sulla brace è uno scherzo;
è il patire che mi piace, se non è puro vezzo.

Perché le cose impossibili non sono possibili
solo se Iddio non ci mette le mani.
Si aggroviglia il tempo nella mente degli umani
i nodi sono spesso singhiozzi strani
i buchi neri dell’amore non hanno paragoni.

Tutto è ormai tardi è solo retrospezione
di un punto in una parentesi che contiene;
un destino solo pensato pieno di confusione
mi è piaciuto è stata come canzone.

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