Ormai tutto è stato confermato per il congresso della CGIL Area Vasta Centro Catanzaro Crotone e Vibo Valentia. Per il nazionale sarà presente la Compagna Tania Scacchetti insieme al segretario regionale della CGIL Calabria il compagno Angelo Sposato.
I congressi delle categorie ormai sono tutti finiti, in alcuni di questi, verranno riconfermati gli attuali segretari generali, altri invece saranno rinnovati. Chi entrerà nelle segreterie che i segretari si costituiranno, chi invece cambierà totalmente incarico. Altri ancora verranno trombati e altri collocati in altri posti; naturalmente sempre di prestigio. Ci sono quelli che l’augurio di buon lavoro se lo meritano tutto, chi a meta, chi per niente. Ci sono alcuni segretari generali, che sono partiti dal basso e hanno maturato la giusta consapevolezza del ruolo che hanno assunto in passaggi regolari e legittimi, senza nessuna sbavatura. Altri invece, per ogni loro nomina, si sono portati addosso sempre delle forzature e furberie. Chiamiamole cosi, ma dovremmo usare altre parole. Ci sono stati alcuni, per fortuna pochi, che per generare lo stesso incarico a livelli diversi, si sono partoriti una loro personale struttura democratica e organizzativa, concentrando tutto su di un unico punto nevralgico: se stessi. Categorie sindacali che rinnovano le loro strutture e il nuovo funzionamento, senza mai averne conosciuto effettivamente uno, se non quello narrato negli interventi e concepito solo sulla carta.
Sarà difficile trovare nella relazione del Segretario Generale della CGIL Area Vasta Centro, niente delle effettive condizione in cui tante cose del suo agire politico, organizzativo, personale e umano hanno effettivamente lasciato o cambiato nella CGIL Area Vasta Centro. Di sicuro non parlerà dei tanti accordi che lui stesso ha sottoscritto, dimenticandoli di averi sottoscritti. Lasciando le persone oggetto di quegli accordi in balia dell’indifferenza di tutti. Penso che sarebbe scortese da parte sua non ricordare nella relazione i compagni andati in cielo. Di si curo scorderà, quelli che il suo agire politico ha scartato. La compagna del nazionale, non sentirà nella relazione del Segretario Generale Enzo Scalese, che grazie alla complicità di altri, anzi, di un solo individuo che ha scambiato la fedeltà all’organizzazione in un baratto per proteggere le sue relazioni e prerogative sindacali, per meno di 30 denari sono riusciti a pugnalare alle spalle un lavoratore e con il pretesto della pandemia lo hanno isolato per sopprimerlo definitivamente. Quello che loro stessi chiamavano, compagno, fratello, amico, collaboratore o collega, ormai diventato nelle loro bocche un mantra d’ipocrisia e malafede.
Forse non si parlerà dei nomi e dei cognomi di quelli che chiamandosi compagni, non hanno in nessun modo sfilato il pugnale dalle spalle, ma hanno dato agli altri la possibilità di “rotighiarlu ntre costati”. Forse la compagna del nazionale non lo troverà scritto nella relazione che gli sarà consegnata dal Segretario Generale Enzo Scalese, ma sarà di sicuro iscritto se vuole leggerlo, sulla pelle e dentro le nervature di chi è stato considerato dentro l’organizzazione uno scarto e pugnalato alle spalle. Il pugnale è ancora infilato dietro le spalle dello scartato e se non morirà dissanguato, di sicuro trapasserà per il tetano sopraggiunto. Difficile sfilarlo da soli, le mani non ci arrivano. Se eventualmente la compagna del nazionale lo vuole vedere, sarò disposto ad accompagnarla. Quello che non ha potuto fare la Pandemia, lo ha fatto il Segretario Generale della CGIL Area Vasta Centro con la complicità meschina dei falsari burocratici.
Il sindacato non è tanto diverso da tanti altri ambiti. C’è il buono ma c’è anche il male. Da per tutto. A mio avviso il problema comincia a farsi sentire quando il male prende il sopravvento e viene legittimato dalle maggioranze devote e dalle autorevolezze irreali. Ormai è altrettanto certo che non esistono: posti, luoghi, partiti, sindacati, parrocchie, chiese, comuni, né persone, né ideologie che possano arrogarsi la presunzione d’essere moralmente o eticamente superiori ad altri. Quello che è successo a Soumaoro, e a Panzeri, è il segno di quanto il degrado riesce a vestirsi bene con capi firmati e solidarietà predona. A me non servono le sentenze del tribunale ne i capi d’accusa ha generarmi una delusione che non si rimarginerà con una sentenza passata ingiudicato. E più passa il tempo e più vengono fuori cose che mi fanno pensare a quanto i valori della solidarietà, la lotta per le ingiustizie e per il pane, per un salario giusto e contro ogni forma di sfruttamento, possono essere usate da tanti per dare alla luce il più orribili dei delitti: quello di speculare sulle disgrazie altrui. Forse nell’immaginario di Soumaoro la moda è un diritto, ma nel mio no. Tutto quello che serve per generare il superfluo, se non è collettivo e di tutti, sarà solo strumento e mercificazione. Il lato buono del capitalismo e del consumismo non esiste, nemmeno quando abbellisce culi e seni abbondanti sui social. Ci sono quelli che si indignano per le cose che vengono veicolati sui social, poi rimangono indifferenti se le stesse ingiustizie sono da loro stessi nascoste nel loro quotidiano politico.
Il mondo è cambiato e anche gli ambiti sono cambiati il sindacato è cambiato. Il richiamo etico e morale che poteva essere riscontrato nel passato, non è più un valore, anzi, un limite fatto di consuetudini diventate loro stesse leggi morali ed etiche. Tutto nascosto nel solito: non si sapeva, non abbiamo notato niente, era una brava persona, non ho nessuna responsabilità. Io penso che chi ruba nel piccolo, ruba pure nel grande, e non trovo nessuna differenza tra il rubare borsoni di soldi, o pugnalare un lavoratore alle spalle che fino a poco prima era considerato un compagno un amico un fratello. Parole che non hanno senso e si scrivono o si leggono, solo per dare gli auguri i complimenti le condoglianze e persino i “cughiuniatti” sui social. Il contesto viene drogato dall’indifferenza, e l’individualismo per alcuni aspetti criminogeno, è la salsa che insipidisce tutto. Costretti a un mangiare sciapo con il retro gusto amaro, e a dire sempre: sono d’accordo con la relazione del compagno Segretario Generale.
Ho sempre riconosciuto ai dirigenti nazionali un valore umano, etico e morale. Pensavo che il percorso politico e professionale nel sindacato, fosse di per se una garanzia. Persino nelle parole che in alcuni casi nei loro interventi pronunciavano, davano sicurezza, ne sentivi effettivamente il valore. Ma una cosa sono le parole un’altra cosa è la coerenza con le parole dette. Ogni parola ha il suo portato, il significato non si riduce alla sola accezione letterale, ma si porta addosso tutto un vissuto, che da alle stesse parole, quando esse vengono pronunciate o scritte, il profumo della coerenza.
No, la compagna del nazionale Tania Scacchetti, non leggerà, ne sentirà di queste cose nella relazione del Segretario Generale Enzo Scalese. E nemmeno vorrà saperne. Ormai è chiaro, che tutto quello che si fa al di qua del Pollino, e in special modo nella CGIL Area Vasta Centro, sarà ridotto alla sola narrativa congressuale. Ma forse la stessa compagna è un po abituata, non è la prima volta che presiede incontri, riunioni, attivi, al di qua del Pollino. Se dovessi chiederle ad esempio, come è andata a finire la contrattazione sociale o di sito all’Università e al Materdomini, dovrebbe prendere atto lei stessa che le parole non hanno significato se pronunciati per solo devozione.
Come non hanno significato le parole non dette sul comparto igiene ambientale. Forse qualcuno, in qualche intervento, parlerà e li chiamerà operatori ecologici, soltanto per dargli quella visibilità che non hanno sui loro posti di lavoro; quando devono ottenere i benefici per l’unificazione contrattuale che hanno avuto di recente. Non sentirà parlare di storie di spazzini, costretti ad essere merce di scambio elettorali nei diversi comuni. Non si parlerà nella relazione di spazzini, ma solo di operatori ecologici che già dal nome, suona come una presa per il culo. Non troverà nella relazione i datti effettivi della partecipazione allo sciopero del 12. E non potrà mai valutare, quanto il sindacato abbia nei lavoratori delle tre provincie Catanzaro Crotone e Vibo Valentia un vero ed effettivo consenso.
Anche per l’uso delle parole, vi rimando ad un libro, anzi a due: Magistero sociale di dialogo e diplomazia, nel quale San Giovanni Paolo II ad un giornalista che gli ha domandato: Ma Lei cosa fa come Papa? Lui gli rispose: “io non ho grandi cosa da fare. Sono come uno spazzino. Cerco di pulire la strada su cui deve passare l’azione di Dio”. L’altro di Steven Pinker, Fatti di parole.
Tante cose non leggerà la compagna del Nazionale, ne li sentirà dalla relazione del Segretario Generale. Le ingiustizie perpetrati con astuzia e furberia, che colpiscono quelli che al di qua del pollino non hanno un rete di protezione amicale e di cordata dentro la CGIL, sono di più facile scarto. E la loro soppressione, può essere effettuata, attuando tutti i comportamenti che nemmeno un padrone di una qualsiasi azienda avrebbe usato. Forse l’autorevolezza della compagna del nazionale può sopportare gli scarti, come li ha sopportati e li sopporterà senza nessuna riserva morale, etica, umana, il prossimo Segretario Generale, per la quale lei stessa sarà costretta a riconfermarlo per i prossimi anni alla guida della CGIL Area Vasta Centro.