Repubblichetta (Eb 6,19)

 Buona Festa della Repubblica 
per chi riesce a viversela come tale.
Per chi riesce a fottersela
recitandone la parte.
Se fosse stato carnevale
la festa era del maiale
del porco quando è morto
si macellerebbe come un animale.

Buona festa a chi da essa
trae solo interessi personali,
salario aggiuntivo, guadagno,
resta pubblica ma solo in un compendio.

Buona festa per chi la usa
a discapito degli altri.
Per chi se ne clona una senza anima,
riconoscendola solo “res”, se ne approfitta.

Buona festa a chi nella repubblica
riconosce la patria dell’inganno.
A chi riesce senza patire il danno,
approfittarsene in eterno.

Buona festa ai repubblichini
che non sono cittadini,
ma servi di un potere che non hanno.
La vergogna di viversi repubblicani,
in un giorno di festa che non gli appartiene.

Buona festa, si, ma quella vera
ai precari agli sfruttati
ai disoccupati ai salariati da fame.
Alle mamme ai pensionati
ai bambini anche se maleducati.
Agli scolari della scuola
alle professoresse quelle speciali
che resistono per conto loro
come per un fatto naturale.

Buona festa ai sindacalisti e ai sindacalizzati
quelli che riconoscono al lavoro
il fondamento della repubblica
che non rimanga artificiale
in un giorno fatto solo per festeggiare.

La speranza di una patria eterna e solidare
che non siano gli affari le turbine dell’andare.
Una repubblica che non affoga nel mare
ma che accoglie come un dovere costituzionale.

Buona Festa della Repubblica per quando sarà,
oggi è festa domani non si sa.