La CGIL va in udienza da Francesco.

Landini con 5.000 sindacalisti della CGIL va in udienza da Francesco. Anche se ci sono state nella CGIL alcune posizioni contrarie all’udienza con Francesco, io sono contento, anzi felice per chi potrà andarci. In verità vorrei esserci stato anche io nella delegazione, ma differentemente della dottrina sociali di Papa Francesco, gli scarti sono il risultato della politica del sindacato nel mio territorio. E a me da scarto, mi è impensabile pensare di far parte di una delegazione sindacale. Figuriamoci all’udienze con Francesco. 

– Mt 23,3 “Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno.”

Non sono invidioso di chi può avere la possibilità di incrociare i suoi occhi. Ancora più fortunati, quelli che gli possono dire da vicino che gli vogliono bene. Come una preghiera che tanto chiede di dedicargli. Mandargli con un saluto una “buona onda”. Non so come si svolgerà l’udienza, ma il desiderio di poterlo abbracciare, nelle mie carni sarebbe stato cosi forte da farglielo sentire, anche se non avrei potuto avvicinarmi.

A mio parere le posizioni che hanno assunto alcuni compagni, non la condivido. La rispetto ma non la condivido quando pensano che un’udienza da Papa Francesco possa influenzare, riducendo, la laicità della CGIL. Non li condivido, nemmeno quando mettono sul tavolo le giuste rivendicazioni delle associazioni LGBT o sulla interruzione di gravidanza.  Per non aprire alcuna possibilità ai fraintendimenti, io sono per l’autodeterminazione della donna e il rispetto delle persone. Che essi abbiano qualsivoglia natura sessuale. La mia inversione sessuale non è diversa ne genera diritti in più di un’altra inversione sessuale. Sono un cristiano e credo che la libertà delle persone deve essere libera di poterla definire, sia in ragione delle leggi dello stato ma anche delle proprie convinzioni confessionali. La libertà è la possibilità di fare o non fare determinate scelte. Una donna che si trova nelle condizioni di dover decidere se interrompere la gravidanza o non interromperla, deve avere la possibilità di scegliere. Ma deve essere messa anche nelle condizioni di poter decidere senza che il condizionamento della situazione economica gli e lo impedisca. Io da uomo non posso entrare nella condizione in cui una donna si trova quando decide d’interrompere la gravidanza, posso provare a capire, ma non sarà mai la stessa cosa. Persino i contesti non sono tutti uguali, le famiglie non sono tutte uguali e naturalmente nemmeno le donne, e può accadere che oltre alla scelta difficile, poi debbono subire pure  una sorta di colpa sociale. Uno Stato che regolamenta l’aborto nelle sue leggi, deve mettere in campo tutti i necessari percorsi per evitare qualsivoglia discriminazione. Tutelando la scelta, sia di chi decide di interrompere la gravidanza che di chi decide di portarla a termine. 

La stessa possibilità di scelta, la devono avere le persone, quando sono costretti a vivere, legati ad una vita che loro stessi non ritengono dignitosa. Tutti coloro costretti a soffrire di un dolore insopportabile per la loro condizione di salute, possano decidere se andare in cielo o continuare a vivere su questa terra. Allo stesso modo devono essere tutelati e aiutati a sopportare il loro percorso di vita terrena nel miglior modo possibile. 

 E una mia convinzione, e mi guardo bene d’imporla agli altri, ma non sarei capace di decifrare l’universo mondo in cui viviamo, senza che ci fosse per l’uomo un’esposizione all’eterno, sapendo inoltre che quell’eterno si è fatto carne nella storia degli uomini, lasciando il vangelo come bussola. Gli argomenti sono delicati e non possono essere rinchiusi in una paginetta di parole, divorata dai social. 

Francesco è naturalmente il rappresentante di uno Stato, dello Stato Vaticano. Ma anche della sua curia, persino di quei preti immondi di cui la Chiesa nel mondo è piena. Nel bene e nel male, ma più ne bene che nel male, rappresenta tutti. Nei buoni ci sono quei tanti preti, che non tradiscono, e riescono a portare il messaggio di Francesco, e della sua Chiesa fattasi: “tenda da campo”. E in quella tenda ci puoi entrare, senza che ti si ponga addosso alcuna etichetta. 

Io nella mia esperienza sindacale, ho sempre avuto preti, vescovi, che hanno sostenuto le lotte dei lavoratori che tutelavo. A volte li ho ricercati io, altre volte sono stati loro a venire. Ma non solo io, anche altre compagne in altri territori della mia regione hanno avuto il sostegno del Vescovo.Proprio in questi mesi, insieme al sindacato con gli operai sul tetto, hanno rivendicato il pane.

Io non credo che Landini, come rappresentate della CGIL, insieme ai 5mila sindacalisti, avrebbe potuto esimersi di chiedere a Papa Francesco di andare nella sua tenda da campo per incontrarlo a nome della CGIL tutta. Io sono pure convinto che se gli portassero la Carta dei diritti che la CGIL ha presentato, ci aiuterebbe a metterla in calendario e farla votare. Avremmo più fortuna con lui, che con i cosiddetti partiti di riferimento che oggi sono rappresentati in parlamento. Registrata pure la posizione che sta assumendo sulla guerra in Ucraina, non dargli il sostegno come CGIL, sarebbe addirittura scortese, per non dire altro. 

In questo anno e nel prossimo, la Chiesa di Francesco concluderà il sinodo con il titolo “Camminare insieme”, e forse nel prossimo futuro della Chiesa, alcune posizioni verranno calibrate più sull’amore che sulla discriminazione. Forse la spinta della chiesa tedesca, aprirà ad una nuova e generale concezione della donna nella Chiesa. Una cosa è certa, parafrasando una canzone di Gaber: La chiesa si rinnova con Francesco, la CGIL forse lo farà con il XIX congresso.