I cacciatori di coccinelle, indennizate.

Alcune indiscrezioni che circolano nel paese dicono che l’ex assessore e l’ex vice sindaca, stanno provando a ricandidarsi per le elezioni amministrative indette per il 20 di settembre.

Sono rimasti pochi giorni utili per presentare le liste. Io spero che siano tutte delle sciocchezze e rimarranno tali. Spero che siano le solite cose che si dicono e si fanno circolare prima della presentazione delle liste. Magari per sondare il terreno. Una sorta di sondaggio o primarie fatte come si suol dire, “ala carlona”, o “a cazzi e cana”.

Spero che siano tutte campate in aria, perché se fosse vero le cose si complicano, il nodo si sgarbuglia e altre cose vengono alla luce e li possiamo leggere con più giusta attenzione e raziocinio elettorale.

Se dopo aver portato il paese nello stato in cui si trova oggi, i soliti noti continuano ad usare giocattoli elettorali, magari con la complicità delle solite liste civetta, il senso di tutto a partire dalle dimissioni rimane uno: continuare a perpetuare quello che l’inchiesta giudiziaria ha fatto emergere, magari ripulendo la lista della figura che in questo momento è più scomoda. Naturalmente basta l’inchiesta e quello che è venuto fuori dalle intercettazioni ambientali a delegittimare ogni possibilità e sbarrare la strada a tutti gli ex consiglieri comunali. Troppo facile e troppo meschino, pensare di essere immuni dalle conseguenze politiche etiche e morali, di quello che il nostro paese per responsabilità propria di tutti i consiglieri sta subendo.

Voglio ricordare ai miei compaesani tutti, ma specialmente ad uno: una cosa è la verità giudiziaria un’altra è quella: storica, morale, etica e politica. Se con la prima si rischia la galera, con la seconda per quanto mi concerne è una cosa più grave della galera. Perché se la prima limita la libertà, la seconda della libertà ne fa merce negoziabile.

Se le voci che circolano sulle composizioni delle liste e le telefonate che si raccontano sono vere, allora tutte le carte oggi messe sul tavolo, devono essere lette diversamente. Diversamente dovremmo leggere le frettolose dimissioni del Sindaco e dei consiglieri di maggioranza e di opposizione. Nel contesto di oggi si va concretizzando che le istintive e frettolose dimissioni, non sono state poi tanto istintive e tanto frettolose. Ma ponderate e strategicamente elaborate. Se le voci si realizzeranno nei fatti, allora vuol dire che li possiamo far rientrare in una possibile strategia che a mio modesto parere è più da sopraffino avvocato, che dalla volontà istintiva di difendersi e di dimostrare la sua totale estraneità ai fatti, liberandosi frettolosamente della responsabilità da Sindaco.

Se il giocattolo che i gli ex assessore e ex vice sindaca stanno mettendo in piedi, per deduzione quasi logica altamente probabile, non si può escludere che l’ex sindaco sapesse, che dimettendosi in quel determinato giorno e non una settimana dopo, le elezioni amministrative sarebbero state non come pensavano tutti a primavera, ma il 20 Settembre prossimo, insieme al referendum Costituzionale. La fretta è tanta, e per dare una sorta di unita d’intenti per la nuova lista, si dice pure che sono stati contattati anche i consiglieri d’opposizione. In verità si fa prima a indicare chi non è stato chiamato. Se in tutta questa vicenda i consiglieri coinvolti avessero un senso civico. Se sentissero la responsabilità che si sono assunti verso il paese, e non solo verso la persona del sindaco, o verso la famiglia o le famiglie, non saremmo in questa situazione di abbandono.

Non vorremmo che tutta questa recita elettorale, fosse utile solo a prendersi qualche rivincita sull’immagine, che ad oggi e stata sbiancata dall’inchiesta “Imponimento” di Gratteri. Perché di certo, non saranno elezioni falsificate a ridare un’immagine nuova, a chi ha perso la vecchia.

E’ da irresponsabili, lasciare il paese nelle mani di un Commissario, e sapere che l’elezioni sarebbero state cosi ravvicinate. Se avessero ascoltato le richieste di dimissione che durante la chiusura di marzo gli abbiamo rivolto, oggi almeno avevamo un Commissario che avrebbe pianificato interventi per la sicurezza delle persone. Specie in questi primi giorni di agosto, dove si stanno registrando aumenti esponenziali di contagio nei comuni limitrofi. Se poi aggiungiamo che persino il commissario nominato è in ferie, il quadro dell’abbandono si dipinge tutto da solo. A noi ci pensa la Santelli, con i suoi provvedimenti come è avvenuto per i mesi di chiusura. – resoconto di una quarantena obbligatoria-

Abbandonati nella chiusura per incapacità amministrativa.

Abbandonati dopo la chiusura per irresponsabilità amministrativa.

L’ex assessore aveva promesso che ad agosto si faceva una festa, per onorare il motto che durante la chiusura si gridava dai balconi: “Andrà tutto bene”. Nostro malgrado, la festa non ci sarà, perché l’ex assessore, sta presentando la lista tentando di ricandidarsi nuovamente. I quasi quindici anni d’amministrazione, non gli sono bastati. Nemmeno da assenteista, perché è certificato dalle delibere di giunta che per la quasi totalità, lui è stato sempre assente. Se non credete a me, basta una ricerca delle delibere sull’albo pretorio. Prendetene dieci e contate quante volte è stato assente. Poi proiettatolo per tutti gli anni d’incarico. Una volta che avete fatto questo calcolo, quando lo vedete per strada ditegli che se ha percepito l’indennità, sarebbe onesto restituire quello che ingiustamente ha intascato. Ci si strappa le vesti per i parlamentari che hanno richiesto il bonus di 600/1000 euro, ma quando i furbetti li abbiamo in casa, la loro furbizia non è un’infamia, ma una coerente normalità. Anzi un valore aggiunto. Se ci fosse etica politica e rispetto per il paese sarebbe giusto che l’assessore come i parlamentari restituisse il mal tolto e come i parlamentari che sono stati sospesi dai loro partiti ed esclusi da possibili candidature alle elezioni di settembre. Sarebbe etico che la stessa cosa facesse il nostro ex assessore. Altre giustificazioni o narrazione di comodo saranno solo le solite: “cughiuanniatti“. Ma al di la delle indennità, il lavoro politico di un assessore, passa dalle delibere di giunta. Il lavoro politico del nostro assessore è certificato dalle delibere e tutte le parole che potrebbe veicolare per giustificarsi, rimangono perimetrali nella solita sbobba per rincoglionire la gente e farsi eventualmenmte votare.

Una fotografia, per finire è emblematica ed è la metafora di una montagna saccheggiata e abbandonata. Metafora di un assessore di un vicesindaco e della loro compagnia, sarà il programma per le prossime elezioni.