Non ho conosciuto personalmente il Compagno Quirino Ledda. Sapevo della sua storia politica tramite i compagni del partito poi del sindacato. Tanto tempo fa ho partecipato, invitato da Mario Sinopoli allora segretario della Fiom Calabria ad un seminario sulla storia del sindacato. Al tavolo della presidenza insieme a Quirino Ledda c’era il Compagno Michele Furci e Sergio Genco. Avevo tante cose da dire, ma già d’allora su di me il pregiudizio politicistico era il metodo per ridurmi i tempi dell’intervento. Sono stato ripreso dagli altri ma ricordo fortunatamente che lo stesso compagno Quirino Ledda, nel suo intervento ha ripreso le mie parole, rendendomi giustizia.
In questi giorni l’Anpi a Taverna sta ricordando l’uomo e il politico calabrese, che nella sua militanza sociale politica, ha lasciato il segno. Il presidente dell’Anpi il compagno Vallone nel suo intervento ricorda che Quirino Ledda: “é un uomo che per tutta la sua vita ha servito la politica non si è servito della politica”.
Io invece credo che in Calabria, ormai la politica è fatta da uomini che si servono della politica per i loro interessi. Gli amici degli amici, non è solo una frase della canzone del “Parto delle nuvole pesanti”, ma è diventata un vero e proprio strumento di aggregazione politica. Non esiste la comunità o la collettività, ma solo “conzati tu e se possibile l’amici e fhuttatinda”. Il principio Kantiano, per il quale il comportamento degli umani deve riflettersi nelle leggi universali; comportati come se le tue leggi fossero leggi universali, in Calabria è preso alla lettera e l’universalità diventa casta, parentato, o solo famiglia.
Non esiste la politica in Calabria, quando alle elezioni comunali l’identità è veicolata dalle sole liste civiche. Una sorta di contenitore dove il principio è numerico e tutti possono assolvere questo obbiettivo. Vincere impastando facce senza nessuna identità politica. Ti puoi trovare quello che vota Salvini, insieme al devoto di Papa Francesco. La destra e la sinistra, i fascisti e gli anti fascisti. I democristiani i socialisti e i comunisti. Tutti si spogliano delle loro idee e diventano merce prodotto codice a barre, per i propri interessi. La retorica più in vena quando si fanno le liste e non toccare la politica partitica. Nessuno deve apportare idee, ma solo numeri. I programmi elettorali assolvono solo l’obbligatorietà nella modulistica da presentare per la validità della lista.
Non sentirete dire a nessun candidato a Sindaco niente che possa veramente servire. Non sentirete dire che se vincono le elezioni, forzeranno il patto di stabilità. Non vi diranno che negli appalti imporranno clausule sociali per la difesa dei diritti dei lavoratori. Non vi diranno che si metteranno insieme con i comuni vicini per gestire i servizi.
Non vi diranno che inizieranno un percorso, d’unificazione dei servizi; spazzatura, acqua, scuolabus, socialità, conurbazione. Non vi diranno che imporranno una solidarietà sociale dove nessuno nella propria comunità resta indietro. Dove gli ultimi non saranno i primi perché lo ha detto Gesù cristo, ma perché lo vuole la politica.
Non sentirete dire che apriranno biblioteche, né che si metteranno in rete con quelle che oggi ci sono. Non vi diranno che imporranno l’obbligo di mantenere nel proprio comune un grado della scuola pubblica, ma nemmeno che si adopereranno per offrire strumenti didattici paralleli alla scuola che non c’è.
Non vi diranno nei comuni che ancora non l’anno fatto, che dedicheranno una strada una piazza o una borsa di studio alla Resistenza. Non vi diranno che nei rispettivi gonfaloni, inseriranno la dicitura “COMUNE ANTIFASCISTA”. Non sentirete parlare di progetti d’accoglienza, altrimenti chi nella lista vota Salvini, mai ci sarebbe entrato.
Non sentirete parlare di acqua publica, ne di assistenza sociale domiciliare integrata. Forse sentirete parlare dell’apertura di qualche ospizio, dove gli anziani vengono delocalizzati cacciati dal loro vissuto, e per farlo passare come necessario lo chiameranno casa di cura. Niente è ricondotto a una idee ad una indentità sociale politica. Persino i nomi che mettono alle liste civiche, si propongono di non veicolare niente. La sterilità della grafica gli oggetti i simboli usati nei loghi delle liste presentate, fanno parte ormai di una retorica della comunicazione che dura il tempo dell’elezioni.
Se la fame nel mondo produce terrorismo, in Calabria si fa clientela e lista civica.
In questi giorni le denunce del Segretario regionale CGIL Angelo Sposato sulla sanità Calabrese, sono emblematiche di quanto l’interesse è diventato criminogeno. In tutto questo non può mancare quello che da noi e primario, cioè l’interesse mafioso.
In questo brodo senza identità, della mancanza di compagni come è stato Quirino Ledda, si sente la mancanza.