Dopo i litigi di domenica, io un consiglio al don Angelo gli e lo do. Naturalmente con umiltà e rispetto per il suo ruolo nella nostra comunità parrocchiale. Certo, non posso conoscere le scritture o in questo specifico riferimento che faccio: i Salmi. Lui più di me li ha ruminati masticati meditati molto più di me. Le mie sono solo parole di uno scolaro di Cristo, che ancora frequenta l’asilo nido.
Quest’anno è stato costituito anno della preghiera in preparazione del giubileo. Per aiutare le persone a pregare, sono stati scritti tre libri, ma uno in particolare voglio consigliarlo, quello del Cardinal Ravasi, su come pregare con i salmi. Io, tanto tempo fa li consideravo solo poesia attribuiti per la maggior parte a Re Davide. Ma sbagliavo l’approccio, certo sono anche poesia ma non solo. Fin quando non li ho sentiti cantare da una suora e da un mio amico sulle reti sociali. “Il salterio è un dialogo di Dio con la storia”. Come si dice nel giusto termine, Salmodiare. Il suono le parole la voce messe insieme diventano concime per il cuore. Leggendoli ho capito che non possono essere separati dalla musica. Persino quando li leggi, non puoi recitarli a mente, ma almeno sussurrarli per farli assaporare al cuore. Ci sono salmi per la gioia, per l’afflizione, per i momenti difficili e per quelli facili. La loro forza sta in questa molteplicità. In questi adattamenti alla storia umana. Parlano di Dio e dell’uomo, e come si sa, anche se non era ancora nato, ma da sempre, fin dall’inizio dei tempi: di Gesù. Mi piacerebbe che arrivasse un giorno qualche teologo, che mi desse meglio di come possono fare le mie letture, che il prima e il dopo, l’alto e il basso, tutto non esisterebbe se non ci fosse stato Gesù. Il centro di tutto. Prima di Adamo e Eva, prima della creazione del mondo, lui c’era. Come d’altronde anche noi non siamo nati il giorno del nostro parto. Anche noi, ogni uno di noi è stato pensato da Dio, prima della nostra nascita.
Gli ebrei quando pregano, muovono tutto il corpo, e i salmi per i cristiani dovrebbero fare lo stesso. Tutto il corpo deve pregare accompagnato dalle parole che escono dalla bocca. Di Francesco d’Assisi si diceva che era arrivato ad un punto, che chi lo osservava quando pregava, diceva che era tutto una preghiera. Non era necessario sentirlo ma tutto il suo corpo era una preghiera a Dio.
Allora partendo dai salmi, il mio consiglio è questo. Insegna a pregare i salmi ai miei compaesani e sono certo che il loro livore si abbasserà, perché troveranno il senso della loro vita, non nelle diatribe locali ma in una sana meditazione che li libera da ogni auto referenzialità. Abbassarsi, e non starsene dritti sulla loro schiena. Devono presentarsi a Gesù, sapendo di essere niente. Come dice Natuzza: verme di terra.
“Signore Gesù cristo figlio di Dio, abbi pietà di me che sono un peccatore”. La preghiera del cuore dice questo, non dice: signore Gesù cristo rendimi superbo più degli altri che mi stanno attorno. Se poi il nostro prete riuscisse a far venire il cardinale Ravasi a parlarci di come si prega con i salmi, sarebbe immensamente più incisivo.
Naturalmente a mio modo di vedere, non esiste una tecnica più o meno giusta, la preghiera si impara pregando. Ognuno deve trovare il suo giusto modo. Come un ginnasta, per arrivare a buoni risultati, deve allenare il cuore. Non è tutto scontato e la preghiera cristiana non è una passeggiata, ma una lotta di cuore. Non serve a trovare sempre la pace. Se qualcuno pensa questo, allora è meglio fare come fanno i buddisti. La preghiera cristiana è tutt’altra cosa, ma da loro possiamo imparare la tecnica e la respirazione. Nella preghiera le prime volte tutto ti porterà ad interrompere, tutto ti scoraggerà, ma niente ti potrà far desistere, perché Gesù sarà la con te.
Come narrano i Vangeli, quando sulla barca Gesù dormiva sul suo cuscino, mentre gli apostoli impauriti governavano senza riuscire la barca dentro la tempesta. Hanno dovuto svegliarlo per far cessare il vento e placare il mare. Che strano racconto, Gesù che dormiva sul cuscino dentro una tempesta. Gli apostoli siamo noi, la barca il mondo. Il cuscino, i sogni di Gesù. Cosa stava sognando? E come erano i suoi sogni?
Quando preghiamo, se qualcosa ci impedisce di farlo, svegliamo Gesù dal suo sonno, e lui saprà riportare le cose alla giusta comprensione. Insistiamo, disturbiamolo, bussando 10 100 1000 volte alla sua porta che è la porta del nostro cuore. E lui la aprirà. Chiediamogli di svelarci le nostre colpe, di farceli capire. Si, nella preghiera anche i nostri peccati dobbiamo svelare, e lui ci può aiutare a farlo. Perché quello che può essere giusto per noi, a volte non è giusto agli occhi di Gesù.