Lassativo

Ci s’indigna per le violenze sulle donne
per le opportunità che non hanno.
Ci s’indigna per i politici furbi
per i portatori di voti e i loro poltronifici.
Ci s’indigna per i salari troppo bassi
per i morti sul lavoro.
Ci s’indigna per i migranti lasciati morire:
per le guerre, la fame, la mafia.
Ci s’indigna per l’autonomia differenziata
e la disuguaglianza che ne verrà.
Ci s’indigna per le falsità degli altri
per i rapporti umani mercificati
per le raccomandazioni facili.
Tutto diventa indignazione pubblicitaria:
manifestata, gridata, menzionata.
Ci s’indigna per la sanità privata,
mentre si prende l’appuntamento
dall’otorino laringoiatra.
Intanto il povero che ci abita accanto,
le ingiustizie quotidiane che ci alitano addosso
gli scartati, i fragili, i dimenticati
sono trasparenti ai nostri occhi.
Scivolano sulla nostra vita
nell’indifferenza e nell’individualismo
che spegne la luce su nostri passi
con dietro un mostro per compagnia.
L’indignazione veicolata sui social
diventa una purga per la coscienza.
Quella plastificata, artefatta,
che mai si vive e mai si sente.