Dichiarazione di voto per le prossime elezioni europee.

Papa Francesco parlando dell’invidia e la vanagloria dice: “sono propri di una persona che ambisce ad essere il centro del mondo, libero di sfruttare tutto e tutti. La vanagloria possiede un io ingombrante: non ha empatia e non si accorge che nel mondo esistono altre persone oltre a lui. I suoi rapporti sono sempre strumentali, improntati alla sopraffazione dell’altro. La sua persona i suoi successi devono essere mostrati a tutti: è un perenne mendicante di attenzione.”

Alle passate elezioni regionali, io ho votato per Lucano. Se avessi votato per un’altro e cioè per Mammoliti, e gli avrei fatto la campagna elettorale come hanno fatto tanti altri anche in maniera impropria e scorretta dentro il sindacato, oggi avrei raccolto i frutti come hanno fatto tutti quelli che si sono impegnati, dentro le assemblee e nelle camere del lavoro. In barba a quelle inutili e inconcludenti circolari inviati ai territori dell’allora dirigente nazionale Ivana Galli, con le quali, con toni perentori, chiedeva di non usare il sindacato e le sue strutture per sponsorizzare questo o quell’altro candidato di questo o quell’altro partito. Naturalmente, le circolari una volta arrivati al di qua del pollino sono diventati fuffa burocratica.

Non ho mai usato la politica per i miei interessi, ma ho sempre lottato per gli altri, specie per chi era fagocitato dalle ingiustizie. Altrettanto non ho usato il sindacato per garantirmi posizioni di comodo o garanzie salariali, collocazioni o incarichi. Al contrario la mia onestà intellettuale mi ha reso uno scarto, non mi ha portato benefici, né incarichi né collocazioni. Eppure bastava dire di sì a tutti. Farmi violentare dall’ipocrita e disonesta idea di essere quello che non sono mai stato.

Pensavo che il risultati del mio lavoro fossero una barriera protettiva contro qualsiasi ingiustizia. Oggi mi accorgo, forse tardi, di essere stato un marziano, più o meno come le circolari della Galli. Un idealista stolto che pensava, non di cambiare il mondo, ma almeno di modificare le ingiustizie che emergevano nel perimetro del mio quotidiano. Non ci sono riuscito. Il mio quotidiano mi ha digerito con l’ausilio vergognoso di quegli uomini e quelle donne che mascherati mi hanno pugnalato alle spalle e poi hanno goduto, e forse godono ancora nel sapermi agonizzante.  Se metto in fila tutti i nomi e i cognomi di quelli che hanno avuto benefici personali dopo il loro impegno elettorale, capisco solo una cosa: la politica partitica al di qua del pollino è un ginepraio di clientele. 

Per Francesco la politica è l’atto più alto di carità, e se io non avessi pensato alla politica in questo modo, avrei di sicuro saputo muovermi meglio e senza inciampi. Per come io l’ho declinata nella mia vita, la politica partitica non mi basta più, preferisco quella di Francesco. E per questo rimanendo coerente con le mie idee, alle prossime elezioni voterò Mimmo Lucano.