L’antifascismo è una pratica quotidiana non un esercizio mnemonico da rammentare solo quando i topi fascisti vengono a galla. Non possiamo tacere all’assalto dei fascisti alla sede della CGIL di Roma. Come potremmo mai farlo. Anche nei tempi e non solo nei modi, l’assalto richiama squadrismi con la matrice chiarissima. Se qualcuno non la vede, non resta che consigliargli dei buoni libri.
Sabato dobbiamo esserci tutti a Roma, per gridarlo con più forza: io sono partigiano, io sono antifascista. Per questo spero che la mia organizzazione territoriale organizzi i pullman con le altre forze sociali e antifasciste, diffondendo il più possibile la partecipazione alla manifestazione. Per come stanno facendo tanti altri territori.
In questi giorni tante lavoratrici e tanti lavoratore iscritti alla CGIL sono impegnati nei lavori della Conferenza d’Organizzazione. Un percorso importante per l’organizzazione, ma anche in questo caso, spero che i documenti e le riflessioni espletate nelle assemblee, non rimangono solo burocrazia sindacale da approvare velocemente. Certo, è importante la Conferenza d’Organizzazione, ma sarà più importante, quando, oltre a richiamarsi alla Costituzione e all’antifascismo, i documenti approvati creeranno tutti gli strumenti necessari per allontanare qualsiasi forma di propaganda che veicoli quella matrice che la Meloni non vede. È inutile approvare ordini del giorno dentro le assemblee che bandiscono il fascismo, se poi non si mettono in campo tutte le iniziative per depurare completamente l’organizzazione. Chiunque veicola o come si dice, strizza l’occhio al fascismo e ai sui simboli, mai potrà avere in tasca la tessera della CGIL. Io spero che l’antifascismo diventi una precondizione per potersi iscrivere alla CGIL.
Colpire la CGIL come qualsiasi sede sindacale o partito politico democraticamente legittimato dalla nostra Costituzione, non vuole solo colpire gli iscritti e le iscritte di quel sindacato o partito politico, ma direttamente la Costituzione Repubblicana Antifascista. Fare danni alla sede della CGIL, spregiare le facce di sindacalisti come Luciano Lama. Sventrare le finestre e rompere i server, bloccare le porte antincendio, magari per incendiare il palazzo. Tutti questi accadimenti, passati sulle reti sociali con le rispettive facce, non colpisce solo gli oggetti e le mura, ma l’anima il cuore e la testa di tutti i lavoratori. Un cazzotto in pieno volto a tutti i lavoratori, che siano iscritti o non iscritti al sindacato. Un pugno in faccia alla nostra Costituzione, che dall’antifascismo è nata. Uno sfregio che si porterà negli occhi chiunque abbia nel suo agire la democratico e antifascista.
La pianificazione dell’assalto non è stata estemporanea, ma infiltrandosi dentro ad un Si-tin in Piazza del Popolo, organizzato per manifestare contro l’introduzione del certificato verde, hanno declinato con la violenza quello che da prima avevano in mente. Ha detto bene Landini.
Avrebbero certamente saputo usare a loro vantaggio, la protesta. Di questo i fascisti sono dei maestri. E quando parlo di fascisti, non mi riferisco solo a quelli che alzano il braccio, con la mano tesa. Non mi riferisco solo a quelli di Forza nuova. Io mi riferisco anche a quanti riunitisi per protestare, pur non essendo fascisti, non sono riusciti ad impedire che pochi fascisti, strumentalizzassero la loro protesta per fini diversi. Dal palco hanno gridato più volte le loro intenzioni. I filmati messi in rete, lo possono dimostrare. Tutti quelli che erano nella piazza, persino le donne con i loro passeggini. Figura tanto richiamata per dimostrare che nella piazza non erano tutti fascisti ma protestavano solo il loro dissenso al Green pass. Mi chiedo, quanto può essere pericolosa una mamma con un passeggino, e quanto una, che in piazza del popolo ci va, ma inconsapevolmente. Sul suo libro “Istruzioni per diventare fascisti” la Murgia dice che non tutti i populismi sono fascismi, ma ogni fascismo è prima di tutto populista. Io in verità ho più timore di una piazza inconsapevole che di Fiore o Castellino. Dei fascisti si conosce la genia, la matrice. Delle mamme inconsapevoli, solo il colore delle rute del passeggino.
Ho provato tanto dispiacere, vedere la bandiera del mio partito di riferimento, fermarsi durante lo sciopero generale indetto dalle organizzazione di base, inveire contro i compagni della CGIL. Sono dispiaciuto, che i sindacati di base non aderiranno alla manifestazione di sabato. Come per i populisti riuniti a Piazza del Popolo, dentro lo sciopero generale delle organizzazioni di base, ci sono tutti gli elementi per far diventare quel populismo, un veicolo per legittimare fascismi che con la protesta sindacale e con il sindacato tutto, non ha nessuna ragione di esistere. Fortunatamente non tutti hanno inveito contro, altri al contrario hanno salutato i compagni della CGIL al grido: “Siamo tutti antifascisti.”
Sabato a Roma per difendere il sindacato. Sabato a Roma per gridare il nostro antifascismo. Sabato a Roma per dire che la Calabria non è fascista, per come lo è stata nelle elezioni regionali. Sabato bisogna esserci a Roma, per contrapporre al populismo inconsapevole, un popolare consapevole per come lo definisce Francesco nella sua enciclica Fratelli tutti. A Roma per gridare che anche Dio è antifascista.