Cgil Area Vasta Centro CZ KR VV: sistema caotico dell’indifferenza.

Poteva essere un Natale differente, delle feste differenti. Un fine anno differente. Magari sperare che pure l'inizio del 2023 fosse differente. Nemmeno il congresso territoriale ha dato un impulsò diverso ai giorni che abbiamo vissuto. Celebrato il rito congressuale si può passare tranquillamente a quello natalizio di fine anno e dell’epifania che tutte le feste e i riti porta via. Ma non per sempre, poi ricominceranno. 

Prima dell’unificazione territoriale della Cgil Area Vasta Centro con segretario Enzo Scalese, quando le strutture dovevano presentare il bilancio ai direttivi confederali, se nell’anno di competenza erano stati indetti scioperi generali, in alcuni istanze territoriali i soldi trattenuti dai salari dei dipendenti della Cgil, venivano destinate a progetti mutualistici. Ricordo il defibrillatore acquistato e dato ad una associazione di Lamezia Terme dalla struttura regionale. Oppure acquisti per il banco alimentare. Anche alcune categorie nella loro disponibilità hanno sostenuto qualche intervento mutualistico nel territorio. Ma da quando la CGIL territoriale Area Vasta Centro, ha cambiato passo e fisionomia, i soldi degli scioperi non vengono devoluti, ma rientrano ormai in una logica contabile che specula sullo sciopero generale per ottenere solo risparmi. Utili solo a consolidare e garantire chi è già garantito. Né la pandemia, né la guerra, né la crisi economica, hanno originato atteggiamenti mutualistici, di quel tipo che non si enunciano solo negli interventi o nelle relazioni, ma si attuano nel lavoro quotidiano. Persino nei bilanci si dovrebbe riversare in numeri la solidarietà. Se nel privato, non bisogna far sapere alla destra cosa fai con la sinistra, nel publico e nel sindacato, se nascondi le mani e non le fai vedere, una cosa solo vuole significare: la mancanza di predisposizione alla solidarietà. 

Ma al di là della mancanza di solidarietà, un altro fattore importante da segnalare è il tipo di rappresentanza politica, che dal territorio arriva alle istanze nazionali. La fase successiva del congresso si sposta ai livelli superiori, regionale e poi nazionale. Una volta espletati entrambi, si eleggerà il segretario regionale e nazionale. C’è da dire che la rappresentanza nei livelli superiori, in special modo quello nazionale, a volte il componente che dovrebbe rappresentare il nostro territorio, non è determinato dalle regole: ma dalla generosità amicale o di cordata dello stesso membro. Ad esempio, un segretario membro del comitato direttivo nazionale decide per sua scelta di delegare un altro, come se fosse possibile che il consigliere regionale, Raffaele Mammoliti potesse sospendersi dal suo incarico e delegare me, a rappresentare i suoi elettori nel consiglio regionale. In altri modi e contesti, la composizione del comitato direttivo nazionale a volte comprende doppioni legittimati solo dalle consuetudini amicali. È emblematico come le regole dentro l’organizzazione vengono applicate a fisarmonica. Filtrano un comma o un articolo negli occhi degli altri, che stanno in basso ma quando si parla di regole o principi statutari per non dimenticare nemmeno quelli etici, alcuni occhi di chi sta in alto sono pieni di travi fuorvianti. Ai livelli superiori: regionali e nazionali, mai si produrrà un scarto, anzi si genereranno doppioni e contrariamente dai livelli territoriali dove il cannibalismo e gli scarti e le cause giudiziarie contro l’organizzazione sono all’ordine del giorno; ne conseguirà che in assenza dell’applicazione dell’art. 18, la garanzia di essere tutelato dentro l’organizzazione non la danno i diritti che un lavoratore ha maturato, ma le cordate, le amicizie e a volte anche le parentele. Persino procedure viziate dall’inganno, possono rientrare nel cannibalismo etico che a volte persiste in alcuni dirigenti, premiati sempre con i cosiddetti “posti di privilegio”. Ormai persino la terminologia usata è codificata e fa parte del linguaggio istituzionale che bisogna avere dentro l’organizzazione. Non devi essere onesto con l’organizzazione con l’idea che la CGIL incarna, ma devi saper scegliere la cordata di riferimento. Soltanto così, al netto delle capacità, puoi essere sicuro di non esporti a situazioni che meschinamente potrebbero essere usate contro. Scambiando la giustizia dentro un formalismo solo legalitario che imprime al diritto una lettura burocratiche che soddisfa le coscienze dei più. 

La rappresentanza nelle varie istanze dentro l’organizzazione nel mio territorio, non si differenzia dalle dinamiche elettorali di un piccolo comune -ad esempio il mio- con quelle attuate dentro la cgil Area vasta centro. Non è stato sempre così, ma dalla decisione di rigenerare la geografia istituzionale delle istanze territoriali, tutto è degenerato, preferendo gli scarti alla solidarietà. 

I sistemi complicati si differenziano dai sistemi complessi solo dal fatto che i primi si attuano dentro una procedura codificata a priori, i secondi non hanno nessuna procedura certa, ma si auto disciplinano anche in assenza di procedura. Nei primi una intromissione esterna nell’insieme fa collassare il sistema e lo stesso insieme, nei secondi la stessa intromissione non fa collassare l’insieme ma si disciplina cambiando la forma stessa dell’insieme. L’esempio fisico di queste parole, e dei sistemi complessi si può vedere, osservando gli stormi degli uccelli nel cielo di Roma. Parafrasando il premio Nobel, io penso che la CGIL Area Vasta Centro, è un insieme caotico dove tutto si regge per indifferenza. Se esistesse un geniale uso dell’indifferenza, lo stesso segretario neo riconfermato della CGIL Area Vasta Centro, conosce di sicuro i meccanismi e le rispettive formule che farebbero impallidire persino il nobel Parisi. 

Forse in futuro sarà diverso, ma la scuola di pensiero fino ad oggi applicata e incarnata dal confermato segretario generale della Cgil Area vasta centro;  questa è stata. Forse questa volta sarà il segretario generale, lui stesso con la sua faccia e le sue parole a rappresentare il territorio nel nuovo comitato direttivo nazionale che si comporrà. Non delegherà fittiziamente un’altra persona come è accaduto, scambiando la rappresentanza in un favore personale. Magari nel suo primo intervento che farà nel prossimo comitato direttivo nazionale, informerà Landini che intende insieme alle altre strutture territoriali della Calabria, devolvere i soldi trattenuti dei prossimi scioperi che si faranno, per sostenere realtà mutualistiche o magari un fondo di resistenza per evitare nel futuro che dentro l’organizzazione si generano continuamente scarti, nell'ormai consolidata e caotica indifferenza dell’insieme.