Il silenzio è complice

In un mio vecchio intervento durante un congresso regionale della cgil Calabria, non vorrei sbagliare ma ricordo che per il nazionale c’era il compagno Ghiselli, ho detto che il sindacato deve smettere di limitarsi a fare minuti di silenzio dopo che si registra la morte di un lavoratore. Che pure il sindacato e i sindacalisti devono sentire sulla propria pelle la responsabilità. Non con il solito silenzio, ma facendo rumore. Non con la solita ritualità del lutto incolpevole, ma gridando lo sdegno dei morti ormai diventati quasi una abitudine sopportabile. Nella mia azione sindacale, ho messo sempre al primo posto la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro e per questo, molti, non mi sopportavano. I padroni mi odiavano per questo mio atteggiamento insistente, considerato da molti esagerato. Però ormai ho capito, che il silenzio è un atteggiamento che conviene, farsi i fatti propri senza disturbare nessuno al di qua del pollino ti protegge più della lotta. Il silenzi è l’indifferenza della CGIL area vasta centro, con l’elezione dell’attuale segretario generale e la sua segreteria confederale, composta più per sopravvivere che per fare politica sindacale, sono incapaci di dichiarare uno sciopero provinciale contro gli innumerevoli incidenti nelle province di competenza. Sono diventati un muro di gomma, sia per dimenticare la morte dei lavoratori, che le ingiustizie. Non bastano più i sit-in, non bastano più i rituali comunicati stampa, né incontrare il Prefetto quando le iniziative vengono indette a livello nazionale. La debolezza del sindacato territoriale e dell’area vasta centro è registrata dal fatto che mai si è lavorato ad uno sciopero sulle tematiche della sicurezza. Se è vero come è vero che lo strumento principale che ha il sindacato è lo sciopero, non averne fatto nemmeno uno, vuole dire solo una cosa: l’unificazione dei territori provinciali della cgil area vasta centro, cz-kr-vv, non ha rafforzato il sindacato ma l’ha indebolito. Perché non possono essere considerati le iniziative dei solo funzionari dell’organizzazione, iniziative incisive per interrompere o limitare la strage che avviene nei luoghi di lavoro. Spero che un giorno tutto questo cambierà, ma fin quando il sindacato e sindacalisti tutti, non cominceranno a gridare la loro rabbia, ci saranno sempre altri sindacalisti che con il silenzio e la ritualità indigesta dell’indifferenza soverchieranno l’unica cosa capace di cambiare le sorti del lavoro nella nostra regione.