Mettilo a raccogliere firme
e ne farai un segretario generale.
Digli di far valere la sua di firma
e ne farai un pusillanime.
Il suo nome e il suo cognome
segnano il livello del suo onore
il peso della sua reputazione
la qualità della sua coscienza.
In un circolo vizioso di menzogne,
troverà il modo di falsificare la faccia.
Con uno scrosciante applauso perpetuo
cavalcherà asini e muli imbrigliati,
lutti di uomini dai capelli argentati
e padri vinti in terra; ma in cielo gloriosi.
Grembiule e compasso, politica e cordate,
l’esempio plastico preso come conio
ricettacolo di favori e di accomodamenti
dove nulla è per caso e nulla è indecente;
come un villaggio di un omonimo presidente.
Oggi ricade l’anniversario di un Santo
ma pure la firma del ricattatorio documento.
Controfirmato per assicurarsi stanze
rimangono firme sospese di sospese esistenze.
Una tecnica sopraffina imbottiglia le menti;
difendere l’impostore incolpando il resistente,
giudicando offese, la lotta con i soli denti.