Forse io non sarò dotto e preparato come lo sono i responsabili nazionali, anzi senza il forse, ma credo che concepire una contrattazione sociale dall’alto è già il segno stesso di quello che sarà la sua inefficacia nel perimetro di competenza della Cgil Area Vasta Centro. A mio avviso, non servono tanto i seminari sulla contrattazione sociale, ma credo che bisogna puntare molto di più sulla FORMAZIONE SOCIALE e questa si può fare soltanto se si parte dal basso, facendo partecipare le persone e i lavoratori e attraverso una conoscenza del loro stato di bisogno, intervenire sui disaggi e la disuguaglianza e in alcuni ambiti sullo sfruttamento.
Il 2023 sarà l’anno del centenario di don Milani, e forse potremmo capire quanto è necessario partire dal basso per accrescere in maniera egualitaria e dare a tutti gli strumenti necessari per sollevarsi dallo stato di bisogno in cui si trovano. Quanto più la conoscenza la formazione l’educazione la cultura, arrivi ai ceti più poveri e più emarginati, tanto più si può generare una rivoluzione. E forse oggi, grazie a Don Milani possiamo comprendere di più Gramsci, quando scriveva nei suoi quaderni dal carcere la necessità di educare i lavoratori e nel caso del sindacato formare gli stessi lavoratori alla conoscenza degli strumenti di tutela. Prima che la cultura capitalista e l’educazione al consumismo, l’individualismo animale; indottrini i futuri dirigenti dello stesso sindacato. Parafrasando don Milani, io dico che oggi dobbiamo dare la parola, a tutti i lavoratori, e a tutti gli scartati nel mondo del lavoro, perché senza la parola non c’è dignità e quindi neanche libertà e giustizia.
“Un operaio conosce 100 parole il padrone 1000. Per questo lui è il padrone”
Quando qualcuno parla di Camere del Lavoro come presidi di legalità e non si accorge che per essere incisivi veramente bisogna tornare alla politica e alla lotta; le Camere del Lavoro saranno solo un presidio di solo uffici disbrigo pratiche burocratiche. Come lo sono quelli uffici, ormai sparsi nei nostri comuni che coprono più delle Camere del Lavoro il territorio di competenza della CGIL Areva Vasta Centro. Tanti uffici che sotto la parvenza di sindacato o patronati, nascondono altri interessi.
In questi ultimi anni sotto la guida del segretario Generale protempore e delle sue segreterie burocratiche, il depauperamento delle Camere del Lavoro dal punto di vista politico, la loro subalternità burocratica, li concepisce soltanto come posti per collocare personale quando va bene, quando no li chiude e li apre per ragioni elettorali. Questo comportamento è il segno distintivo di come ormai sono state ridotte nella CGIL Area Vasta Centro.
Se si vuole veramente rendere centrale la contrattazione sociale, non si può partire che dalle Camere del Lavoro e dalla rigenerazione politica e organizzativa. Se i direttori dell’Inca, invece di essere nominati direttori solo per aver riconosciuto un livello contrattuale migliore e tenerselo per il resto della loro vita lavorativa nella CGIL avessero un ruolo politico, questa rigenerazione potrebbe partire da loro. Se invece di centralizzare e delocalizzare a livello regionale la politica sindacale delle categorie, ritornassero al contrario ad avere un ruolo nel territorio e nelle Camere del Lavoro, potremmo parlare con più efficacia di contrattazione sociale, e dove questa non venisse intesa dagli enti come strumento di tutela, la lotta e il conflitto sociale sarebbe l’unica strada percorribile per imporla.
Se per la Cgil nazionale e i suoi dirigenti apicali, la contrattazione sociale è diventata un pilastro importante, per la Cgil AreaVasta Centro è solo un momento inutile fatto di incontri che non portano nessun risultato tangibile. Solo incontri e riunioni che registrano una sorta di interventifici abitudinari ormai noiosi. Il più delle volte diventano solo un parlarsi addosso senza nessun proseguo fattuale. Basta farsi una piccola ricerca sull’archivio messo a disposizione dalla stessa cgil – https://cgil.retedelsociale.it – per rendersene conto. Perché nell’archivio non troverete né una delibera né un documento che richiama un effettivo lavoro svolto nel territorio della CGIL Area Vasta Centro.
I temi su cui si potrebbero misurare le politiche svolte dalla CGIL Area Vasta Centro sulla contrattazione sociale sono diversi. La salute, l’assistenza, la disabilità, politiche giovanili, l’accoglienza, la casa, i servizi, gli appalti, clausole sociali, la riqualificazione e la rigenerazione urbana , la non autosufficienza, l’imposizione fiscale e tariffaria, la legalità, persino l’evasione fiscale, tanti sono gli ambiti d’intervento, ma in questi ultimi anni, e dopo l’ultimo congresso, la direzione politica della CGIL Area Vasta Centro, non ha messo al primo posto questi temi, ma ha avuto un unico obbiettivo: quello di consolidare e collocare una cordata di potere atta soltanto ha mantenere o a premiare dirigenti, più per la loro devozione che per il lavoro svolto e il loro merito sindacale. Le foto che vengono veicolate sui social delle manifestazione e delle iniziative svolte ne sono anch’esse un prova di quanto i lavoratori sono lontani dalla CGIL Area Vasta Centro, e in alcuni casi anche dalle Categorie sindacali.
L’ultima segreteria confederale, sia per il numero dei suoi componenti, superiore a quella formata nei giorni scorsi dal Segretario Nazionale Landini, è un emblematico esempio di quanto la collocazione e la devozione è una qualità superiore alle competenze. Lo si evince persino nelle deleghe assegnate.
Non credo che le cose cambieranno, perché ormai questa situazione va bene un po a tutti, e anche se c’è a chi non va bene, è costretto a rimanere in silenzio, e come si dice di solito al di qua del Pollino: “attacca u ciucciu duva vola u patruna”, ormai un mantra per mantenersi vivi e non diventare uno scarto, come lo sono diventato io. L’obbedienza non è più una virtù, per come ci ricorda don Milani, ma la cordata e la devozione al segretario generale di turno dentro la CGIL Area Vasta Centro lo è.
Una cosa però credo che si possa fare e senza aspettare tanto, passare dai seminari inutili sulla contrattazione sociale della CGIL Area Vasta Centro alla solidarietà. Di quella che hanno bisogno gli Emiliani Romagnoli. Partire con una brigata di solidarietà, per portare vivere e aiuto alla gente che oggi si trova nelle condizione che sappiamo tutti. Ecco, se il segretario generale Enzo Scalese organizza una spedizione di solidarietà, io sono disposto a partire insieme a lui. Forse insieme dentro la solidarietà troveremo entrambi la formazione che manca, sia a me che a lui.
XXII Marcia di Barbiana 27 maggio 2023, centenario della nascita di don Lorenzo Milani