Se non ci fosse stata la possibilità di avere Gino Strada commissario alla sanità calabrese, il ragionamento sui 30 anni d’esperienza sarebbero un buon punto di partenza per giudicare le persone. Ma i 30 di Zuccatelli, mai potrebbero essere pieni d’esperienza per come lo sono gli occhi e le mani di Gino Strada. Non stiamo parlando di un semplice medico, perché non tutti i medici riescono ad aprire ospedali in pieno deserto. Se è riuscito a superare la burocrazia santa dei talebani, figuriamoci se non ci riesce con quella delle nostre parti fatta di clientela e mafia. Se riesce a salvare vite umane sotto le bombe di una guerra, come potrebbe non farlo nella sanità Calabrese, anch’essa “santa” ma per altri ragioni che non hanno a che vedere niente con la religione. Che differenza c’è, tra le bombe sganciate in guerra e quelle che la criminalità organizzata sgancia e ha sganciato sulla sanità calabrese. Da più di dieci anni si parla dei buchi nel bilancio della sanità Calabrese. Quale mano ha sganciato la bomba che ha fatto questi buchi? Uno tra tutti, l’ex presidente della regione Scopelliti.
Il teatro di guerra in Calabria è stato il commissariamento. Sia le bombe di una guerra guerreggiata che quelle che sono esplose dentro il bilancio della sanità calabrese, lasciano dove impattano sempre il solito buco. Alla fine, il governo ha capito che in Calabria la Sanità era in guerra, e ci ha mandati Cotticelli generale dei Carabinieri in pensione. Ma nemmeno lui né è uscito vincitore. Qualcuno ha scritto che in guerra un generale che non prevede una possibile ritirata è un suicida. Sfortuna ha voluto che il nostro generale in pensione, più che al suicidio ha pensato alla pazzia.
Quanti ne sono passati di commissari e per quale motivo un altro commissario della stessa fattura, anche se diverso dagli altri, se pur bravo e dotto come Zucatelli, potrebbe in guerra evitare che le bombe esplodono; quando lui stesso dopo le dichiarazioni di Cotticelli da Giletti, ne ha fatto esplodere una dentro il bilancio della Sanità Calabrese, prima che lo stesso fosse nominato commissario. Bomba armata nella alla gestione che fu, della Fondazione Tommaso Campanella, ma esplosa oggi.
Su Zucatelli, abbiamo si certo il suo curriculum eccezionale, ma abbiamo anche altra roba, che potrebbe già di suo, squalificarlo per l’incarico. Il nome di Zucatelli nasce dentro una logica troppo legata alla politica e le basi messe in campo, non potranno impedire il superamento del commissariamento della sanità calabrese. Quello che tutti auspichiamo.
Con il nome di Gino Strada, tutto sarà diverso, perché quello che introdurrà, non sarebbe solo una semplice gestione dell’emergenza sanitaria in Calabria, ma un sistema territoriale al di qua del Pollino che possa competere e contrapporsi alla gestione privatistica della Sanità del nord. Se la sanità pubblica del nord poggia le sue gambe sulla Sanità privata, perché non averne una in Calabria che invece di arricchire la sanità del nord, – sappiamo tutti il flusso di malati che debbono emigrare per curarsi – possa essere un modello di una Sanità totalmente pubblica al SUD.
Io se penso a Gino Strada, penso ad una sanità territoriale. Quella che arriva dove non arrivano i burocrati. Penso che possa aiutare più lui la Calabria di tanti altri. Non solo per come superare l’emergenza attuale, ma per cementificare le basi di una sanità per tutti pubblica. Lui ci aiuterà, ma il grosso sarà sopra le spalle dei Calabresi. E soprattutto della politica calabrese, specie in previsione delle prossime elezioni Regionali a febbraio.
Con Gino Strada, persino i politicanti si devono confrontare, sia quelli di destra che di sinistra o spuri, e forse emergeranno le contraddizioni, che hanno mantenuto il commissariamento perpetuo in Calabria. Si capirà chi veramente vuole una sanità pubblica e chi invece privata. Gino Strade sarà lo sparti acqua tra i due interessi. Avremmo si, un commissario, ma anche tanto altro. Con Zuccatelli nient’altro che un nuovo commissario dotto e professionale con tanta carriera. Meglio il primo.