Io penso che oggi il valore dell’antifascismo proprio nel Comune di San Vito sullo Ionio, non dovrebbe essere sottaciuto. Il 6 Settembre 2017 è stato publicato un articolo sul fatto Quotidiano che faceva conoscere ai sanvitesi, la presenza nell’elenco dei nomi sul monumento dei caduti del comune, di un gerarca fascista. A mio modo di intendere la politica, credo che non sia secondario oggi, proprio durante la campagna elettorale per le elezioni comunali fare emergere quale posizione hanno i candidati delle liste sul fascismo e sull’antifascismo.
Apprendiamo dallo stesso articolo che l’ex Sindaco, aveva dichiarato di non sapere della presenza di un gerarca sul monumento dei caduti. Se l’ex Sindaco non sapeva, ieri, non possiamo dire oggi, che i nuovi possibili amministratori del futuro, non sanno. Tutte e due le liste dicono: chi di viverlo chi essere San Vito. Mi chiedo cosa vuol dire se si è indifferente alla storia del proprio paese.
Si è fedeli ad un’idea anche se fascista del gerarca Vito Casalinuovo, per come scrive l’esimio Ulderico Nistico sulla targa del monumento dei caduti in Piazza Polera’. Oppure si è fedeli all’antifascismo di quell’altro nome ricordato su un’altra targa, che indica la casa dove è cresciuto il Comandante Partigiano Carlo. Entrambe sanvitesi ma con ideali diversi. Chi ha continuato la sua fedeltà dentro la repubblica sociale, proseguendo con i suoi ideali di morte la guerra civile; rimasto fascista fino alla fine e insieme a Mussolini identificato a Piazza Loreto. Chi invece viene ricordato con il suo vero nome: Vito Doria COMANDANTE CARLO – PARTIGIANO .
Io mi chiedo da quale parte stanno i nuovi aspiranti amministratori. Con chi stanno. Stanno dalla parte del loro compaesano sanvitese, Casalinuovo Domenico deportato a Zeithain, come è riportato nel libro “Nel recinto dell’inferno – I calabresi nei lager nazisti di Rocco Lentini. Oppure del Casalinuovo gerarca fascista ricordato sul loro monumento dei caduti. Quale è l’idea che apprezzano di più, quella del loro compaesano fascista o quella del Comandante Partigiano. Cosa ricordano e cosa cancellano, l’ideale di morte o i morti per l’ideale come Casalinuovo Domenico deceduto in un lager nazista.
Da i due comizi che ho ascoltato, rispettivamente della lista “Vivo San Vito” e della lista “Siamo San Vito”, nessuno ha reso palese questa appartenenza. Nessuno dei candidati a Sindaco ha promesso ai sui concittadini, che si attiverà a cancellare dalla targa il nome del gerarca fascista.
Non possiamo dare nessuna attribuzione politica verso nessun partito. Ma se prendessimo in esame il voto espresso alla Lega alle scorse elezioni regionali, potremmo azzardare a dire che in percentuale dentro le liste, ci possono essere pure leghisti che hanno fatto pubblicamente campagna elettorale per la Lega alle regionali. Ma essendo candidati per le comunali, oggi si vergognano di dichiararlo. Credo che non sia secondario sapere se un sanvitese è leghista, come non è secondario sapere se è fascista o antifascista.
Io consiglierei il Fascistometro di Michela Murgia per identificare dell’identità politica di ogni candidato. Solo cosi potremmo capire chi è leghista e chi fascista e a quale livello collocarlo. Se è un aspirante, un neofita o proto-fascista o leghista. Io non vorrei che dentro le liste ci fossero quelli: “non sono fascista ma”.
Forse non sarà importante essere di destra o di sinistra, ma essere antifascista dentro la nostra Costituzione Repubblicana è un dovere civico. Come essere contro la ndrangheta nel nostro territorio è un dovere morale. Non si può essere candidati e non essere antifascisti. Non si può condurre una campagna elettorale sapendo di poter nascondersi e camuffarsi sempre ad ogni tornata elettorale.
Sapere indossare per ogni elezione l’abito migliore, è fascista.
Con chi stanno i sanvitesi oggi, con i gerarchi fascisti con Salvini o con l’antifascistasmo, la resistenza e il PArtigiano Carlo.
Oggi e sempre resistenza
Contro i fascisti i eri e contro i contemporanei d’oggi.