Buona Pasqua a voi tutte e tutti la profezia si è compiuta. A voi, compagne e compagni che mi avete fatto sentire come si sente uno scartato. Ho respirato lo stesso alito incarnato di un un figlio d’uomo schiaffeggiato. Senza sapere il perché i capi m’hanno malmenato. Hanno tirato a sorte su di me e scelto l’altro, che come me, aveva la stessa mia fame ma gli mancava il mio sudore. Hanno gridato dall’androne: scartatelo, non ha il giusto cognome! Ho portato la mia croce e nessuno mi ha aiutato, solo un cane si è avvicinato per proteggermi dai morsi umani. Senza la vostra indifferenza non avrei mai potuto seminarmi il seme di un dolore partoriente. Non avrei mai saputo scavarmi, dentro il labirinto delle mie carni ormai invecchiati per metà, dalle leggi del mio tempo. Senza i vostri martelli pneumatici i chiodi non avrebbero bucato i mie palmi né il mio costato si sarebbe aperto. Non avrei saputo respirare la litania del mio cuore senza le ferite del mio petto. Non ho avuto vedove, né madri né donne che mi hanno pianto né hanno avuto mai rimpianti. Ringrazio voi tutti e tutte perché senza i vostri tradimenti e i vostri artefatti interessati silenzi sarei stato come voi, chiuso in una tomba, che non si sarebbe aperta mai e mai avrebbe scoperto: il corpo scintillante di un risorto.