Da sempre sono stato iscritto all’Anpi, ma da quest’anno per protesta, non rinnoverò la tessera. Questo non vuol dire che non condivido i principi e gli ideali che l’Anpi incarna, ma le scelta di invitare alle proprie iniziative, personaggi, se pur rappresentanti sindacali territoriali che violano nel proprio agire quotidiano e nello gestire il proprio incarico: l’onestà intellettuale, politica, morale e etica, non possono essere accomunati con in principi dell’Anpi. Mi riferisco al segretario confederale della cgil area vasta centro – Catanzaro Crotone e Vibo Valentia – Enzo Scalese. Non si può invitarlo alla presentazione di libri, come è stato fatto con il libro di Adelmo Cervi e in altre occasioni, pensando che il suo intervento possa onorare la storia, la libertà e la verità di chi si è opposto con il proprio corpo, sacrificando la stessa vita, contro la dittatura fascista. Lo stesso Adelmo Cervi invitato ha parlare in un congresso della Fiom a Rimini anni fa, ha criticato il voto segreto con la quale vengono eletti i segretari generale nella cgil. Allo stesso modo, io penso che l’Anpi territoriale di Catanzaro, dovrebbe esprimersi quando dentro un’organizzazione sindacale avvengono ingiustizie palesi e ritorsioni contro i lavoratori. Per queste ragioni e per tante altre, non può essere legittimato a parlare di democrazia, di libertà e di sacrificio per la libertà chi usa indiscriminatamente il proprio ruolo per generare ingiustizie per eliminare chi la pensa diversamente da lui nella stessa organizzazione che dirige, falsificando e nascondendo accordi sindacali che non rispetta. L’integrità culturale e l’onestà politica morale e etica, necessaria, per poter partecipare alle iniziative dell’anpi è un prerequisito, e in assenza, non solo non può essere invitato alle iniziative, ma dovrebbe essere redarguito dai responsabili, sia dell’anpi che della stessa sua organizzazione, quando quest’ultimi vengono a conoscenza delle malefatte e dei comportamenti ingiuriosi, che lo stesso commette nell’impunità e nell’indifferenza contro i lavoratori che dovrebbe per principio difendere e tutelare. Potrebbe essere invitato a parlare di violenza sulle donne, uno che nel suo quotidiano le perseguita? Potrebbe essere invitata la Meloni ad una iniziativa sull’antifascismo, lei che antifascista non lo è? E allo stesso modo potrebbe essere invitato un padrone per parlare dello sfruttamento dei lavoratori, se lo stesso ha precedenti in tale senso? Io penso di no. Allo stesso modo non può essere invitato un sindacalista dirigente apicale di un’organizzazione sindacale che scarta i suoi oppositori della sua organizzazione, manomettendo con raggiri e furberie burocratiche, i rapporti lavorativi che gli stessi hanno con l’organizzazione. Il fascismo non è una idea, ma un crimine, e allo stesso modo non può essere circoscritto e imputato soltanto a chi nei raduni nostalgici alza il braccio teso. Come scriveva la Murgia “Fascista è chi il fascista fa.” Pertanto tutti gli atteggiamenti di chiunque in qualsiasi organizzazione, associazione, o persino parrocchie, richiamano un corporativismo settario, possono essere ricondotte alla barbaria del fascismo. In un suo libro Carlo Smuraglia intitolato dell’antifascismo quotidiano, mette in guardia tutti quelli atteggiamenti che se pur non possono essere direttamente identificati in atteggiamenti fascisti, concorrono a creare un brodo culturale che più delle volte alimentano e generano: intolleranze, razzismi, ingiustizie, soprusi, per limitare la libertà degli altri. Di certo si deve tenere alta l’attenzione a qualsiasi rigurgito fascista, come fa l’Anpi, ma altrettanta alta deve essere l’attenzione anche a tutte quelle istanze costituzionali, come lo sono i sindacati, che non attuano una democrazia costituzionale, ma solo recitativa. Non dico che bisogna entrare nelle dinamiche con la quale lo stesso Scalese è diventato segretario, perché anch’esse rasentano l’illegittimità e anche di quelle potremmo parlare più di una democrazia recitativa che costituzionale. Lo stesso Landini in una trasmissione televisiva ha ricordato: “Il problema della democrazia è ascoltare le persone e risolvere i problemi che le persone hanno, non pensare al potere per il potere e a te che sei lì e pensi di essere Gesù Cristo.” Forse il segretario generale della cgil area vasta centro – Catanzaro Crotone Vibo Valentia, si sente Gesù Cristo, ma a differenza di Gesù, invece di finire inchiodato in croce per i peccati di tutti, preferisce essere inchiodato su una sedia per avvantaggiare se stesso e il senso corporativo che ne consegue.
Giovanni Montesano