Ricordi andati persi.

Emanuele, mi è venuta in mente un episodio e voglio raccontartelo. Tanto tempo fa, la cgil di catanzaro ha fatto una festa a Catanzaro lido. Ci siamo dati da fare per allestire gazebo  e portare tutto il materiale che  serviva alle categorie per allestire per ognuno di loro punti d’informazione per chi fosse venuto alla festa. Con Tonino abbiamo attaccato in giro tante di quelle bandiere, che sembrava uno sventolio di rosso pieno di speranza e di lotta.

Non ricordo in questo momento l’anno, ma il segretario generale era Valentino. Ricordo pure che la festa è andata bene per le presenze, ma non tanto per i soldi che abbiamo speso. Non vorrei ricordare male ma alla fine l’abbiamo chiusa in perdita. 

Io come sempre ho dato il mio contributo. Un giorno verso mezzogiorno sono arrivato sul posto e c’erano gli operai che montavano il palco. Senza maglietta e inzuppati di sudore. Li avevo visti dalla macchina e mi sono avvicinato a loro. Subito sono sceso e mi sono messo a rimproverarli. Come faceva Bruno con me li ho “cazzighiati”. Loro in un primo tempo sono rimasti un po’ sconvolti, straniti dal mio comportamento. Gli ho detto che ero del sindacato e non potevano lavorare sotto il sole cocente. Per giustificarsi mi hanno detto che non è colpa loro, ma che dovevo parlare con il padrone dell’impresa. Mi sono fatto indicare dove trovarlo e sono andato a parlargli. Alla fine sono riuscito a convincerlo e gli operai hanno ripreso il lavoro quando il sole è il caldo era meno pungente e insopportabile. Se vuoi i particolari, senti Francesco Vescio, il mio ex fratello di latte, nonché il mio amante segreto. Lui ti può dare altri particolari. 

Questa storiella te la racconto per farti riflettere su quanto sia necessario che i sindacalisti oltre alle norme ai protocolli e ai regolamenti, anche se all’epoca non c’erano come ci sono adesso, possono superarli con la loro autorevolezza e la loro caparbietà. 

Non dire mai ad un lavoratore che si trova in difficoltà specie in relazione alla sua sicurezza sul posto di lavoro, che c’è una legge che t’impedisce di aiutarlo. Anche se ti sembrerà strano, c’è una legge più potente che ti aiuterà a risolvere il problema: la fantasia e la creatività. Un sindacalista senza queste caratteristiche, non è un vero sindacalista, ma un burocrata; più o meno come lo è l’attuale segretario confederale dell’area vasta. 

Io forse non sono un esempio da seguire, ma non farti mai tarpare la fantasia e la creatività, quando servono per difendere i lavoratori. Senti il tuo cuore e troverai tutti gli strumenti per superare tutte le leggi che impediscono la sicurezza e la dignità dei lavoratori. 

Parafrasando una canzone di Gaber: occhio cuore cervello, io aggiungerei anche l’anima. Metti insieme il potere di questi organi, e nessuno mai saprebbe o potrebbe trovare il modo di farti desistere dal lottare. Nessuno, nemmeno il padrone più potente di questo mondo. Buona domenica e buona lotta piena di fantasia e piena di creatività.