Una cosa è certa. Se per tutto quello che sento in giro il 50% delle cose sono vere, vuol dire che avete trasformato il mio paese in un covo d’interessi e favoritismi parentali. Avete trasportato la più orribile metodologia para politica dentro la chiesa. Avete dato ad analfabeti politici laureati, ruoli, che con la loro miseria culturale, nelle maglie dell’ignoranza che nel paese abbonda, si credono d’essere super dotati. Tecnicamente questo atteggiamento si chiama: analfabetismo di ritorno. Ma a Cenadi, più di altri paesi, l’incensano con la lode. Il bello è che ne vanno fieri, loro e il loro circuito politico parentale. Se poi la percentuale delle cose vere supera il 50%, vuol dire che: simu mbrazza a Maria.
Se i miei compaesani leggessero di più, basterebbe qualche testo di Gratteri, o Ciconte, o magari Gambino. Di quest’ultimo un testo interessante è stato publicato dall’ex Frama Sud, ma è difficile trovarlo. Quello invece che potete recuperare è: la mafia in Calabria.
Capirebbero da soli che non c’è differenza tra un sistema mafioso e il brodo culturale che ormai si è instaurato nel mio paese. La Ndrangheta dentro questo brodo culturale, produce il suo sugo criminogeno. A volte viene fuori, grazie alle inchieste della magistratura, altre volte è nascosto, ma non può considerarsi meno criminogeno e meno pericoloso.
Ma di questo alla gran parte dei miei compaesani non interessa niente, basta dargli qualche giocattolo per riempire le loro svuotate giornate. E magari direttamente o indirettamente qualche favore.
Generazione dopo generazione il sistema viene tramandato da padre in figlio o figlia. E tutto si ripete in un circuito ormai impossibile da scardinare.
Una cosa ve la dico. Non dovrei dirla ma la dico. Meglio cento volte Leonardo vicesindaco di Cenadi, che l’analfabetismo politico che c’era prima. Comunque se io fossi al posto del sindaco, non reggerei un giorno in più. Mi dimetterei dimostrando a quei pochi giovani pensanti che son rimasti, che la politica è carità non un ginepraio di interessi personali. Ne uscirebbe con onore. Se invece continua a mettere pezze lacere sul vestito nuovo, alla fine il buco lacererà il vestito.
Mi posso permettere di dire queste cose perché a differenza dei tanti, io mi sono rifiutato di votarlo. E non l’ho fatto perché non avevo stima di lui, ma perché la mia etica la mia morale e la mia onestà politica e intellettuale mi impediva di votare un giocattolo spacciato come democratico. Come è stata la competizione politica che lo ha proclamato sindaco.
Ps. Una cosa al sindaco direttamente gli è la dico: non giocate con la salubrità dell’acqua potabile. Rendete trasparenti i controlli che fa l’Arpacal, e date a tutti la certezza che in tutto il nostro paese l’acqua che esce dai rubinetti è potabile e buona per il consumo umano. Io da consigliere ho fatto una battaglia sull’acqua, basta recuperare le mie note, le denunce e i consigli comunali richiesti a tal proposito. E poi un’altra cosa. Istallare più defibrillatori. Solo quello istallato al comune è insufficiente.