Il congresso della Fiom cgil Area Vasta Centro, Catanzaro Crotone e Vibo Valentia, non sarà come tutti gli altri congressi che si celebreranno. Il nostro sarà di scioglimento, anche se la parole giusta è soppressione.
Per rifarmi al melodramma italiano, potrei citare la furbata mortifera, che Cavaradossi ha subito al Castel sant’ Angelo nella Tosca. Un ordine del giorno interpretato male dal plotone burocratico, lo ha soppresso a fucilate. La stessa fine mortifera che sta subendo la Fiom Area Vasta Centro. (*) Sempre rimanendo nel melodramma, potrei prendere a prestito il nodo avviluppato della Cenerentola di Rossini per decifrare meglio la regionalizzazione. (*) Ma anche, la calunnia è un venticello dal Barbiere di Siviglia, potrebbe descrivere meglio, almeno il contesto dentro il quale la regionalizzazione è stata avviluppata . (*)
Il punto all’ordine del giorno era cosi formulato: “Discussione su Regionalizzazione della Categoria”, ma con l’approvazione della delibera già pronta da votare, l’ordine del giorno è diventato come sempre succede un adempimento imperativo. Un colpo da sparare, un’istanza congressuale da sopprimere. Tutto naturalmente ossequiato e voluto dalle istanze nazionali. Tutto voluto dall’alto e calato al di qua del Pollino.
Anche un’altro parallelismo, ma questo più concreto e contemporaneo della Tosca, lo possiamo fare con il Senato. Se i presenti non votanti legittimano la votazione per far cadere un governo, nel direttivo della Fiom AVC, il presidente del direttivo, assente ormai da parecchio tempo, dovrebbe al contrario di come si fa in Senato delegittimare le decisioni che si assumono senza di lui. La reiterata assenza del presidente, non viene letta politicamente come un distacco completo dalle scelte organizzative e politiche, anzi al contrario gli viene dato lo stesso valore del Senato, ma nel nostro caso con il senso contrario: se non vieni, legittimi tutto. Questa è la lettura che il segretario generale della Fiom, assumendo a se le veci da presidente del direttivo ha colto. E noi tutti, per non venir meno a una qualsivoglia consuetudine burocratica abbiamo votato all’unanimità la delibera. Io stesso potevo astenermi o votare contro, ma come si dice in questi casi: chi si estranea dalla lotta è figlio di una signora non tanto per bene.
Dobbiamo registrare che oltre alle veci da presidente del direttivo, il segretario generale della Fiom AVC, nonché segretario della Fiom Regionale, in questi ultimi anni è stato un asso piglia tutto. Prima, subentrando al posto del compagno segretario generale prematuramente scomparso, come reggente. Poi facendosi eleggere segretario generale della FIOM Area vasta centro, senza mai ristabilire una nuova segreteria che avesse un legame con gli stessi territori provinciali. Ma anche questo aspetto è mancato, e dopo l’ulteriore e prematura scomparsa del rappresentante della Fiom di Crotone, il segretario generale ha mantenuto su di se tutte le prerogative territoriali delle Fiom Area Vasta Centro.
Eppure dopo la sua elezione, con i centri regolatori nazionali, avevano assicurato una più ampia e territoriale gestione, ma tutto è stato concentrato nelle mani e nella testa di un unico soggetto. Il segretario Generale Fiom piglia tutto.
Con le più disparate motivazione il percorso di regionalizzazione viene fatto passare come l’unico modo migliore e esistente per rafforzare nei territori Provinciali la Fiom. Avendo una struttura centralizzata e regionale per pianificare con più efficacia la direzione politica. Persino la deliberazione scritta sul foglio era una sorta di modello già prestampato. Nonché la velocità con cui queste cose vengono fatte è segno di una preconfezionata gestione burocratica. Una sorta di ossimoro dove il concetto territoriale viene ridotto in un aggettivo solo per definire una istanza congressuale da sopprimere. La più grande abilità emerge, quando si cerca di giustificarla, supponendo una più ampia democrazia e partecipazione.
Non ci vuole un mago, neppure un analista, nemmeno un sociologo, per capire che più ti allontani dal territorio più lo marginalizzi e più la partecipazione viene meno. Potrei anche su questo citare qualcosa di più dotto, ma mi rifaccio alle stesse parole dello stesso Segretario Generale Fiom Area Vasta Centro da lui stesso scritti in un articolo su una rivista importante, sulle qualità del sindacato.
“La nostra quotidiana esperienza, di un sindacato nel territorio più che nella fabbrica, ci fa dire che il nostro attuale modello organizzativo stenta ad intercettare le aspettative generali dello stesso e soprattutto non è di realizzare procedure che abbiano cogenza sui fatti. Sapere coniugare, senza sovrapporla e senza negarla: contrattazione di secondo livello, contrattazione sociale territoriale, tutela individuale, questo deve essere per noi il nuovo orizzonte organizzativo.” (*) Carta Settembre 2004 .
Sono parole scritte nel 2004, ma io credo che abbiano oggi, ancora con più forza, un valore assoluto, corrispondenti alla politica sindacale che Fiom Area Vasta Centro dovrebbe perseguire.
Se dovessi rifarmi alla letteratura, prenderei come esempio l’unificazione del comune di Lamezia Terme, draccontata da Gianni Speranza nel suo libro, nonché la frustrazione territoriale che l’unificazione ha generato.
“Perciò sarebbe stato bene accompagnare l’unificazione con una discussione, larga e approfondita, sui progetti possibili e condivisi, che la nuova città avrebbe dovuto promuovere”.
A questo punto qualcuno mi potrebbe dire che l’esempio è sproporzionato? Certo, lo è, se riducessimo l’unificazione soltanto da un punto di vista organizzativo e di gestione del territorio per tutte le istanze che impatta. Non lo è, se parliamo di lavoratori e dei loro diritti di tutela. Nessuna unificazione che abbia una portata sia piccola che grande, può prescindere dall’effettiva volontà di unificarsi, di quelle persone a cui la tutela sindacale è rivolta. Se la maturazione non avviene prima di tutto dai lavoratori, qualsiasi unificazione sia piccola che grande, di comuni o di organizzazioni sindacali sarà fallimentare, incorporando le stesse frustrazione di cui racconta Speranza nel suo libro.
Anche negli interventi dei compagni del direttivo si è registrato tra le righe un pensiero di procedura burocratica imposta dall’alto. Ma per ragioni di mal di testa, si è deciso di forzare la mano e far passare la delibera per la soppressione della FIOM Area vasta centro. Anche gli stessi comitati direttivi, sono svuotati del loro impatto territoriale, considerato che tanti componenti nei diversi territori appartengono a grandi aziende e la loro tutela viene svolta principalmente dai coordinamenti nazionali.
Sopprimere istanze congressuali con la dicitura: partecipazione e territorio, è ormai un etichetta burocratiche svuotata di senso, niente di più. La Fiom Area Vasta Centro, aveva già intrapreso un percorso di unificazione territoriale, ma dentro un altro percorso che unificava la stessa confederazione delle provincie di Catanzaro Crotone e Vibo. Facendola diventare per dimensioni e iscritti, la Prima Camera del Lavoro della CGIL al di qua del Pollino. L’unificazione della Fiom di Catanzaro di Crotone e di Vibo Valentia, in un solo soggetto politico aveva il suo senso dentro l’unificazione territoriale della stessa CGIL. I rapporti organizzativi che la Fiom Area Vasta Centro aveva con la confederazione erano sia di natura politiche che organizzative, ma anche di solidarietà e di sostegno economico del lavoro che si svolgeva nelle diverse province. Se ai segretari generale prematuramente scomparsi della Fiom dell’Area Vasta Centro, oltre ad avere un corpo deperibile gli avessimo riconosciuto per statuto un anima politica da rispettare, oggi quel progetto non sarebbe cancellato con una forzatura burocratica. Se le idee camminassero oltre che sulle gambe delle persone, anche dentro la loro anima, oggi la Fiom Aria Vasta Centro non sarebbe soppressa.
La Fiom Area Vasta Centro, non è stata messa nelle condizioni di poter lavorare, sia per i fatti drammatici che ha dovuto subire, ma anche per colpa dei comportamenti, sia di natura confederale che di categoria hanno voluto alimentare. E adesso si capisce bene, per quale ragione tutto è successo. Però mi permettete questa volta di prendere le parole di Matteo 13,24-30. Non perché sono il verbo, ma meglio raccontano quanta zizzania e quanto grano alla fine del raccolto si è scelto di tagliare.
Ci sono delle cose che è difficile far comprendere a chi non li ha vissute e a chi non conosce i vari documenti d’organizzazione approvati ed entrati nella prassi amministrativa dell’organizzazione. Sia il documento d’organizzazione approvato con la Camusso che quest’ultimo con Landini, hanno tutti gli strumenti per rafforzare territorialmente sia le categorie che la confederazione, se venissero interpretati e applicati non per salvaguardare i sindacalisti, ma tutelare lavoratori.
Se potessi mettere in ordine tutte le potenzialità che può avere la Fiom Area Vasta Centro nel nostro contesto territoriale, sarebbero di più delle ragioni che sostengono la sua soppressione.
Potevamo avere un ruolo importante nella contrattazione di secondo livello. Ma registriamo anche su questo punto, che al di qua del Pollino, abbiamo docenti della Fiom per la contrattazione di secondo livello, ma non abbiamo scolari che la mettono in pratica. Tante sono le potenzialità, da far esplodere il foglio.
Voglio essere ottimista e finisco parafrasando una citazione che tutti conoscono : Dalle regionalizzazioni non nasce niente dalla terra nascono i fiori. Basta sporcarsi di più, un po le mani.
Firmato un cristiano indigesto della Fiom Area Vasta Centro