L’intuizione di una storia d’amore.
Il fruscio del vento nelle foglie più alte.
L’azzurro del cielo limpido, niente più ti serve
per raccontare una storia.
Una di quelle che si inventano,
magari d’amore per lesinare al cuore
un vibrato d’assoluto,
che tra i rami degli alberi
rimbalza in un giro sordo muto.
Un groviglio di suoni cinguettano
sulla mia testa, un abbaiare di cane
nella macchina che passa.
Una storia di montagna
e la storia che ho in testa.
Nel cuore l’immaginario prende forma
il vento si arresta. Dura poco, l’ebrezza sale.
Il vento fischia e si frena all’improvviso.
Come per richiamarti dal desiderio proibito
come se avesse intuito i riflessi del cuore
prima di battere prima di proferire
prima di immaginare o raffigurare
la faccia che vorresti raccontare.
Una storia di montagna
dove il tempo è scandito
più dal senso delle cose
che dalle cose senza senso.
Una storia di montagna e d’eresia
di un amore sagomato dall’amore stesso
che avrà un principio ma non ha un verso.
Una storia di montagna e di poesia
materializzata solo nella mente mia.