Lettera ai carnefici

Avrei preferito avere compagni di lavoro come li ha avuti Satnam. Poveri sfruttati umiliati, ma compagni, che hanno denunciato e testimoniato l’abominevole situazione venutasi a creare in quella azienda.  Mio malgrado ho avuto solo macchine burocratiche utili a reggere un sistema d’ingiustizia. Io fortunatamente non sono morto, ma il danno che l’indifferenza di tutti mi ha causato, per uno che si ritrova in Calabria alle soglie dei 50 anni, è come ammazzarlo piano piano. Non è facile risorgere, dovevo capire prima che fosse troppo tardi, che l’ideale la passione l’onestà intellettuale dentro il sindacato non fossero dei valori, ma al contrario disvalori. Dovevo fregarmene e pensare solo a me stesso al li la dell’etica e della morale. L’obiettivo per me era fare il sindacalista, e dopo aver lavorato per gli spazzini ho capito quanto poteva essere utile diventarlo. E a testimoniarlo non sono le mie parole ma quelle degli stessi lavoratori che ho seguito. Non ho mai aspirato a cariche né a fare carriera, m’interessava aiutare le persone, questo era il mio unico obbiettivo. E in tanti casi l’ho potuto fare, fin quando a Erode e Salomè non gli sono venute le paturnie da padroni. La stessa cosa vale per la fiom, anche se in verità tra i metalmeccanici e gli spazzini, preferivo i secondi.  Se fossi stato licenziato per aver fatto male il mio lavoro, me ne avrei fatto una ragione, ma essere stato licenziato con l’ausilio di un giocattolo burocratico, io che odio la burocrazia, mi pesa. Ma ancora di più mi pesa aver considerato tanti di voi compagni e scoprirli crumiri.  Io non ho mai incolpato l’alpa, e come qualcuno, anzi qualcuna sa, non volevo pregiudicare il lavoro della persona che ha preso il mio posto. La responsabilità, visto l’accordo sottoscritto, ricadeva sulla confederazione, ma con il nuovo segretario il peso delle parole e gli impegni, come ha dimostrato non solo nel mio caso, non valgono niente. 
Pensavo che Raffaele MAMMOLITI, poteva essere garante dei miei diritti, ma come sempre accade in Calabria, un politico si interessa solo delle sue cordate di potere. 
Avete ucciso il mio sogno, ma nessun tribunale qua in terra vi potrà condannare per questo. 
A me resta solo una speranza: “Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere.”


Buona giornata dal un sopravvissuto.