Cenadi: quanto vanno al chilo i “cughjuniatti”.

Non lo faccio perché mi imbarazza tanto, poi mi rattrista scrivere di norme leggi e regolamenti sentenze o pareri e poi farli capire ad un legale, anzi di più ad un Avvocato che si trova ormai per fini burocratici a fare il Sindaco. Non parliamo degli altri componenti della giunta o consiglieri. Ormai non rappresentano nessuno, nemmeno coloro che li hanno votati. Secondo me, nemmeno le loro famiglie. Sono rappresentanti di loro stessi seduti in un consiglio dove l’assunto è: “fhatti i cazzi tua, pe mo ci simu nui e pua para”.

Sull’opposizione non posso dire niente, perché il niente che hanno prodotto in questi anni è già stato tanto per dimostrare il lavoro fatto. E poi, io per mia etica politica non sparo sulla Croce Rossa, ne sui bambini che ciucciano il latte dai fustini della birra.

Siamo al paradosso non giuridico, ne amministrativo. Non riguarda leggi o regolamenti, perché a ben vedere è una buona, “cughjunetta burocratica”. Scusate il linguaggio, voi chiamatelo come vi pare io mi sono fatto una ricerca su internet e tra norme e pareri non ho trovato niente che sia diverso da una “cughjunetta burocratica”.

Mi chiedo come si potrebbero definire le comunicazioni che il nostro Comune a firma del responsabile del procedimento, indirizza tramite messo comunale a quei compaesani che a parer dell’amministrazione non hanno pagato l’imposta ICI degli 2009-2010-2011. Come si può mai definire una comunicazione che viola le norme di riferimento, in quanto la prescrizione dell’imposte ricade in una forbice massima di 6 anni. Se parliamo della generalità delle imposte comunali.

“Esta na cughjunetta burocratica” perché nella stessa nota scarna, non vengono indicati i riferimenti degli atti interruttivi alla prescrizione. Nessun riferimento a norme ne a regolamenti, una sorta di lettera standardizzata da usare nei diversi anni. Non voglio come ho detto sopra richiamare norme  codici del consumatore. La mia idea come si amministra un paese e specie il mio paese di circa 400 compaesani è lontano anni luce, da quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni.

Se un nostro compaesano dopo aver ricevuto la lettera si reca al Comune e chiede informazioni, oggi gli risponderanno: “noi abbiamo mandato tutto, se ritrova gli atti interruttivi li porti, altrimenti deve pagare”. A questo punto le strade sono due: fare domanda in auto tutela o entro i 60 giorni chiedere l’annullamento alla commissione tributaria. Bisogna stare attenti alle date, meglio tenersi larghi. Si potrebbe risolvere tutto in auto tutela, ma l’amministrazione non è costretta a rispondere, la legge gli da la possibilità di tacere. Si potrebbe prima effettuando un controllo preventivo e se esistono atti interruttivi almeno indicarli nella lettera di notifica. A mio avviso è più facile per un’amministrazione comunale risalire all’effettiva spedizione che a un compaesano dopo 10, 9, 8, 7, anni.  Ancora meglio, se effettivamente non risultano atti interruttivi, non mandare nessun avviso di pagamento. Invece, a Cenadi, se vai al Comune ti dicono che la legge è uguale per tutti, e i “cughjiuniatti o chilu vannu cari”.

In questo caso al nostro compaesano non rimane che rivolgersi a qualche Avvocato. Peccato che c’è incompatibilità tra Sindaco e la Professione di Avvocato se si trovasse a difendere una sua compaesana. Pensate il contrario. Immaginiamo la scena. Un compaesano va dal Sindaco e gli dice: “A Sindacu, mi mandaru sti carti. Non mi ricuardu si i paghai, ma duapu diaci anni, i carti i vrusciai”. Il sindaco gli risponde: “Statti tranquillu, ci pianzu io. Su avvocato, ti puazzu difhendira in commissione. Mo ti preparu i carti, tantu, pe tutti uguali”. Se potesse difendere una compaesana, “cu sti cughiuniatti, fharria i sordi a palati”

Mi chiedo, quante spese deve affrontare il Comune se verrà condannato in commissione per un importo da recuperare di 400, 500 euro. Vale la pena richiederli è economico? Mi chiedo se il Comune viene condannato alle spese, l’Avvocato del Comune chi lo paga, o le sole spese perché magari non si presenta. Mi chiedo, costa di più di 400, 500 euro? Non saprei, chiedete ad un Avvocato o ad un Sindaco che fa di Professione l’Avvocato.  La stessa cosa vale se il comune ha ragione, l’Avvocato chi lo paga. Forse noi tutti?

Non vorrei azzardare una previsione su come vengono destinate le risorse che si riesce a recuperare dall’Ici prescritto.  Oltre al bacino di clienti per gli avvocati, nelle delibere pubblicate sull’albo pretorio del Comune si può notare che c’è un flusso quasi ormai istituzionalizzato di soldi ad associazioni, per meglio precisare, una in particolare, quella. Non dico a quell’altra, ma proprio  quella. Forse adesso capisco la strategia del nostro Sindaco. Ci prova con il recupero crediti, se qualcuno ci casca, recupera i soldi da elargire alle associazioni, anzi all’associazione. Abbiamo capito che con questa associazione in particolare, il Sindaco ha un rapporto cosi stretto, da consegnargli direttamente il defibrillatore in possesso al Comune. Non lo fa istallare fuori alla portata di tutti. No, lo fa istallare dentro la macchina dell’associazione. Se a Cenadi gli prende a qualcuno un infarto, deve avere culo, perché se la macchina è in giro: ciao, mondo ciao….

Se fossi stato consigliere comunale, mi sarebbe piaciuto tanto indagare più a fondo. E vi assicuro che se c’erano irregolarità non scrivevo a Gratteri, ma occupavo il Comune, fin quando il rapporto con l’associazione non sarebbe definitivamente cessato, e non si sarebbe istallato fuori e alla portato di tutti il defiblillatore.

Non sono riuscito a trovare niente su l’affitto che la stessa associazione paga per i locali che occupa, e non posso dirvi con esattezza se paga e quanto. Sapete come la penso su la questione e per questo non voglio ripetermi. Io penso solo una cosa, che per essere percettori di soldi publici, la trasparenza deve essere cosi tanta, che le targhe delle macchine che usano per le loro attività, ci sarebbe scritto anziché numeri,  rammentando una barzelletta: Nazaret.

L’amministrazione riesce a elargire soldi a tutti, persino le poste italiane non pagano l’occupazione di suolo pubblico per il manufatto istallato sopra “u Ballatura”. La fanno passare come necessaria, altrimenti a parere di qualcuno le poste si sarebbero rifiutate di istallare il manufatto da adibire a sportello postale, lasciando il Comune senza Posta. Si poteva prevedere un sostegno differente al tipo di occupazione prevedendo sgravi; ma non fargli pagare niente a mio parere è più vicino al peculato che al sostegno sociale. Lo stesso giocattolo, se non hanno cambiato il rapporto contrattuale in questi anni, lo fanno con i medici di famiglia che occupano stanze dentro l’edificio Comunale. “Sutta u Ballatura”. Certo, se sopra non pagano, nemmeno sotto debbono pagare. 

Ormai è evidente che non c’è nessun indirizzo politico ne sociale. Il sociale a Cenadi è diventato mercanzia, la politica, roba di famiglia. L’imposizione fiscale locale, “na cughiunetta burocratica.”

Cari compaesani non ci resta che chiedere a Totino……se effettivamente “esta na cughjunetta….A mia mi para propri ca si”.