Cenadi: la chiesa si rinnova. 

Che ormai il mio paese si è degenerato è una certezza. I segni sono evidenti a tutti, o almeno a chi li vuole vedere. Cominciando dalla politica e finendo ai rapporti umani che galleggiano dentro un brodo culturale fatto di reciproci interessi che si alimentano dentro la quotidianità. Però non pensavo che questo stato di cose entrasse dentro la chiesa.

Tanti pensano nel mio paese di sapere chi è Dio, ma tanti non sanno da che parte sta. Io spero che il nuovo prete gli mostri la parte giusta, anche se per questo sarà odiato, ne sono certo. Ho saputo che i primi suoi accorgimenti dentro la chiesa hanno sortito parecchi malumori. È normale.  Però tra questi primi cambiamenti, una cosa mi piace. Ascoltare dalla mia finestra il vociare scalmanato dei bambini e dei ragazzi che ogni sabato vanno in chiesa. Credo che vadano per il  catechismo o per qualche altra iniziativa. Non so di preciso, ma non m’importa, anzi vorrei che facessero più rumore. Urlare di gioia. Più di quanto facevano i megafoni quando incoscientemente qualcuno li teneva inutilmente accesi. Ecco, non mi dispiacerebbe se li prendessero a sassate, così almeno li renderebbero inutilizzabili per sempre. Meglio le grida dei bambini che il rumore metallico dei megafoni. 

Spero che il nuovo parroco gli dia salde radici e un buon paio d’ali. Le statistiche ci dicono che nei prossimi anni, dalla Calabria emigreranno parecchie persone. E forse anche tanti di loro dovranno lasciare il paese, però se avranno buone radici e un bel paio d’ali il paese continuerà a vivere dentro le loro vite. Per quelli che resteranno, l’unica cosa che spero e gli auguro, di costruirsi una loro identità propria. Studiare e non perdersi come ho fatto io. Anche per quelli che pensano o gli fanno credere che non sono buoni per la scuola. Non è vero, e mai lo sarà. Per le ragazze che rimarranno, a differenza dei ragazzi, lo studio è più importante, altrimenti rischiano di diventare solo carne da matrimonio. Oppure merce elettorale in mano ai loro mariti. 

Gli auguro di fare politica, anche in questo caso, se pur oggi nel paese non hanno nessun esempio da seguire, anzi al contrario troppi e troppe pensano di fare politica trincerandosi dietro un pseudo attivismo svuotato di senso, un esempio oggi i giovani ce l’hanno: Papa Francesco. Nella sua enciclica Fratelli tutti, il V capitilo parla della politica. Non è un testo fatto solo per i clerici, ma per tutti. Non è un manuale che debbono consultare solo i consacrati o i fedeli, ma una pietra fondamentale per dare a tutti, le vie da seguire. 

“L’amore politico. Riconoscere ogni essere umano come un fratello o una sorella e ricercare un’amicizia sociale che includa tutti non sono mere utopie. Esigono la decisione e la capacità di trovare i percorsi efficaci che ne assicurino la reale possibilità. Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della carità.”

Ne consegue che la politica, se non è carità, è solo un’astrazione intellettuale che non porta a niente, ma a perseguire scopi puramente egoistici e individuali. Nel nostro paese di esempi che perseguono solo gli scopi personali o parentali, direi di casta, ne è pieno. Per questo motivo è necessario studiare, non per prendere un pezzo di carta, anche se serve anche quello, ma perché è l’unico modo per capire da che parte sta Dio.