Voglio rivolgere un appello ad un mio compaesano. Mi arrivano alle orecchie possibili candidati, più di facciata che di sostanza. Una sorta di: “ti mentimu a tia, ma e sutta ci simu nui”. Perché a mio modo di vedere, questa è la prassi che ha usato la ‘ndrangheta per entrare nel nostro comune. Io penso che dovevi appoggiare un’altro percorso. Oppure ritirarti definitivamente dalla giocoleria elettorale. Ma visto i risvolti, forse, hai qualche sassolino da toglierti pure tu. Siamo dentro la campagna elettorale fatta solo per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Almeno tiratili gruassi che i picciuli vannu ntra l’uacchi. E ncunu l’ava chini, cuamu si avissa congiuntivite aggressiva.
Sono deluso di un sacco di persone. Mi aspettavo entusiasmo per cambiare il paese, non per alimentare questo assordante silenzio. Capisco che tu riesci a sguazzarci dentro, e persino se ti togliessero l’aria da respirare, tu riusciresti a respirare lo stesso, con la solita tua narrativa ormai stantia. Hai le branchie. Le tue però solo elettorali, e li tiri fuori ad ogni tornata elettorale da vent’anni a sta parte. Ormai è palese a tutti che chi si candiderà lo farà per i suoi interessi parentali. Abbiamo già avuto modo di valutare tutti quei compaesani, che solo all’elezioni trovano dentro di loro la scintilla della partecipazione e della politica.
Del paese, non ve ne fotte niente.
Se i nomi di alcuni o alcune sono confermati, lo slogan elettorale sarà: ho un sassolino nella scapa, ahi. Che mi fa tanto tanto male ahi.
Il modo con il quale si stanno costruendo le liste è para-mafioso. Questo vostro imbonire gente è ormai deleterio. Di alcuni candidati ormai dati per certi, abbiamo la certezza che servono solo per poter riempire la lista. Di altri, se prima hanno scelto i mariti, questa volta rigenerano le mogli dentro una sorta di familismo amorale dei congiunti. Io sono esterrefatto con quanta semplicità riescono a riciclare facce, solo per il gusto di candidarsi. Io mi chiedo come lo spiegherano ai loro figli. Mi piacerebbe tanto essere presente quando succederà.
Non pensavo di arrivare ai miei terzi anta, e ritrovare il paese come se avessi superato i miei enti. Quando avevo tutti i capelli, pensavo che con le generazioni future si superasse la comunopoli familiare. Pensavo che con l’iper scolarizzazione che oggi c’è a cenadi, si sarebbero superate le incrostazioni culturali e le prerogative famigliari venissero superati dall’interesse dell’intera comunità. Pensavo che i diritti delle persone, fossero gli unici obbiettivi da perseguire. Non è cambiato niente. E i favori di qualunque genere, diventano il Contratto Sociale da sottoscrivere ad ogni elezione. Ditelo chiaramente, che tutti hanno un muro da alzare, o da abbattere. Una recinzione da fare. Una licenzia edilizia. Un limite, un pezzo di strada. Un figlio da sistemare o aiutare. Sapete come vengono scelti gli scrutatori per i seggi elettorali? Fatevelo raccontare, magari pure per fare lo scrutatore ai seggi, meglio avere buoni rapporti con l’amministrazione. Per non parlare di altri favori amministrativi che possono essere generati, sulla fiscalizzazione locale. Non ci si candida per i diritti di tutti, ma per i possibili favori di pochi. Pensate a chi si è dovuto confrontare con l’amministrazione in questi anni. Io conosco un esempio esemplificativo di tutto. Un muro di recinzione, che prima era abusivo, poi e diventato legittimato dalle norme. In questo specifico avvenimento edilizio, il principio non è stato il diritto, ma la ripicca. Dal diritto amministrativo si è passati alla ripicca amministrativa. A Cenadi ormai piace questo stato di cose, per poter dire, quando emerge la possibilità: io ti votai.
La pandemia ci ha insegnati che siamo tutti più deboli e tutti più precari. E se mi devo rifare al modo con il quale sono stati dati i primi buoni alimentari; meglio se con l’amministrazione hai buoni rapporti. Altrimenti si rischia di non mangiare.
La Pandemia non ci ha cambiati. Se non siamo cambiati dopo una pandemia, figuriamoci se le mie parole possono alterare le sorti dell’elezioni e suscitare in qualcuno una sana e santa rabbia.