Teologia del Cinghiale Bianco.

Se la mia organizzazione sindacale oltre agli Statuti e ai Codici Etici, avesse avuto anche gli Atti degli Apostoli capitolo 5 versetto 5, oggi potremmo confrontare “la menzogna” dentro la storia di Anania e di sua moglie Saffìra, per richiamare il comportamento di alcuni sindacalisti della mia organizzazione sindacale.

Un tempo i primi cristiani, nelle loro prime comunità, adottavano una cosa che oggi per tanti sarebbe un abominio: l’abolizione della proprietà privata. Nessuno possedeva niente di quello che c’era, ma tutti possedevano quello che ognuno poteva offrire all’intera comunità. Persino il niente aveva valore come il tutto. Lo stesso concetto, oggi se volessimo trovare un parallelo contemporaneo, dovremmo leggere l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco.

Ma le considerazioni che voglio sviluppare in questo mio scritto, non sono riflessioni teologiche sull’Enciclica, ma la contemporaneità della parola: “menzogna. Perché come per la proprietà privata, la “menzogna, impatta con il senso che dentro la mia organizzazione sindacale si sta registrando. 

Proprio ieri 20 maggio 2021 tutto il sindacato confederale CGIL CSIL E UIL con le proprie diramazioni territoriali, dovevano adoperarsi ad organizzare assemblee sindacali sui posti di lavoro. Lo stesso segretario Nazionale Landini ha svolto una assemblea sindacale in una azienda agricola con i rispettivi lavoratori. In tutte le altre regioni, si sono organizzate iniziative in tal senso. Chi ha usato lo stesso nostro metodo, chi invece ha inciso per come ha potuto nel proprio territorio. Ma ormai la politica confederale messa in atto dalla nuova segreteria e il suo segretario della CGIL AVC, può fare a meno dei lavoratori dentro una politica devozionale, targata Area Vasta, di non si sa cosa.

Se qualcuno non credesse che ormai è una vera e propria strage di morti sui posti di lavoro, basta consultare i dati dal sito dell’INAIL. Le tabelle potrebbero essere sintetizzate: in 3 morti al giorno a livello nazionale. Di quelli che naturalmente l’INAIL riesce a censire. Perché ai tre morti, di sicuro dovremmo aggiungere quelli che sfuggono al censimento oppure non vengono denunciate come morti sul lavoro. La stessa cosa vale per gli infortuni non mortali. Quante aziende non denunciano l’infortunio. Quanti infortuni non sono denunciati come tali e non rientrano nel censimento dell’INAIL, perché i lavoratori sono in nero. Il dato dovrebbe essere aumentato sia per gli infortuni che per i morti sul lavoro. Quindi non sbaglieremmo se al numero di 3 morti, oggi registrati, ne aggiungeremmo ancora 1 oppure 2 morti sfuggiti al censimento. Arriveremmo all’incirca 1500 morti all’anno. Ditemi voi se la possiamo considerare strage o un rischio ragionato.

Mantenere i lavoratori senza tutela è un rischio ragionato di una economia cannibale. Le nuova tecnologia e l’uso più stringente delle normative sulla sicurezza, non servirà a niente se non si partirà prima di tutto, dal togliere il ricatto sociale che ormai è dentro l’attuale concezione del lavoro. In special modo nei nostri territori. Ci si può difendere dalla cattiva gestione della sicurezza nelle aziende, solo se i lavoratori, riacquisiscono, loro stessi sicurezza di avere un lavoro che non può essere più soggetto ne al ribasso ne al ricatto.

Io la considero strage calcolata e premeditata. E per questo motivo, credo che la sicurezza dei lavoratori sul lavoro, non può essere sottovalutata come è stato fatto nel territorio di pertinenza della CGIL AVC. I dati regionali sui morti in Calabria e in special modo nella zona centrale della Calabria, dimostra la responsabilità di tutti, anche la nostra.

Bisogna registrare che in alcune aziende le assemblee si sono fatte. Ma non c’è stata una vera e propria mobilitazione nazionale. Nè tutti i territori hanno dato la giusta importanza. Nel mio territorio si possono contare sulle dita delle mani forse di una sola mano, le Assemblee fatte con i lavoratori. Ma per essere certi, ormai basta informarsi su Facebook. Dalle foto si può tirare il totale delle assemblee. Ormai non esiste nessuna iniziativa politica sindacale, che non viene veicolata sulle reti sociali. I profili dei vari funzionari sindacali, vengono usati anche per veicolare la loro partecipazione alle iniziative sindacali. Se non ci sono foto con i lavoratori, allora vuole dire quasi certamente, che le assemblee non sono state fatte. Anche in ragione della nostra specifica comunicazione territoriale, i profili non veicolano il messaggio sindacale dentro un “noi” confederale,  ma si limita a veicolare il proprio “io” sindacale sulle proprie bacheche.

Basta parlare direttamente con gli stessi lavoratori per sapere con certezza e non affidarsi solo all’algoritmo di Facebook, che le assemblee sindacali ormai sono solo un remoto evento per alcune categorie di lavoratori. Fortunatamente non per tutte le categorie l’attività sindacale si è burocratizata. Di qualcuna, lo sanno per certo i lavoratori dell’Igiene Ambientale dei comuni della provincia di Catanzaro. Non ho la certezza per le altre province di Vibo e Crotone, ma tanti presentimenti mi fanno pensare che anche la, vale come nei comuni di: Catanzaro, Soverato, Borgia, Squillace, Botricello, Sellia, Sellia Marina, Girifalco, Petrona, Settingiano e Gagliato. Ormai non fanno un’assemblea sindacale, da anni. Ne in presenza ne in remoto.

Mi chiedo, come sono stati supportati in questo periodo pandemico, proprio in ragione della sicurezza. Visto che sono stati insieme alle altre categorie di lavoratori, quelli che non si sono mai fermati in tutta la pandemia.

Forse sarà stato un caso, ma l’unico lavoratore che ho chiamato per sapere qualcosa delle assemblee sindacali era costretto a stare a casa in quarantena con il covid addosso. Mi è bastata la sua telefonata per avere un quadro della situazione generale dei lavoratori del settore dell’igiene ambientale nella Provincia di Catanzaro.

Per quanto mi riguarda da sindacalista apostata”, noi dovevamo usare la giornata del 20 maggio per iniziare un percorso e preparare uno sciopero provinciale in tutte le province di pertinenza della CGIL AVC. Non marcare la bandiera della solita iniziativa burocratica. Se proprio non riuscivamo a indire lo Sciopero Generale, almeno organizzare dentro le aziende, Assemblee con i lavoratori. Un piano di assemblee organizzate in tutte le categorie sindacali, e in tutte le aziende. Iniziative di sensibilizzazione dentro tutte le Camere del Lavoro sparse nei comuni delle tre province. Un perpetuo coinvolgimento partecipato e comunitario di lavoratori e lavoratrici.

Ci siamo ridotti a fare un Sit-in annunciato in fretta e furia con un solo comunicato stampa sui giornali online e veicolato sulle reti sociali; persino millantando assemblee sindacali con i lavoratori che in verità non si sono fatte. Non serve più a niente narrare una realtà di comdo, perche è solo contropoducente. 

È una menzogna, al pari della menzogna di Anania e sua moglie negli Atti degli apostoli. Se ci fosse stato una sorta di Spirito santo della verità sindacale, che aleggiasse nel perimetro di competenza della CGIL AVC, alcuni funzionari e segretari di categoria, oggi 21 maggio 2021, avrebbero patito politicamente la stessa sorte.

Dal silenzio del 25 Aprile al flash mob del primo di maggio, si è passato, in onore a Battiato: alle assemblee del cinghiale bianco del 20 di maggio.

Le morti sul lavoro non possono circoscrivere il danno, dentro il solo perimetro dell’azienda. Le famiglie, i figli, le mogli, gli amici, ma anche per intere comunità la pertinenza del dolore e della tragedia, arriva e viene percepita, ma non può essere mai censita dall’INAIL, ne indennizzata. Tutto il dolore provocato, non è contabilizzato nelle statistiche. Come puoi mai contabilizzare il dolore che provano tutti quelli che direttamente e indirettamente sono stati colpiti da una morte sul lavoro. Per dare una misura di paragone del dolore, io penso che le lacrime versate, alimenterebbero un fiume. La sicurezza sul lavoro, non appartiene soltanto gli occhi dei lavoratori, ma agli occhi di tutti.

A questo continuo pianto, il sindacato di cui faccio parte, non può rispondere con una sola iniziativa confederale, un Sit-in, di soli sindacalisti funzionari. Non si può rispondere soltanto con il pugno alzato ai lavoratori manutentori del Policlinico Mater Domini e dell’Università. Magari anche con quello, ma non fatto vedere soltanto nelle foto, ma applicarlo nel lavoro e nella contrattualizzazione. Non si possono lasciare in balia della burocrazia amministrativa dentro appalti, che mai si riescono a definire. Procedure amministrative e di bassa programmazione aziendale, usano i lavoratori come pedine su di una scacchiera dove il padrone decide chi mangiare chi spostare. Chi è meglio è chi è peggio. Forse non è al pari della menzogna di Anania e di sua moglie, ma della porcheria; certamente.

Un passa carte tra società aziende e committenti dove i lavoratori rischiano di essere solo sottoposti al solito tritacarne burocratico. Gli stessi lavoratori in anni passati hanno già avuto sintomi di stritolamento, quando si sono trovati a transitare da una società ad un’altra. Non sono nuovi, ma in tutto questo tempo non si sono fatti le ossa.

Il 20 maggio 1970 nel giorno in cui lo statuto dei lavoratori è stato approvato, si diceva che la Costituzione era entrata direttamente nelle aziende e nelle fabbriche. Oggi per i lavoratori manutentori del Policlinico Universitario Mater Domini, si sta celebrando l’uscita della Costituzione dall’azienda o società.

Se avessero avuto un sindacato meno burocratico. Se avessero avuto ad esempio la FIOM di un tempo, non c’era bisogno di aspettare nessuna modifica. Le clausole sociali sugli appalti, non sarebbero state solo un richiamo legislativo e contrattuale. Di sicuro non sarebbero state stritolate della burocrazia amministrativa. Ma ormai la Fiom CGIL-AVC, è diventata una diramazione sindacale senza nessuna autonomia politica. Ieri la Fiom costringeva sia le aziende che i committenti a sedersi in Prefettura, per definire percorsi amministrativi negli appalti. La contrattazione d’anticipo, non era una concessione che ci facevano le aziende, ma un diritto che pretendevamo ai tavoli istituzionali. Oggi invece non c’è la Fiom di un tempo, e al Policlinico Mater Domini di Catanzaro regna la burocrazia d’anticipo, più che la contrattazione. Oggi la Fiom insieme alla confederazione, sperimentano soltanto percorsi d’inclusività contrattuale, su tavoli rotonde senza gambe. Se un tempo c’era la Costituzione che entrava nelle aziende, oggi al Policlinico e al campus universitario di Catanzaro è rientrata solo la burocrazia. La Costituzione da quello che sta succedendo, ormai è quasi alla porta.

In questi giorni, il livello regionale della CGIL ha consegnato a Mons. Bertolone Presidente della Conferenza Episcopale Calabrese, il documento: “La Calabria si cura con il lavoro”. Se allo stesso modo la CGIL AVC invece di consegnare qualcosa al Monsignore, chiedesse in cambio l’interpretazione autentica l’Enciclica Fratelli tutti, forse si potrebbe ritrovare il “centro di gravità permanente che manca alla confederazione”, e alla fine accorgersi che tra sindacato e dottrina sociale della Chiesa, c’è una stretta correlazione teologica e di lotta. Al netto delle pene dell’Atti degli Apostoli capitolo 5 versetto 5.

PS: se mi sentirete nei prossimi giorni, vuol dire che lo spirito santo di verità sindacale, non mi ha imposto la pena che ha imposto ad Anania e sua moglie Saffìra.