Nascono sfortunati i fiori di campo
perché nella scala valoriale
del commercio vivaistico
non vale la pena coltivarli.
Chi li trova si china per prenderli
e rimangono vivi, morendo tra le mani
appena raccolti.
Sradicati dalla terra servono agli occhi
per concimare la mente
di un passato, ricordo o presente.
Di un attimo di niente o di pace
profumo di un’anima vista in contro luce.
Un attimo di tempo fuori dal tempo
o nel tempo del tempio aperto
offrirli in dono a qualcuno
o a nessuno e sentirsi contento.
I fiori di campo son belli
tutti lo dicono.
Sono più belli dei merletti umani.
Degli abiti ne sono ispirazione
ma non superano mai il valore
di una bocca di leone.
Una triste ventura hanno in destino
sono di tutti oppure di nessuno.