Il Sindaco di Girifalco l’ingegnere Pietrantonio Cristofaro dentro una sorta di consiglio comunale un po surreale, ha annunciato che gli spazzini a Girifalco guadagnano tanto e li vuole impoverire per risparmiare soldi. Sempre a suo dire, questo è l’unico modo per intervenire sui costi del prossimo appalto.
Lo stesso sindaco ha dichiarato che in base ad una sentenza del Consiglio di Stato, le clausole sociali nelle gara d’appalto possono essere stralciate perché sempre a suo modo di intenderli, non servono a garantire i diritti dei lavoratori e sono d’ostacolo alle prerogative di risparmio che intende attuare sul prossimo appalto. Inoltre, ha sostenuto, che essendo lui stesso responsabile del procedimento, sempre inerente il bando di gara sul servizio della spazzatura nel Comune di Montauro, ha imposto nel bando e nel capitolato d’appalto l’utilizzo di un determinato CCNL. Sempre a suo dire meno oneroso e con un costo del personale ti tanto inferiore al CCNL con il quale oggi a Girifalco i lavoratori sono contrattualizzati.
La ciliegina sulla torta del suo argomentare sull’appalto, è arrivato alla fine quando ha esordito che nemmeno i sindacati possono fare qualcosa per impedirlo. Di tutto quanto sopra, potete naturalmente sentirlo con le vostre orecchie e osservarlo con i vostri occhi, visto che in rete si trova il video dell’intero consiglio comunale.
Con questa mia riflessione non voglio in nessun modo intervenire sulle dinamiche politiche. Anche se ne avrei tanta voglia. Non voglio nemmeno provare a smontare le argomentazioni del Sindaco. Perché sarebbe difficile convincere un negazionista che la sua tesi è sbagliata. Il sindaco ha articolato il suo ragionamento in consiglio comunale, usando la stessa deduzione argomentativa che usano i negazionisti. Piccole verità, dentro tante assurde bugie e interpretazione fantasiose delle norme, impastate dentro tante parole. A partire dalla citata sentenza del consiglio di stato o del costo eccessivo del lavoro a finire all’assurda idea che si possa pubblicare un bando di gara senza le clausole sociali e con l’imposizione di un contratto già precedentemente determinato. Non riesco a capire come lui stesso da responsabile del procedimento nel comune di Montauro ha potuto redigere un capitolato d’appalto snaturando le clausole sociale e imponendo alle aziende che partecipano un contratto già determinato da lui medesimo.
Persino nella sentenza che lui stesso ha citato, l’oggetto non era il CCNL inserito nel bando, ma la possibilità di riassumere tutti i lavoratori già impegnati nel bando precedente. Il Sindaco confonde le cose e pensa che citando una sentenza che a mio avviso nemmeno ha letto per intero, possa cancellare e snaturare le clausole sociali per come intende lui. Nella sentenza citata, bisogna far emergere un’altra cosa che il sindaco ha nascosto. Gli appellanti sono imprese sociali non aziende con finalità di lucro. L’oggetto dell’appalto citato in sentenza non era quello di assicurare ai cittadini il servizio di raccolta della spazzatura, ma l’affidamento del servizio di assistenza scolastica specialistica degli alunni con disabilità. E nello specifico la sentenza esamina la cd clausola sociale di riassunzione.
Non vale la pena citare sentenze in contrapposizione, per assurgere che il ragionamento del sindaco è sbagliato. Ma basta usare le norme che ci sono dando alle stesse la giusta e coerente applicazione.
Per farsi una idea chiara, il Sindaco invece di citare la sentenza, avrebbe dovuto leggere i richiami della stessa. Bastava leggere le richiamate linea guida dell’ANAC, dove non si parla di cancellazione delle clausole sociali, ma dell’obbligo di inserirli nel bando di gara armonizzandole senza pregiudicare né gli interessi delle Aziende che vogliono partecipare all’appalto, né gli interesse dei lavoratori. Per tali ragioni si chiamano clausole sociali e la parola sociale è rivolta a tutelare le parti: i lavoratori, le aziende. Il ruolo del capitolato d’appalto se è redatto in maniera coerente con le norme, non si pone il problema di abbassare il costo del lavoro, perché non ci sarebbe la possibilità di farlo usando il bando. Soltanto l’azienda che subentra, può decidere dentro un percorso amministrativo e di relazioni sindacali di adottare un contratto diverso, ma sempre coerente con quanto richiamato dalle norme le quali impongono l’applicazione del contratto collettivo e intendono i “contratti collettivi nazionali territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più’ rappresentative”. In questo contesto il fine ultimo è quello di armonizzare gli interessi di tutti, non agevolare quelli di una sola parte. Vengono definite di protezione o di salvaguardia sociale, e se le parole hanno un senso, al di la della giurisprudenza e norme, le stesse delineano chiaramente il percorso amministrativo da seguire.
A mio parere il sindaco farebbe bene a leggere l’enciclica di Papa Francesco: “Fratelli Tutti”. Nella quale si mette in rilievo che le aziende non hanno solo una finalità lucrativa, ma anche sociale e nel contesto più generale le clausole sociali in tutti gli appalti, dovrebbero armonizzare gli interessi dell’azienda richiamati dall’artico 41 della Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con d’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Abbiamo capito che il termine sociale nella mente del Sindaco risuona diversamente da come effettivamente deve esser inteso. È emerso quanto ha affermato che gli spazzini sono pagati a 26 euro l’ora. Anche in questo caso come i negazionisti, ha impastato delle verità, dentro una marea, queste si, di “cazzate”. Il dato citato e riferito alle tabelle ministeriali del costo del lavoro che il ministero pubblica ogni sei mesi e serve per il calcolo del costo totale della manodopera da inserire nell’appalto. Quello che dimentica il sindaco e non ha specificato in consiglio comunale, quanti di questi soldi vanno ai lavoratori e quanti ne restano all’azienda. Quali vengo effettivamente erogati e quali no. Bisogna anche chiarire che le 26 euro orari lordi, indicati nelle tabelle ministeriali e citati dal sindaco si riferiscono a un lavoratore che lavora full-time e su un ammontare di 1.641 ore annue, effettivamente lavorate. Quello che fa più impressione, che questa affermazione sul costo orario, è stata usata impropriamente e con lo scopo vile, di far emergere nella comunità di Girifalco un odio sociale verso i lavoratori che sono impegnati a svolgere un servizio essenziale. Invece di evitare di contrapporre CCNL, si applica una sorta di dampig contrattuale generato dentro l’istituzioni pubbliche.
Questo è il riconoscimento che il sindaco vuole dare ai lavoratori, dopo che gli stessi lavoratori hanno lavorato ininterrottamente per 8 mesi e continuano a farlo, dentro la pandemia che stiamo vivendo tutti. Questo è il senso che da lui alla parola sociale. Un burocrata che non conosce effettivamente i lavoro che svolgono i lavoratori e non sa che nella maggioranza dei casi, quando arrivano alla pensione dopo una vita di lavoro, sono “rotti”. Per il nostro sindaco e una barzelletta salire e scendere dal camion, piegarsi e depositare le buste per centinai di volte al giorno. Forse lui non lo sa, ma alcuni lavoratori in altri appalti, sono costretti a passare da un camion all’altro i sacchi della spazzatura a mano, per la mancanza di mezzi idonei. Lavorare sia con il cado infernale che con il gelo. Quanti, proprio nel settore dell’igiene ambientale nei diversi comuni, lavorano in condizioni di precarietà. Quante aziende oggi, assicurano ai lavoratori il protocollo della sicurezza per fronteggiare la pandemia. Quanti lavoratori superano i loro orario normale di lavoro, e non vengono retribuiti come è prescritto dai CCNL. Quanti da anni si trovano ad avere un contratto part-time, a tre ore o a quattro, e quanti di questi ogni volta che c’è un cambio d’appalto perdono gli scatti d’anzianità, perché le aziende che subentrano nella gran parte dei casi non li riconoscono. E il lavoratore è costretto a partire sempre da zero. Quanti lavorano di notte e vengono pagati come se fosse giorno. Il sindaco confonde la paga effettiva per il lavoro svolto con la paga burocratica delle tabelle ministeriali. Io gli consigliere di fare un’indagine e valutare lui stesso quanti di questi soldi arrivano al lavoratori e quanti restano all’aziende, ne resterebbe esterrefatto. Considerato inoltre che il costo del personale nell’appalto non è soggetto a ribasso, a Girifalco per come ha fatto a Montauro il sindaco si inventa un modo per aggiungere al ribasso delle aziende, il suo, concepito dentro la sola burocrazia amministrativa.
Io spero che la mia organizzazione sindacale, e nello specifico la FP CGIL prenda atto di quello che sta succedendo a Girifalco e a Montaruo. E insieme agli altri sindacati interessati alla vertenza, pongono fine alla velleità burocratiche del Sindaco quando si trova a Girifalco e del responsabile quando si trova a Montauro.
Naturalmente da parte mia, tutta la solidarietà ai lavoratori che oggi subiscono questa aggressione senza l’ausilio della FP CGIL. Ma spero che possa prontamente reagire, per come faceva una volta.