Cenadi Sas

Hai notato che l’interesse si veste solo alle elezioni

come una tuta di mestieranti, incorporata alle animazioni.

Le parole abbaiate nei comizi, poi ululate nelle processioni

da una donna un parente un miscuglio che generano imitazioni. 

Hai notato che nelle facce degli eletti 

Il sorriso è deformato da un difetto di pronuncia.

Una smorfia come una ruga segnata in faccia 

inglobata in un meccanismo parentale di precisione. 

Hai notato che le famiglie prestano i figli per le liste

una volta con la fame si prestavano per il pane.

Oggi invece nominati, si moltiplicano come cloni

in una popolare voracità, si intitolano targhe per sentirsi buoni.

E tu che credevi che le nuove generazioni 

non si facessero fottere ne conformare in coglioni.

Che avessero avuto molti più strumenti 

per costruire una comunità solidale e mostrare i denti.

Tu che credevi che da scolarizzati potessero non tacere,

dentro un’epoca di iper informati senza forma;

le forme si incastrano in una amorfa orma 

pietiscono il mi piaci e si silenziano senza onore. 

E tu che credevi che le parole fossero importanti

e la scritta sul pulmino: “Scuolabus Comune di Cenadi”

fosse un valore impresso su una fiancata, 

e sull’altra il diritto di una scuola non mercificata.

E io che ho sempre amato il mio paese 

ma da sempre pure odiato e fatto le spese

continuo a sostenere in modo palese

che se ci si scambia il dare per il divenire

l’economia è demenziale e serve solo per campare. 

Io che pensavo ad un paese internazionale e colorato 

dove l’accoglienza e la solidarietà fosse un primato.

Io che pensavo che alla carità, non ci si potesse associare

pensavo che non ci fosse più “u cari pana” per mangiare.

invece no.