La trappola dell’autorealizzazione del Segretario Generale CGIL Calabria.

Una volta, quando ho iniziavo la mia esperienza sindacale dentro la CGIL, molti capelli fa, un vecchio segretario mi ha detto: “Col partito devi chiudere, se stai dentro il sindacato”. In un primo tempo ho vissuto quella richiesta come un impedimento alle mie prerogative politiche dentro l’organizzazione. Poi con il tempo capendo meglio il sindacato il suo statuto e i suoi regolamenti e vivendo sulla pelle quello che avevo solo studiato sui testi, questa prima apparente limitazione mi è diventata con il tempo un combinato disposto. Non solo l’ho fatto mio, ma l’ho assunto come principio come legge non scritta come regola aurea, attraverso la quale forgiare la mia etica sindacale. Se per me è stata una auto regolamentazione dell’etica, successivamente anche la stessa CGIL ha adottato il Codice Etico che adesso fa parte integrante dello statuto dell’organizzazione. Oggi tutti gli iscritti e tutti i funzionari sono soggetti allo statuto, ma anche al codice etico. Io per praticità, mi sono costruito un testo unico e ho messo dentro sia il codice etico della CGIL, che il mio modo di intenderlo, derivante dalla “regola aurea” indicata sopra.

Ho fatto questa piccola premessa per articolare un ragionamento conseguente da una impressione che mi è scaturita dopo alcuni comportamenti di alcuni funzionari della CGIL al di qua del Pollino, in riferimento ai rapporti con i partiti, e in special modo il PD. Anche le mie ultime letture di questo ultimo mese dell’anno, hanno dato alle mie impressioni una ragione d’esistere.

Non sfugge a nessuno che l’organizzazione territoriale della CGIL Area Vasta Centro in questi ultimi anni è stata impegnata attivamente nelle campagne elettorali per l’elezioni regionali. Sia le ultime che le penultime. Non sfugge a nessuno che in alcuni casi, persino nei diversi territori, alcune articolazioni della CGIL come le Camere del Lavoro territoriali, sono soggetti più al proselitismo elettorale che a quello sindacale. Non sfugge a nessuno, che alcune categorie sindacali, hanno un’ascendenza politica per quello o quell’altro candidato. Non sfugge a nessuno, perché in altro modo, oggi dentro le reti sociali possono essere ben individuate le eccessive ingerenze politiche di questo o di quell’altro partito di questo o altro candidato. Non c’è bisogno di aspettare formali segnalazioni, i profili sui social sono inondati di foto parole opere e omissioni, che se li dovessimo riportare tutti al codice etico della CGIL: dovremmo farci prestare l’aula bucherar dal Dottore Gratteri a Lamezia Terme per poterli esaminare tutti. Se il nazionale, e nello specifico la compagna Ivana Galli, volesse veramente valutare se le indicazioni veicolate a tutte le strutture con le sue circolari sono state seguite oppure rimangono solo retoriche segnalazione burocratiche, basta farsi un giro nei profili dei diretti interessati o nelle relative amicizie. La mia esperienza sindacale, mi ha insegnato anche un’altra regola, quella burocratica. Questa però faccio fatica ad inglobarla nel mio testo unico. Magari un giorno, anzi forse mai, me la farò insegnare direttamente dalla compagna del Nazionale e magari un’altro giorno la ingloberò nel mio testo unico.

Mi chiedo cosa mai vuole dire: “gestire la propria presenza ed attività in Associazioni ed Organizzazioni diverse dalla CGIL in modo tale che sia sempre chiaro ed evidente il carattere esclusivamente personale che quindi non impegna l’Organizzazione, della scelta di aderire o partecipare a posizioni o attività di Associazioni o Organizzazioni”. – Articolo 13 codice etico –

Alle ultime elezioni Regionali, abbiamo avuto candidato il segretario della Camera del Lavoro più grande della Calabria, CGIL Area Vasta Centro afferente le provincie di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. A ben vedere, l’unificazione territoriale della CGIL in questi ultimi anni, ha avuto uno scopo, e forse continuerà ad avercelo, visto le dichiarazioni del segretario generale CGIL regionale Calabria. Assomigliante più ad un collegio elettorale che una istanza sindacale rinnovata nell’unificazione territoriale delle tre province. Non vorrei profetare sulle prossime elezioni politiche, ma gli esempi e i comportamenti ci preannunciano più che una profezia, una certezza. Non bisogna nemmeno aspettare i tempi biblici delle profezie, bastano quelle elettorali delle politiche del 2023.

Se il nostro segretario generale CGIL Calabria dopo l’annuncio con il quale ha formalizzato la sua adesione al PD, proseguisse nell’impegno; appare del tutto evidente ed intrinseca nella sua stessa scelta una sua possibile conseguente candidatura alle prossime politiche. Se dovesse accadere l’organizzazione si piegherà ancora una volta e “l’esclusivamente personale” indicato nell’articolo 13 del codice etico, potrebbe sfociare in una “trappola dell’autorealizzazione” per come viene definita nel testo di Hans Kung – Ciò che credo -. “Penso alla nostra quotidianità e a un’interpretazione egoistica della propria realizzazione, che si può manifestare nella forma e nei modi più disperati in chiunque di noi”.

Se questa preannunciata adesione ad un improbabile “Partito Democratico del lavoro”, – per come è stato definito nell’intervista dal segretario regionale CGIL – sfocerà in una candidatura alle prossime elezioni politiche, quello che il codice etico della CGIL non potrà sanzionare e mai potrà normare è l’etica della “trappola dell’autorealizzazione”. Al di qua del Pollino, le circolari della compagna Ivana Galli, suonerebbero come una canto del gallo in piena notte, dove tutti hanno un sonno pesante.

Naturalmente, senza venire meno alla prima parte dello stesso articolo 13 “La CGIL difende il diritto di ogni persona ad aderire ad Associazioni o Organizzazioni nel rispetto delle idee e delle posizioni di ciascuna e ciascuno”. Se queste è vero, altrettanto deve essere vero, impedire che questo diritto di adesione non si trasformi strumentalmente in abuso della propria posizione trasformando il ruolo sindacale in una cordata di favoritismi trasversali, dentro una trappola, per come è stata definita nel testo indicato sopra.

Se un tempo la CGIL al di qua del Pollino formava dirigenti sindacali, oggi sforna candidati e candidate buone solo per le elezioni di ogni ordine e grado.