Lo chiama marketing per non chiamarlo:
Cughjunetta
Sarebbe stato tutto coerente con i bianco delle loro vesti, se, per un giorno della loro vita, si fossero vestiti da spazzini e avessero con la scopa e l’itrante in mano, ripulito loro stessi lo spazio dell’niziativa. Una sorta di contraddizione in termini. Se voglino veramente rilanciare la loro terra e la loro Città, dovrebbero sporcarsi le mani, non indossare abiti candidi.
Ormai a Catanzadaro di candido c’e solo la “naca”, e “u morziadu”, e se rimane ancora inpiedi, il Ponte. Di tutto il resto, ci pensa il sindaco Abramo nei consigli comunali straoridnari, fatti apposta per soddisfare gli interssi degli amici e delgi amici degli amici.
Quantu cunnu d’amici ava u Sindacu Abramo.
PS. ma l’occupazione del suolo pubblico, “a paganu”? Con tutte le scrisce blu che hanno fatto a Catanzaro, non fargliela pagare sarebbe tutt’altro che Cena in Bianco, “ma nu vuammicu all’aperto”.
Cena in Bianco: è una cena “fai da te”, ognuno prepara e porta tutto da casa; ognuno prepara l’allestimento per la propria tavola: candele, fiori, lanterne, centritavola, segnaposti, menu, bolle di sapone e palloncini; ogni partecipante porta tovaglia e tovaglioli in tessuto, posate in metallo, piatti in ceramica, bicchieri in vetro (assolutamente vietati carta e plastica); ognuno sceglie il proprio menù e lo prepara; in tavola sono permessi solo acqua e vino (assolutamente vietati i superalcolici); ognuno porta il sacchetto della spazzatura e porta via tutti i rifiuti.
La povertà in Italia
Le stime diffuse in questo report si riferiscono a due distinte misure della povertà: assoluta e relativa, che derivano da due diverse definizioni e sono elaborate con metodologie diverse, utilizzando i dati dell’indagine campionaria sulle spese per consumi delle famiglie.
Nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778 mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui; rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui.
L’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4% per gli individui (da 7,9%). Due decimi di punto della crescita rispetto al 2016 sia per le famiglie sia per gli individui si devono all’inflazione registrata nel 2017. Entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005.
Nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta fra i minori permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208 mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%).
L’incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.
L’incidenza della povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento. Il valore minimo, pari a 4,6%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (9,6%).
A testimonianza del ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale, la povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento operaio, l’incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%).
Cresce rispetto al 2016 l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie con persona di riferimento che ha conseguito al massimo la licenza elementare: dall’8,2% del 2016 si porta al 10,7%. Le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata, mostrano valori dell’incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%.
Anche la povertà relativa cresce rispetto al 2016. Nel 2017 riguarda 3 milioni 171 mila famiglie residenti (12,3%, contro 10,6% nel 2016), e 9 milioni 368 mila individui (15,6% contro 14,0% dell’anno precedente).
Come la povertà assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se la persona di riferimento è un under35, mentre scende al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne.
L’incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per le famiglie di operai e assimilati (19,5%) e per quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (37,0%), queste ultime in peggioramento rispetto al 31,0% del 2016.
Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l’incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni sul territorio (29,3% al Centro, 59,6% nel Mezzogiorno).