E io che mi lamentavo dell’amministrazione del mio paese, che per assaltare il fortino del comune, l’attuale sindaco per vincere facilmente, si è organizzato una lista civetta. Poi hanno scoperto in due anni e passa d’amministrazione, che il fortino non c’è più. Ma al posto del fortino, un buco nel bilancio, che a sentire il sindaco è diventata una voragine. Potremmo definire l’amministrazione attuale: “i Casalinuovo dell’apocalisse”, visto i debiti giganteschi che sono riusciti a far riaffiorare.
Apocalisse intesa non cristianamente come rivelazione, ma come catastrofe. In un primo momento il valore dei debiti era di quasi mezzo milione di euro. Ma possono diventare un milione, da ripianare entro il 2026. E la rata del prestito che dovrebbe ripianare il debito passerà da 17mila euro a 36mila euro. Più o meno l’indennità annuale del sindaco e della giunta. Per recuperare tutti questi soldi, l’amministrazione dovrà intervenire aumentando: IMU, TARI, tariffe del servizio idrico, dismissione patrimoniale, taglio boschivo e qualche stretta alle spese cosiddette correnti, personale e acquisto beni e servizi. Magari pure aumentando le tariffe dello scuolabus. La colpa di questa voragine, ricadrebbe interamente sull’amministrazione precedente. A parere del sindaco e di tutti i consiglieri, la gestione amministrativa degli ultimi 15 anni è stata disastrosa, accumulando anno per anno debito, fino ad arrivare alla voragine di oggi. Dal 12/04/2024 data in cui si accoglie il disavanzo di amministrazione, si è passati dopo 90 giorni a quasi un milione di euro. E dalle prime indiscrezioni si dice che questa cifra dovrebbe pure aumentare. Ma non si sa esattamente di quanto. Perché ci sono molti debiti fuori bilancio, che emergeranno nel corso del contenzioso. E di conseguenza porteranno di sicuro, cause e contenziosi di qualcuno, a cui non vedrà riconosciuto il suo credito dall’amministrazione.
L’unico comizio fatto nella campagna elettorale dal sindaco Casalinuovo, verteva sul l’uso dei fondi del pnrr. Mi verrebbe da chiedere, quanti di quei soldi sono arrivati a Cenadi, e quanti verranno investiti in questi ultimi due anni. Quali progetti realizzare? Su che materia? Quale nuovo servizio ci sarà a Cenadi?
Un progetto finanziato dal pnrr, ma non per merito dell’amministrazione è relativo alla messa in sicurezza delle case popolari. Ma purtroppo ancora non si vedono interventi. Anche di questo l’amministrazione non si interessa, magari con la solita scusa che non è di loro competenza. Invece dovrebbe interessargli, perché la salute è la sicurezza di quei compaesani che abitano in quelle case è degli amministratori, del sindaco degli assessori. Ma anche su questo frangente, passano i sindaci e gli amministratori, ma i compaesani rimangono appesi alla speranza che non succeda niente. Al contrario se dovesse succedere qualcosa, sono certo che il sindaco e gli amministratori, saranno in prima fila a strapparsi le vesti.
Sempre in Relazione alle case popolari, uno dei tanti possibili provvedimenti che l’attuale sindaco potrà intraprendere, è la vendita di quelle case di proprietà del comune per recuperare soldi e pagare il debito. Se questa possibilità sarà percorribile, con in soldi recuperati, invece di costruire nuove case popolari, visto che ormai siamo rimasti senza una abitazione dopo le precedenti vendite per mano dell’ex sindaco Teti; anche i soldi che dovrebbero essere spesi unicamente per spesa sociale, entrerà nelle risorse per ripianare la voragine causata da quindici anni di cattiva amministrazione. Per attivare una tale politica di svendita del nostro patrimonio, non abbiamo bisogno di un sindaco e una giunta e un consiglio comunale. Se il loro compito è limitato a svendere il patrimonio e aumentare solo e sempre le tariffe per ripianare il debito, non abbiamo bisogno né di sindaci né di vicesindaci né di assessori né di consiglieri. Questo modo di amministrare lo può fare tranquillamente un commissario. E forse lo farebbe senza favoritismi e senza possibili intrallazzi politiche parentali.
Sappiamo poco di quello che nell’ultimo consiglio il sindaco ha detto, non abbiamo la possibilità di visionare la delibera. Sull’albo pretorio online non compare nessuna delibera nessun documento. Forse dovremmo andare al comune e chiedere di vedere la copia? Ma di sicuro troveremmo Enzo Montesano che ci dirà: “devi scrivere la domandina, poi ti rispondiamo”.
Non possiamo d’altronde pensare che l’opposizione faccia il suo dovere e controlli il lavoro politico della maggioranza. La lista civetta non ha questo compito, ma al contrario supporta la maggioranza, in tutte le sue esternazioni debitorie.
In qualche modo per sanare i debiti che fanno nella pubblica amministrazione, i politicanti di turno vanno sempre a colpevolizzare i lavoratori, o perché a parer loro sono in esubero oppure perché non ci sono risorse per poterli mantenere. Sia la scorsa amministrazione che l’attuale, il vizietto di scaricare le loro inadempienze sui lavoratori è ormai consolidato. È un fatto che gli spazzini adibiti alla raccolta differenziata sono soggetti a un contratto collettivo illegittimo che penalizza il loro salario. Con l’amministrazione precedente i lavoratori li prendeva il comune direttamente da una agenzia interinale, applicando ad anch’essi una contrattazione illegittima. Se si fosse applicato il contratto giusto, c’erano buone possibilità che i due vecchi Spazzini che hanno perduto il posto di lavoro, oggi sarebbero rientrati nell’appalto. E le aziende che in futuro avessero vinto l’appalto, avrebbero l’obbligo di subentrare e assorbire la manodopera. Con l’attuale amministrazione, scambiando gli ordini degli addendi, il risultato non cambia. Chi resta penalizzato sono sempre i lavoratori, negandogli la giusta contrattazione nazionale -ccnl FisaAssoambienti-, a netto vantaggio dell’impresa che gestisce l’appalto.
I lavoratori non gli stanno tanto a cuore né a l’ex amministrazione guidata da Teti, né a questa guidata oggi dalla giunta Casalinuovo. Anch’essa composta in un primo momento da sole donne, non scelti dal sindaco per la loro capacità amministrativa o politica, ma soltanto per regolare accordi pre-elettoralo e garantirgli soltanto l’indennità di carica. A Cenadi ormai è risaputo, che le donne in politica vengono usate più per il loro pacchetto di voti familiari che si portano dietro, che per la loro effettiva competenza. Figuriamoci se in così fatto contesto, i diritti dei lavoratori potevano essere tutelati. L’ex sindaco Teti questo concetto di riduzione del personale, lo aveva ampiamente auspicato in un lungo manifesto appeso nel paese mesi scorsi. Con il quale a parer suo, citando cifre che smontavano la costruzione catastrofica del sindaco Casalinuovo, proponeva la rimozione e quindi il licenziamento del tecnico comunale o di altro personale. Adducendo che era inutile pagare due tecnici. Dobbiamo aprire una piccola parentesi e ricordare al l’ex sindaco Teti, – per come lui stesso ha ricordato nel suo manifesto – che se paghiamo due tecnici comunali, una parte della responsabilità almeno politica, ricade su di lui. Un’altra sciocchezzuola dell’ex sindaco Teti, dichiarata sempre nel incipit del suo manifesto, delle sue dimissioni dopo l’inchiesta Imponimento. Il comune è stato commissariato perché 10 consiglieri hanno dato le dimissioni dall’incarico. Io penso, che sia differente il dimettersi con l’essere dichiarato decaduto, visto i risvolti giudiziari che hanno interessato il comune.
Ma oltre ai diritti dei lavoratori e la sicurezza del lavoro, l’amministrazione Teti, non differenza di tanto nemmeno per il modo con il quale viene gestita oggi la riscossione dei tributi. Una ritualità di pre-vigilia natalizia. Notifica alle persone gli avvisi per le relative tasse e imposte degli anni precedenti per non cadere nella prescrizione. Ogni anno te li mandano, scalando di un anno, sempre le stesse. E le persone si trovano a dover dimostrare l’avvenuto pagamento, altrimenti per chi perde o non trova la ricevuta, rischia di pagarlo due volte. Anche i messi notificatori sono irregolari, perché per dare prova giuridica a una notifica, non si possono usare i lavoratori in mobilità che il giorno prima erano in giro a spazzare le strade. La notifica deve avere le caratteristiche che descrive il T.U sulle imposte. E se il meccanismo per la notifica continua a essere quello solito, il risultato potrebbe essere: la perdita del gettito per avvenuta prescrizione, oppure con un raggiro burocratico illegittimo, costringere a pagarli nuovamente. A Cenadi la cosa più futuristica che abbiamo è la carta identità digitale. Per quanto riguarda la gestione dei tributi, l’amministrazione usa ancora il Commodor 64.
Cambiano i sindaci e i vice sindaci, i consiglieri e le opposizioni, ma il loro ruolo politico in questi ultimi 15 anni è stato ininfluente. Tutto quello che si e fatto è gestire soltanto l’ordinaria amministrazione. Visto che alla fine è arrivato il procuratore Gratteri, abbiamo capito che c’è stata pure una straordinaria gestione. Quest’ultima gestita con l’ausilio della Ndrangheta Locale. Almeno per quanto riguarda il taglio dei boschi. Voglio ricordare che il comune di Cenadi presentandosi come parte civile al processo celebrato dopo l’inchiesta denominata “Inponimento”, ha ricevuto come risarcimento danni circa 100 mila euro. Mi chiedo che fine hanno fatto questi soldi, e se anch’essi sono stati usati per ripianare il debito, oppure verranno usati per mettere in sicurezza l’amministrazione comunale da ulteriori e possibili infiltrazioni mafiose. Su questo tema bisogna registrare amaramente, che oltre alle sagre e ai giochini estivi, l’amministrazione attuale non ha dimostrato in nessun modo di essere lontana da possibili infiltrazioni mafiose. L’unico modo che a mio avviso può essere fatto per impedire che la ndrangheta ritorni a gestire appalti o altre cose, è potenziare la cultura antimafia. E l’unico modo che io conosco, e intervenire sulla cultura e la bellezza, attraverso iniziative culturali e sociali che hanno come obbiettivo quello di non abbassare mai la schiena a nessuno, soprattutto ai capo bastone e ai referenti delle famiglie ndranghete della zona. Parafrasando un film Che bella giornata, mi sono accorto che le iniziative svolte in questi anni nel paese sono più vicini a Zalone che ha Gratteri.
Un’altra caratteristica del comune tra le due amministrazioni è la gestione del servizio dell’acqua che arriva nei rubinetti delle case. Se le tariffe sono state aumentate, ma il meccanismo di calcolo rimane lo stesso – per spiegarla in modo semplice, potremmo paragonarlo come per L’IRPEF – a Cenadi è istituita una sorta di flatax idrica. Dopo un certo consumo, se ne consumi 10 litri in più o 10000 litri, l’aliquota è sempre la stessa. La gestione dell’acqua potabile non è soltanto una questione di costi, ma il suo utilizzo deve essere legato a una educazione al consumo ma anche ambientale, e persino nella tariffazione si deve usare questo principio. Garantire a tutti la quota di consumo vitale, e penalizzare progressivamente con aliquote più alte, l’uso eccessivo che supera di molto, la quota garantita a tutti. Nella mia esperienza amministrativa, ho potuto riscontrare che in alcuni casi, riempirsi una piscina o annaffiare il giardino, costava come quella indispensabile per l’uso umano e domestico. Se non si riesce a farlo, almeno garantire la potabilità dell’acqua a tutti in modo sicuro. Garantire almeno la potabilità, e non giocare con avvisi farlocchi, che mettono in pericolo la salute delle persone.
Abbiamo la parte alta del paese senza acqua potabile. Le case popolari ormai da sempre non arriva l’acqua potabile. Sarei tanto curioso di sapere in quel caso, se l’acqua che sgorga dai loro rubinetti come se la fa pagare il comune e se la possono bere, oppure prima la devono far bollire?
Se invece di pensare alla solo contabilità burocratica debitoria, il sindaco Casalinuovo con la sua giunta, avesse una visione di paese, una idea di comunità solidale. Se in tutte le case vuote o diroccate del paese, lui vede solo macerie oppure sente le voci i rumori le risate o i pianti, di chi ci ha vissuto dentro, per come li descrive Vito Teti nel suo libro la Restanza. Se li vede con gli stessi occhi dell’antropologo vito teti, si accorgerebbe che il paese e la comunità cenadese, hanno tutte le potenzialità sociali ed economiche e umane, per trasformare la crisi in una risorsa. Intervenendo sulle situazioni debitorie con più partecipazione e consapevolezza da parte di tutti. Avere negli occhi un futuro un modello di comunità, anche sé piccola, ma dinamica politicamente socialmente e culturalmente. A mio parere, partire proprio dal questo saggio, potrebbe essere l’unico modo per rivitalizzare il paese, e non trasformarlo, come oggi accade, in un Villaggio turistico, 20 giorni l’anno.
Il sindaco pensa a un paese, dove se un’anziana vive sola a casa, deve avere una assistenza sociale assistenziale domiciliare integrata, oppure può morire, senza che nessuno possa fare niente per impedirlo. Possibile che il sistema per aiutare gli anziani soli, oggi nel 2024, non possa essere gestito con nuovi sistemi. Possibile che insieme alla casa di cura che abbiamo, non si possa integrare un assistenza domiciliare per tutti quelli anziani auto sufficienti. Oppure dobbiamo rassegnarci a chiuderli negli ospizi. Possibile che non si possono trovare strumenti di assistenza sociale che metta nelle condizioni gli anziani e i soggetti più fragili di usufruire di una rete di controllo. Se insieme alla casa di cura, si costruisse un progetto in tal senso, forse qualche lavoratore in mobilità, lo potremmo stabilizzare. Ha in testa una comunità energetica per ridurre i costi dell’energia elettrica, liberandoci dal meccanismo monopolistico e concorrenziali del mercato, oppure pensa solo come e quando, alzare le aliquote e le tasse. Pensa di costruire di Cenadi una vera comunità energetica solidale, oppure pensa di limitarsi a lasciarla per come l’ha trovata. La visione del sindaco ha una ricaduta positiva sulle persone in ragione di servizi e vivibilità sociale oppure vuole solo erogare avvisi di pagamento e riparare una perdita alla rete idrica o una lampada dell’illuminazione. Invece di abbellire soltanto l’acquedotto del vecchio mulino, avesse ridato un’anima al mulino lo avrebbe trasformato in una turbina. E se un tempo macinava grano, oggi avrebbe prodotto energia elettrica pulita e sostenibile, almeno per illuminare la piazza che è stata recentemente ristrutturata, e forse anche qualcosa di più. Anche se a mio modo di vedere la riqualificazione fatta è fuori contesto.(*).
Il sindaco Casalinuovo ha una visione di come vuole trasformare il paese, oppure si sono candidati inutilmente e vincendo con il trucco, oggi vogliono solo continuare a colpevolizzare l’amministrazione precedente. Possiamo avere un’amministrazione che per togliersi un sassolino dalle scarpe, continuerà ad amministrare il paese con questa prerogativa apocalittica? La verità è un’altra, e cioè che pur di non metterci in gioco siamo disposti a dare sempre la colpa a qualcuno o a qualcosa. Chi vuole mettersi in gioco non trova colpevoli ma si sente responsabile. A Cenadi questo non avviene. Ormai siamo un piccolo paese isolato da tutto e da tutti. Non firmiamo come fanno tanti altri comuni, i protocolli della legalità. Non lottiamo insieme a tanti altri comuni, contro il mercimoni e il depauperamento delle nostre montagne e del mare, dal continuo assalto dell’eolico.
Per non parlare della posizione inerente la l’autonomia differenziata. Mi chiedo se i consiglieri sono favorevoli oppure andranno a votare tutti insieme il referendum per abrogare la legge Calderoli. Non creiamo una sinergia politica amministrativa con i comuni limitrofi, per addivenire a una gestione comune di alcuni servizi, e magari auspicando un giorno, dopo una collaborazione sia politica che culturale, l’unione degli stessi comuni. Insomma, siamo con le pezze al culo, ma invece di rinnovare l’abito del paese, mettiamo sempre una pezza lacera che continuerà a lacerare tutto il vestito.