Se in tribunale tre indizi formano una prova, una valanga di indizi non solo formano una prova, ma tutto il cucuzzaro. Per la situazione che personalmente sto vivendo, appare paradossale, che proprio io debbo difendere l’organizzazione la CGIL e in particolar modo la CGIL Area vasta Centro, da strumentali utilizzi da parte di chi oggi, ha l’onore e l’onere di dirigerla. Il mio pensiero su come bisogna stare dentro l’organizzazione e quale rapporto bisogna avere con i partiti, l’ho scritto nel mio articolo in merito alla notizia sulla riadesione del nostro segretario regionale al PD Calabrese. Eventualmente vi rimando a quelle considerazioni per meglio comprendere il mio pensiero, su cosa è sindacato e su cosa è partito. (*) La trappola dell’autorealizzazione del Segretario Generale CGIL Calabria.
Proprio in questi mesi, il PD calabrese ha visto un’infornata di adesioni provenienti dalla mia organizzazione, per la quale il termine “Stagljata” non basta per definire quello che sta succedendo. In una sempre maggiore disaffezione ai partiti, gli affezionati del PD calabrese, guada caso sono funzionari di ruolo della CGIL Area Vasta Centro. Naturalmente non lo dite alla compagna del nazionale Ivana Galli, altrimenti penserà che al di qua del Pollino, la stanno prendendo per i fondelli, considerato le sue proverbiali circolari di richiamo alle regole agli statuti e al codice etico.
L’articolo 7 dello statuto della CGIL regolamenta le incompatibilità e difinisce quale cariche dell’organizzazione sono inconciliabili con i ruoli in altre organizzazioni partiti enti istituti ..ecc. L’appartenenza a organi direttivi di partiti e di altre formazioni politiche, nonché di organi esecutivi degli stessi o ad incarichi di formale rappresentanza, sono, per come li definisce lo statuto, incompatibili con gli incarichi dentro l’organizzazione. Ormai è evidente l’uso strumentale delle regole e in special modo dello statuto e del codice etico. Questi documenti non sono usati per difendere l’organizzazione, ma per difendere se stessi e le proprie personali prerogative dentro l’organizzazione trasformandole in pura burocrazia.
Fabrizio De Andrè diceva: “L’anarchia non è fare quello che ti pare, l’anarchia è darsi delle regole prima che te le diano gli altri”. Se poi le regole che ti danno gli altri, sono compatibili con la tua idea di democrazia e di libertà e di etica, non devi nemmeno sforzarti ad elaborarne di tue. Il sottile limite che divide l’ambito compatibile e quello incompatibile dei ruoli è sottilissimo. Tanti ormai dentro l’Area Vasta Centro, riescono a muovesi sopra quel filo precario, dove basta un niente a farti cadere da una parte o dall’altra. E proprio su questa instabile interpretazione, che ormai tanti funzionari della CGIL Area Vasta Centro, riescono a mantenersi in equilibrio, occupando contemporaneamente entrambe le postazioni.
“La scelta dovrebbe essere di generare processi non occupare spazi, ruoli o incarichi”.
L’unico processo ormai accertato nell’Area Vasta Centro della CGIL Catanzaro Crotone e Vibo Valentia è un processo d’appalto politico con il quale garantire clausole sociali a chi sta in cordata con quello o con l’altro partito o più in dettaglio uomo politico.
Molti compagni più anziani ricordano, quando dentro la CGIL c’erano le componenti. Tutto era bilanciato, avvolte no, ma il sistema reggeva aveva un suo raziocinio. Oggi non si può nemmeno paragonare il contesto storico che stiamo vivendo, con quello che ormai è solo storia del sindacato e dei partiti. Pensare di poter, per come intendono molti avere un partito di riferimento per poter incidere più concretamente, è una barzelletta di quelle che racconta Berlusconi ai suoi amichetti. Se un tempo la tessera del partito in tasca aveva un valore, e ti faceva sentire dentro una stessa comunità fatta di uomini e di donne che al proprio interesse personale posponevano il diritto di tutti, oggi in alcuni casi ma ormai diventati tanti, tutto è all’incontrario. Il partito come una possibilità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, per essere premiato da questo nuovo sistema di valori politici di cui il PD calabrese è un esemplare ormai riconosciuto da tutti i paleontologi politici in circolazione.
“Vi chiedo di non sottovalutare il valore dell’esempio perché ha poi forza di mille parole, di mille volantini, di mille “mi piaci”, di mille retweets, di mille video su YouTube.” Se dovessimo prendere l’invito che Papa Francesco ha fatto nei suoi discorsi ai movimenti popolari e applicarlo ai partiti di oggi e in special modo a tanti della Cgil Area Vasta Centro “l’esempio” non è il consiglio da seguire. Altrimenti, si rischia di confondere veramente il diavolo con l’acqua santa, per stare in tema clericale. Se dovessimo invece valutare l’aspetto etico politico, per come dichiarato dal Codice etico dell’organizzazione, allora la valutazione si ridurrebbe in un puro valore burocratico per il quale nessun esempio può essere auspicato. Ma come si vede dai nomi che compongono le assemblee territoriali dei PD calabrese è largamente usato.
Ancora ribadendo le parole di Francesco, sempre nel III discorso ai movimenti popolari:
“alcuni pretendono di monopolizzare in piccole caste. Cosi la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo…”. “L’esempio di una vita austera al servizio del prossimo è il modo migliore per promuovere il bene comune e il progetto-ponte delle Tre T. (tierra, techo e trabaco – terra, casa e lavoro)
Per tanti dentro l’Area Vasta Centro il progetto ponte non è quello delle tre t, proposto da Francesco: Terra, Casa, Lavoro, ma quello delle tre R:
ruoli, ruoli e poi ruoli .
Meglio averne uno in un posto e farlo bene, che tanti in tanti posti diversi e non farne bene nemmeno uno.
Staghjata: termine dialettale per indicare, la deviazione del flusso dell’acqua nei canali usati in agricoltura.