Il sapone di Landini

Io penso e nel pensare m’assale
un tossico pensiero carnale
che mi fa abbassare gli occhi
su una strada senza sbocchi.

Distante è il vero dal capire
abissale la lontananza dal cuore
si mescolano in un andare e venire:
là, dove il tempo non conta le ore. 

Lettere passate tra le mani 
si svuotano di senso inanimate
piombo d’inchiostro parlante 
di un Don Milani che non conta niente.

Nella mente rimangono ricordi
quando il noi era un valore 
che valeva pure per i sordi,
ma vedevano bene il colore.

Non è giusto far parti uguali
dove non ci sono giusti diseguali.
Al contrario è più onesto 
pensare tutti dentro un solo contesto.

Oggi tutto si è trasformato 
dentro un codice dei pregiudizi persistenti 
dove le parole non hanno significato 
e le pratiche appaiono inesistenti:
la solidarietà è un valore traslocato.

Dentro un’iperbole d’indifferenza  
che non si fa spazzare da nessun spazzino
Landini  osanna l’appartenenza 
solo per chi sa fare, al di qua del Pollino:
un buon inchino.