Magarìa

Quando in Calabria c’è da spendere soldi, nelle più buoni intenzioni si nasconde sempre o lo sperpero o il latrocinio.  L’occasione di questi mesi sono i fondi Por 2014/2020. Soldi finanziati dalla comunità europea che dovranno essere spesi per colmare tutte le carenze della Regione Calabria. La loro primaria funzione è quella di intervenire, insieme alle spese ordinarie della Regione e dei Comuni per potenziare e costruire dove non c’è, un tessuto economico e sociale che abbia nelle priorità quello di abbassare le disuguaglianze sociali. Come lo è stato per il programma di finanziamenti 2007 2013; la stessa attenzione si era avuta anche in quell’occasione.  

Due domande che in prima battuta mi viene da fare: la Regione Calabria insieme ai Comuni saranno capaci di spenderli?

I benefici di tutti questi canali di finanziamento europeo impatteranno positivamente sula condizione di vita dei calabresi?

Una volta mi sono trovato in un seminario informativo nello scorso ciclo di finanziamento 2007 2013. La progettualità che offriva quella opportunità, era stata spiegata come una rivoluzione che se le amministrazioni le aziende e la politica in generale ne avessero colto l’occasione avrebbe ridisegnato l’intera Regione. Da quello che ci risulta oggi, è sotto gli occhi di tutti che quella occasione per la Calabria e per l’intero tessuto economico sociale l’abbiamo persa.

I finanziamenti europei pur non essendo sostitutivi degli interventi ordinari; in Calabria sono intesi come una manna che scende dal cielo per dare pane alla fame dei calabresi. Diciamo che ormai tutti i calabresi, di questa dieta che la politica vuole veicolare, se ne son fatti una ragione e sanno capire sulla loro pelle quanto di benefici hanno portato in Calabria i finanziamenti europei. Considerato che fino ad oggi i soldi spesi non hanno modificato in bene né migliorato la condizione di vita.

Prendiamo ad esempio la nostra strada statale 106. L’unico albo pretorio funzionante, non è quello della pubblicazione delle opere pubbliche, ma delle onoranze funebri. Possiamo fare altrettante considerazioni sulla trasversale delle Serre. Imprigionata nelle solite pastoie burocratiche e nella propaganda elettorale a tutto vantaggio di qualche Onorevole a 5Stelle. Oppure possiamo considerare il piano degl’investimenti che il Governo Conte ha predisposto per il Sud. La Calabria con la sua percentuale del 2,2 % delle infrastrutture, insieme a tutte le regioni del Sud continua ad essere scarsamente considerata. I voti dati dai Calabresi alla Lega di Salvini al sud, hanno fruttato soldi per il Nord; difatti grandi sono le somme che si spendono al di là del Po’.

Mi chiedo, in quale contesto economico e sociale e infrastrutturale i finanziamenti europei si dovrebbero innestare, se fino ad oggi questo tessuto economico sociale e infrastrutturale, non si è mai creato e né si vuole creare.

Ci credo che Salvini vuole approvare il Federalismo differenziato, oggi e nel contesto economico e sociale in cui si trova la Calabria e il meridione. La riforma si articola valutando il costo storico, quello medio i fabbisogni standard a quelli standardizzati. Una riforma passata in silenzio ripropone la disfatta per la seconda volta del Sud. Questa volta non si stringono le mani al Re, ma al Capitano.

Il principio solidaristico in una ottica di unità nazionale, deve per forza accompagnare qualsiasi riforma Federale, altrimenti parliamo di dispute feudatarie, baronati, e regioni stato. Se questi sono i veri temi sul federalismo differenziato, allora io sono per posizionare l’esercito sul Pollino. La disarticolazione Regionale che si vuole creare con il federalismo differenziato, pone solo forme di contrapposizione: i ricchi contro i poveri, il nord contro il sud, il lavoratore del sud e contro quelli del nord. Contrapposizioni secessioniste che distruggono la Costituzione, che valorizza le autonomie locali in un contesto di solidarietà e unità nazionale. La disputa politica oggi accesa, a visto però nel passato, i tavoli istituzionali dove si discuteva la riforma sul regionalismo differenziato l’assenza di rappresentanti istituzionali Calabresi.

 Il dato negativo su tutto nella nostra Regione è quello della disoccupazione, arrivata ormai a livelli insopportabili. Dalla disoccupazione passa la ripresa dell’emigrazione dei Calabresi, anch’essa diventata ormai come un tempo.

Nel primo ciclo di finanziamenti 2007 2013 gli interventi maggiormente finanziati sono stati: l’Ambiente, il Trasporto e le Citta Rurali. Negli scorsi giorni la FILTCGIL insieme agli altri sindacati confederali hanno indetto uno sciopero. Proprio in ragione degli scarsi investimenti e per denunciare le condizioni oggettive delle ferrovie e della mobilità Calabrese. Possiamo dire senza smentita che oggi, i soldi spesi ieri, non sono serviti a un granché. Per non parlare della sanità Calabrese, ormai nelle mani perennemente di Commissari.

Anche per la sanità il 2 di luglio la Cgil insieme agli altri sindacati, manifesteranno, sotto le prefetture.

Se è vero che finanziamenti europei, non sono sostitutivi degli interventi ordinari, perché dorremmo pensare che il tessuto politico e amministrativo in cui si trova oggi la Regione, sia in grado di offrire un indirizzo politico serio ai miliardi che arrivano dalle Europa. Quale supporto può dare alla programmazione e quale ai comuni.

I risultati sono visibili certi e bruciano come il peperoncino.

Se per la regione Calabria prendessimo come indicativo i rilievi della Corte dei Conti su i bilanci della Regione, in più ci aggiungessimo gli strascichi giudiziari del presidente Oliverio con la sua nuova Democrazia Cristiana 2.0; il contesto politico e sociale che ne viene fuori dall’inchieste è drammaticamente lo specchio del tessuto in cui oggi si muove la politica in Calabria. Fatta dagli amici degli amici e mutui consensi per sfamare l’elettorato, ognuno per la propria parte politica. L’inchieste di Reggio Calabria di questi ultimi giorni, in cui sono indagati il capogruppo del PD e FdI, continuano a certificare lo stato di degrado della politica Regionale.

In questo contesto dobbiamo anche registrare, la scarsa operatività nella regione Calabria e del suo Presidente nel ciclo di Finanziamento Europeo 2014 2020. Forse il presidente era occupato da altre faccende affaccendato, ma anche in questo non brilla di operatività. gli fanno compagnia anche altri esponenti del Consilgio Regionale.

Nel piano di interventi dei finanziamenti Europei rientra l’Agenda Urbana, anch’essa afferente al POR e alle misure dei vari fondi di finanziamento FESR/FSE. Per il comune di Catanzaro sono circa 32 milioni e per il Comune di Lamezia saranno circa 18 milioni di euro. Tutti soldi che debbono essere spesi, dentro un percorso urbano che vede la valorizzazione delle Citta di Lamezia Terme e quella di Catanzaro.

Per Catanzaro l’iter burocratico si è concluso e ha visto la partecipazione di tutte le realtà sociali. Compresa la CGIL Area Vasta Centro ha partecipato al percorso di valutazione dei finanziamenti e della loro possibile utilizzazione nel tessuto urbano della Città di Catanzaro. I progetti valutati e definiti, interverranno in vari ambiti: digitalizzazione, filiere culturali, servizi sociali, disabilità, soggetti svantaggiati, ristrutturazione di immobili confiscati, acquisto altri immobili, Scuole e Teatro Masceri.

In tutto questo, l’intervento della politica e dell’amministrazione Comunale del Comune di Catanzaro ha già oggi prodotto, i primi avvisi di pre-informazione, aderenti alle azioni relative al disaggio sociale all’infanzia, e l’acquisto di alcuni immobili.    

Non possiamo dire la stessa cosa per Lamezia Terme. Il commissariamento del Comune in prima battuta e la carenza nell’organico della struttura amministrativa, per come ha riportato Antonio Cimino CGIL A.V.C. nell’iniziativa organizzata a Lamezia, rischia di pregiudicare l’intero percorso amministrativo. Per superare questo stallo, si è pensato per come ha dichiarato Cimino, di richiedere alla prefettura di Catanzaro la nomina di un Commissario ad acta. Anche se l’impegno rimane di dotare la struttura amministrativa del comune di Lamezia Terme dell’organico necessario, non solo per l’Agenda Urbana, ma anche per la vita sociale di tutta la comunità lamettina. Per come ha illustrato nella relazione, le caratteristiche territoriali del Comune di Lamezia Terme devono essere potenziate valorizzandole, nelle misure dei diversi ambiti dintervento culturale sociali: mobilità, scuola, assistenza domiciliare, recupero immobili, abbattimento barriere architettoniche. Un altro punto importante segnalato nella relazione è la valorizzazione del lavoro, che non può essere scambiato con lavoro gratuito.  In tutto questo contesto Regionale quello che emerge negativamente è l’assenza del ruolo politico dei partiti, per come ha ricordato il Segretario CGIL AVC Raffaele Mammoliti sottolineando che ormai sono ridotti in Calabria, ma anche nel resto del paese a pure macchine di propaganda in vista delle solo elezioni. Anche Nicola Marongiu del Coordinamento Area Welfare Nazionale ha sottolineato la carenza della politica ma soprattutto dell’assenza dei rappresentati della Regione Calabria. Il ruolo sociale, sottolineerei costituzionale dei partiti, è ormai ridotto ai minimi termini. In assenza della politica, da un punto di vista sindacale, dovremmo stimolare la partecipazione e la collaborazione tra i deversi attori coinvolti. Ma quello che dovremmo con più forza pretendere, che i soldi pubblici, possano finanziari progetti fittizi di sfruttamento di manodopera. Dovremmo pretendere che i bandi di gara fossero scritti, non soltanto per il solo fine di accaparrarsi il finanziamento, ma che avessero una garanzia certa e vera sui diritti dei lavoratori. Molte volte la Calabria è meta di imprenditori prenditori. Sappiamo i danni e quale impatto debbono reggere i lavoratori coinvolti, se costretti a lavorare per Padroni camuffati da imprenditori “luardi”, direbbe il segretario della SLC Calabria Daniele Carchidi.

Un’altra attenzione va riversata nelle Associazioni di carattere sociale che partecipano ai bandi di gara. Importante, valorizzare il lavoro di tante associazioni di carattere sociale, specie a Lamezia Terme, ma non dobbiamo dimenticare, la necessità di differenziare chi svolge lavoro sociale da chi sfrutta il lavoro da un fine sociale. Nel nostro contesto Regionale, fatto di comuni sciolti per mafia, commissariamenti perenni, politica clientelare e mafiosa, trasversalmente da destra a sinistra. In tutto questo contesto politico e sociale, al di la delle buoni intenzioni di tutti, la paura che finisce “a schifiu”, c’è tutta.

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