Funerali di Stato.

Una giostra nera un carosello
un ministro un porta borse coniglio
che gioca con il telefono e il borsello
appresso al Presidente del Consiglio.
Non si sdegni la brava gente
chi ha riso per il terremoto ieri,
oggi non ride ma è compiacente.
Se cade un Ponte per l’incuria
sospesa tra il cielo e i tetti della gente;
sospettato di cadere previsione deficiente.
Un atto terroristico senza bombe
dove l’attentatore è l’inerzia umana.
Un bombarolo suicida senza trombe
che fischi e applaude tenendo il fiato
impreca Iddio solo dopo aver consumato
tutto il palinsesto sacramentato.
Quando gli ordigni nei self a lutto
scambiano il buon gusto con il diletto
il segnale per il detonatore ha un suo costrutto
se alla fine si muore per colpa grave.
E’ politica è mestiere è terrore attuato,
la burocrazia come pretesto di un attentato
dentro il disordine e un rumore degenerato
si guarda il risultato dopo aver cenato.
Gli attentatori non sono mai sul posto
il metodo è diverso il tritolo neutrale
la miccia lunga già accesa sullo Strale
deflagra nel punto e al momento giusto.
Non è lo Stato dentro lo stato deformato
è più lo Stato che è fuori tramortito
al momento non si può escludere;
se l’attentato sia di Stato
o dello Stato camuffato.

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