L’amore ai tempi del colera. 

Osservando gli avvenimenti politici e amministrativi che stanno succedendo a Catanzaro, ormai non mi meraviglio più di niente. In Calabria in molti comuni sia piccoli che grandi ci sono due diversi modi per diventare sindaco. Anche se in entrambi i modi sono legittimati dalle leggi. Dietro questa fittizia legalità si nascondono sempre metodologie e comportamenti etici e morali che fanno a cazzotti con l’onestà intellettuale dei personaggi politici che dovrebbe essere il faro che illumina le loro scelte e comportamenti.  Quando il faro si spegne e non illumina i loro comportamenti, il mercimonio gli interessi personali l’amichettismo e le cordate di potere, nel buio più cupo non perseguono gli interessi collettivi di cui sono chiamati a garantire, ma quelli perimetrali, dentro i quali, la democrazia viene manomessa e delegittimata. 

Ogni qual volta che un sindaco per evitare il commissariamento, pensa che sia più giusto manomettere la democrazia: state attenti che sotto c’è sempre il rinculo di ritorno. E alla fine non si capisce bene se è stato meglio il rinculo o sarebbe stato meglio il commissariamento. Quello che non si è potuto fare in due anni d’amministrazione, non potrà essere fatto in quelli che restano. Tutti i buoni propositi sono soltanto maschere che gli attori in questione si mettono sulla faccia, e la cambiano ogni qual volta bisogna cambiare idea o posizione politica o poltrona. 

L’ultimo bando revocato, è significativo di quanto la sinistra a catanzaro è più sinistrata che popolare. Il tempo dell’amore per la città, auspicato dal sindaco a me pare più un tempo da colera. 

Se nel mio paese  per diventare sindaco e assaltare il fortino, ci si inventa una lista civetta, a catanzaro, visto che gli attori protagonisti della politica sono professionisti di alto livello, lo chiamano rimpasto o addirittura tagliando politico, o ancora peggio rimodulazione di maggioranze ambigue. A catanzaro più che una maggioranza la parola giusta da usare è: morziadu, o trippa in umido. Democrazia culinaria al pari della lista civetta.

Dentro questa abborracciata democrazia, l’unica cosa che a me pare di rilievo è la delega ai servizi sociali di Nunzio. Io spero che il suo lavoro possa garantire alle persone più fragili e indifesi, la giusta considerazione. Spero che non ci siano più persone costrette a dormire al ghiaccio nelle piazze di catanzaro. Spero che non ci siano persone costrette a  denunciare la loro condizione d’isolamento e di precarietà per rivendicare il loro diritto a vivere dignitosamente. Spero che possa interagire con i sindacati e costruire insieme una contrattazione sociale di prossimità. Che non resti solo enunciata sulla carta ma diventi fattuale sulla carne viva delle persone e duri per sempre, al di là di chi è chiamato ad amministrare il comune.