Le bugie del segretario generale della cgil area vasta centro. 

In alcuni contesti bisogna nascondere e non fare emergere le bugie che si dicono al microfono, come quelle pronunciate dal segretario generale della cgil area vasta centro. I giornali locali non ne parleranno, anche perché in alcuni casi vengono foraggiati più per esaltare i personaggi, che informare le persone sulla realtà dei fatti nelle diverse iniziative che si celebrano.  La prima cosa che salta agli occhi dell’intervento di Scalese è la sua incongruenza dialettica, in quanto, nel suo intervento in prima battuta dice che ha dovuto restringerlo per il ritardo accumulato, per poi chiudere scusandosi di essere stato troppo lungo. Sembra una cosa da niente, ma chi lo conosce bene capisce che è il segno di quanto le sue parole escono fuori da una sorta di jukebox a gettoni. Basta mettere la moneta, per farlo sproloquiare. Dargli un microfono e un po’ di publico e lui si accende. Non è importante né necessario capirlo, perché dentro i suoi interventi retorici le parole non hanno nessun significato. A volte il Jukebox si incanta, ma come si faceva un tempo, basta tirargli un calcio per farlo ripartire. 

Di cosa potrebbe poi parlare? Forse del suo lavoro sindacale? Delle iniziative che da segretario confederale a portato avanti? Forse può parlare dei risultati della sua attività sindacale? No, non può farlo, l’unica cosa che può fare è parlare del lavoro degli altri, e in particolari di quello delle categorie sindacali. Di quelle si che può parlare. Del lavoro del Nidil sui tirocinanti. Del lavoro del Slc, per quanto riguarda la vertenza Abramo. Può farsi bello solo del lavoro degli altri, perché del suo come segretario confederale non c’è traccia. È un fatto, che persino agli scioperi dei lavoratori del call center di Abramo, né lui né nessuno della sua segreteria ha presenziato alle iniziative, insieme ai lavoratori che rischiano il posto di lavoro. Forse in quella occasione non è potuto andare perché era stato sospeso dal comitato di garanzia sud, per il suo solito vizietto di non onorare gli accordi che sottoscrive. 

La cgil da quando si è unificata in area vasta centro Catanzaro Crotone e Vibo Valentia , è stata flessa più a logiche elettorali che a quelle sindacali. Con la sua reggenza politica si è perseguito più l’interesse personale e la collocazione dei suoi devoti amichetti dentro le varie strutture della cgil area vasta centro, che perseguire l’interesse dei lavoratori che da segretario ha il dovere di difendere e tutelare.

Nel suo breve intervento ha accennato alla sicurezza del lavoro. La scenografia messa in atto per ricordare questa drammatica e criminale conseguenza dei morti sul lavoro, si è concretizzata con il solito e rituale minuto di silenzio, e con un elmetto appoggiato su una sedia, d’avanti agli ospiti. Io non credo che il silenzio sia il metodo migliore per onorare i morti sul lavoro. Specie, quando il sindacato non riesce nemmeno a dichiarare uno sciopero generale. In altre realtà al di là del pollino tanti territori, agli omicidi sul lavoro, rispondono con scioperi, a volte aziendali a volte provinciali, altre volte regionali. In Calabria invece si risponde sempre con il silenzio e le manifestazioni di sabato d’avanti la prefettura, dei soli funzionari sindacali. Questo modo di agire, non dimostra la forza del sindacato territoriale, ma la sua debolezza. Per ricordare uno sciopero regionale in Calabria dobbiamo risalire all’era delle piramidi, quando Sergio Genco era segretario organizzativo. Ma ormai anche lui, più di interessarsi della Calabria, preferisce le montagne e le escursioni. 

E proprio in ragione della sicurezza sul lavoro, il segretario confederale della cgil area vasta centro non può parlare, né in publico, ma nemmeno in privato. Lui vive in una bolla dove gli è permesso tutto, persino far svolgere il lavoro da RLST ad un dipendente dell’organizzazione, quando lo stesso durante la pandemia era in cassa integrazione. Fortunatamente, quando questo atteggiamento sconsiderato è arrivato alle orecchie del responsabile regionale della cgil Calabria, lo stesso responsabile ha dovuto immediatamente revocare la nomina. 

Anche il segretario confederale regionale Angelo Sposato, ha parlato di sicurezza sul lavoro, ricordando il protocollo sottoscritto questa estate, inerente i rischi del caldo eccessivo sui cantieri. Peccato che anche lui, non ha aggiunto le critiche che lo stesso segretario regionale della Fillea ha dichiarato sulla mancanza di controlli. In molti cantieri, lo stesso protocollo non veniva applicato. Io stesso nel mio paese ho dovuto richiamare un’azienda, e questo dimostra, che del protocollo all’effettiva applicazione, tanti non conoscevano questo strumento di tutela. I protocolli sono importanti, ma farli rispettare, specie in riferimento alla sicurezza del lavoro è più importante che solo firmarli.  

Mentre in Calabria i preti e i vescovi vengono minacciati per la loro attività sociale, i sindacalisti si auto incensano nelle iniziative ormai diventati processioni solo rituali.

“Sembriamo tutti iscritti a una sorta di talent show collettivo dove bisogna esibire il profilo migliore e nascondere clandestinamente quello peggiore.”