21 Gennaio 1921 – 21 Gennaio 2024 della Cgil Area Vasta Centro.
Se questi al di qua del Pollino sono stati gli eredi del partito comunista, scordatevi che il sindacato diventi forte e autorevole come lo era quando esisteva il partito. Si chiamano tra di loro compagni, ma il significato oggi per loro è totalmente alterato, dissacrato, falsato, trasformato. Tutto è iscritto nella loro storia politica, nei loro atteggiamenti, patteggiamenti, compromessi, falsità e menzogne. Se il personale, per loro fosse politico, sarebbe una maschera d’ipocrisia. Il loro pane non è condiviso, ma se lo rubano a vicenda, per ingrassare uno e affamare un’altro. Dategli un microfono o un pulpito da cui parlare e sfameranno il loro bulimico appetito di potere. Ripieni di parole senza colore, pieni di narrativa che non si incarna nella loro vita o nel loro agire, ma diventa pula per nasconderla giorno dopo giorno: fin quando sopra uno spessore indefinito di fango indurito, scordano il passato, annientano la memoria, scartano le loro parole per dimenticarle in un obbligatorio oblio istituzionalizzato. Armano le parole il riempiono d’indifferenza, quando invece di disarmarle e riempirli di rispetto, di condivisione e solidarietà, li caricano nei loro caricatori e li sparano addosso agli altri. A volte ci si riesce a scansare i colpi, altre volte fuoriescono dalle loro bocche; ma come è successo per onorevole Pozzollo di Fratelli d’Italia, nessuno si prende la responsabilità dei colpi sparati, che feriscono a volte, altre volte uccidono.
Pieni di scheletri nei loro armadi si auto compensano scambiandosi le ossa per costruire anime scheletriche disumane, costruendo verità di comodo buone per mantenersi dritti. Se dalla politica, ieri c’erano persone da prendere ad esempio per la loro coerenza, tra quello che dicevano e come vivevano il loro quotidiano, oggi, degli esempi umani e politici e sindacali, meglio fare il contrario. Alla stessa tregua di come si dovrebbe fare con Vannacci e le aberrazione che scrive e dice.
Il comportamento che hanno avuto nei miei confronti, non è un atteggiamento isolato dal loro agire quotidiano, come è stato per altri prima di me, continuerà in futuro fin quando il silenzio, l’indifferenza di tutti rimarrà sopita. Per non parlare di chi ha usato la mia situazione per generarsi un incarico o una collocazione.
Se ci fossero stati eredi del partito comunista dentro l’area vasta centro, si sarebbero battuti, non per difendere me, ma il lavoro che negli hanno ho svolto. Nessuno mai mi ha rimproverato qualcosa sul lavoro che ho svolto, anzi il contrario. Hanno giudicato negativamente il mio carattere e il mio agire politico, critico, e a volte contrario alla linea politica della maggioranza. E forse quest’ultima cosa è stata valutata per scartarmi da tutto. Meglio avere un brutto carattere che non avere affatto.
Mi piacerebbe scrivere delle iniziative sindacali dell’area vasta centro, ma ormai è diventata un’ufficio staccato di una agenzia di Ruggero Pegna. Vorrei scrivere della necessità di lavorare per organizzare uno sciopero provinciale contro i morti sul lavoro. Mi piacerebbe scrivere sul ruolo delle camere del lavoro. Mi piacerebbe scrivere sulla contrattazione di secondo livello. Oppure come aiutare i lavoratori quando si trovano in situazioni di aziende decotte, a riprendersi e rilanciare forme di cooperative. Mi piacerebbe parlare della fame e della povertà che nei nostri territori continua a mordere, valutando la possibilità di estendere in ogni comune sportelli sociali. Mi piacerebbe parlare dei migranti, non solo quando muoiono in mare, o vengono ricordati quando i loro corpi sono interrati nei cimiteri. Mi piacerebbe parlare di libri, dell’antifascismo, di pace. Avrei voluto tanto impegnarmi per portare in Calabria Francesca Albanese, una mia amica che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente. Il suo libro J’Accuse, insieme alla sua passione e formazione su quello che sta succedendo in Palestina avrebbe saputo smontare le tante falsità che i giornali e i media di casa nostra trasmettono un giorno si e l’altro pure. Per non parlare dei testi di Papa Francesco, a partire dalla sua enciclica Fratelli tutti. Oggi è più potente la politica di Francesco che il manifesto del partito comunista.
Di tutte queste cose si dovrebbe occupare la Cgil area vasta centro, ma ormai si è ridotta con la complicità un po’ di tutti, a collocare, eleggere, spostare o impagliare uomini e donne che del sindacato ne hanno fatto un loro recinto personalizzato.
Se questi sono gli eredi, nell’area vasta centro, allora meglio che l’eredità politica e culturale, si metta all’asta, si venda e la si distribuisce al popolo o ai lavoratori che con i loro atteggiamenti tradiscono.