Teorizzazione del primo e del secondo nella CGIL Area Vasta Centro

Cari compagne e compagni, in prima battuta mi rivolgo a tutti i componenti dell’Assemblea Generale CGIL Area Vasta Centro. In seconda a tutti gli iscritti della CGIL nelle province di Catanzaro in quella di Crotone e Vibo Valentia. Da quando siamo diventati CGIL Area Vasta Centro, ormai dovremmo ragionare di noi stessi pensandoci dentro un unico progetto politico e sindacale, dentro un unico perimetro istituzionale. Il percorso di unificazione territoriale, voluto dal Regionale è stato condiviso dai territori, e si è concretizzato politicamente con l’elezione del primo Segretario Generale dell’Area Vasta Centro. Non soltanto è stato il primo del nuovo percorso politico e territoriale, ma è stato eletto con una netta e larga maggioranza dei componenti dell’Assemblea Congressuale. Dall’ultimo congresso il nuovo percorso, essendo stato per noi costituente, doveva essere attuato e realizzato e declinato nella pratica sindacale dal primo segretario dell’Area Vasta Centro per tutto il suo mandato e magari riconfermato per il prossimo. Sfortunatamente con le elezioni regionali, quel percorso di costruzione è stato interrotto.

Io vorrei partire proprio da quella interruzione, per farvi riflettere su alcuni aspetti della situazione che stiamo oggi vivendo dentro la nostra organizzazione. Dobbiamo considerare l’interruzione del percorso politico come un normale avvenimento dentro la nostra organizzazione, oppure essendo stato straordinario dovremmo dare all’interruzione la giusta valutazione politica e considerazione organizzativa. È giusto partire da quell’interruzione per capire meglio le difficoltà che oggi si stanno registrando nella decisione sul prossimo Segretario Generale.  Se la candidatura del Segretario Generale alle elezioni Regionali, fosse stata decisa dentro un percorso politico che salvaguardasse l’organizzazione, oggi noi non avremmo avuto un così lungo periodo di decantazione per addivenire ad una sostituzione del primo Segretario Generale dell’Area Vasta Centro. In tutto questo tempo e con la mancanza d’indirizzo politico, si è lasciata l’organizzazione in balia di prerogative personalistiche per le quali la stessa idea di unificazione viene erosa da appetiti di supremazia territoriale. Tutto il contrario di come doveva essere concepito il nuovo perimetro territoriale dell’Area Vasta Centro. Se con la candidatura del segretario si fosse tenuto conto anche dei possibili risvolti dentro l’organizzazione e non fosse passato tutto questo tempo per eleggere colui che avrebbe continuato il lavoro interrotto, il processo sarebbe stato più coerente e contiguo a quello che si è deciso di interrompere. Ma non lo è stato. Oggi bisogna registrare che la maggioranza dell’Assemblea Generale con la quale è stato eletto il primo segretario dell’Area Vasta Centro, non sarà la stessa maggioranza che sosterrà il secondo Segretario Generale dell’Area Vasta Centro. Certo, sarà sempre una maggioranza, ma contrariamente a quella che ha sostenuto il primo segretario, oggi la possibile maggioranza che si registrerà sul secondo segretario non ha la stessa caratteristica di quella che ha votato il primo. È stata fatta poggiare, solo su numeri contabilizzati negli ascolti secretati dai i centri regolatori. Il primo segretario era stato eletto dentro una idea e un progetto politico, il secondo lo sarà solo su numeri. Naturalmente si paleseranno, solo quando sarà convocata l’Assemblea Generale di ratifica. A questo punto è inutile pensare che non corrisponderanno alla secretata consultazione con i centri regolatori. L’assemblea dei prossimi giorni certificherà l’uso improprio che si è fatto degli ascolti. La funzione dell’Assemblea Generale è stata prosciugata, nessun indirizzo politico ne percorso partecipativo. Attraverso l’uso degli ascolti si è surrogata la democrazia e si è costruita una maggioranza per opzione. Non abbiamo ufficialità degli ascolti, ma sappiamo che ai compagni componenti dell’Assemblea Generale, nell’ultimo ascolto effettuato, gli sono state poste due alternative possibili: l’uno e il niente. Tutti hanno scelto l’uno perché non potevano scegliere il niente. L’uso degli ascolti, per come espresso dallo statuto e delibere attuative, dovrebbero essere anticipate da una discussione politica aperta dentro l’Assemblea Generale. Questa discussione non c’è stata, ma si è deciso di rinchiudere tutto nella segretezza degli ascolti, e successivamente si userà l’Assemblea Generale solo per ratificare quello che nel segreto è stato deciso. Se la funzione dei Centri Regolatori non fosse quella di notabili burocratici, ma fosse di totale integrazione politica e tenesse conto non sono dei numeri ma dei tanti aspetti politici e organizzativi, la valutazione solo numerica sarebbe insufficiente per sintetizzare una proposta di candidatura per il prossimo Segretario Generale dell’Area Vasta Centro.

La Cgil Area Vasta Centro è la più grande Camera del Lavoro della Calabria. Il meccanismo statutario messo in campo per scegliere il suo Segretario Generale che la dovrebbe guidare politicamente, anche se legittimo non è sufficiente. In un primo tempo, si era venuta a creare la possibilità che il nuovo segretario, non sarebbe solo un nome e un cognome, da contrapporre a qualcuno o contrapporre l’uno all’altro. Ma un vero progetto politico con le sue braccia e le sue gambe, declinato sia dentro l’Area Vasta Centro con le elezioni del nuovo Segretario Generale, ma anche con una rappresentanza più qualificata nelle istanze Regionali della CGIL. Su questa base il territorio doveva muovere le sue prerogative. Non era sul nome, passato come espressione del territorio, ma sul progetto politico. Si doveva pretendere dopo la fuoriuscita prematura del primo Segretario Generale dell’Area Vasta Centro, che lo stesso Regionale nel ruolo di Centro Regolatore, facesse una proposta non contro quella che il territorio surrettiziamente ha fatto, ma da quella partire per dare all’Area Vasta Centro, sia un Segretario Generale che una rappresentanza istituzionale nelle istanze regionali della CGIL. Solo cosi, avrebbe avuto senso parlare di continuità politica. Riprendere un percorso interrotto con tutta la forza che si è avuta, quando si è deciso di unificare le tre provincie. La stessa forza doveva essere spesa per identificare il nuovo Segretario Generale dell’Area Vasta Centro, soltanto nel numero come secondo, ma per gli aspetti di indirizzo politici e organizzativi, sarebbe stato la continuazione del primo. Oggi, non si può spacciare la continuità come una prerogativa di possibili candidati. Ormai nessuno può essere “primus inter pares”, ma per forza sarà il secondo di chi è stato, solo per poco, il primo segretario generale CGIL dell’Area Vasta Centro.

Nella mia, se pur piccola, ma ormai lunga esperienza politica dentro l’organizzazione, non ho mai preferito nomi, e mai il ragionamento sui soli nomi mi ha appassionato. Al netto di Landini quando si è candidato. Io spererei che si riprendano tutte le cose lasciate nel dimenticatoio, o servite solo a fare belli interventi nelle assemblee e nei direttivi. Consolidare l’Area Vasta Centro, partendo dal territorio. Dalle Camere del Lavoro e dalla nostra quotidianità. Come ha scritto il compagno Massimo Covello, quando era Segretario Generale della Camera del Lavoro di Cosenza, in un articolo del numero speciale di Carta del lontano 2004.

“La nostra quotidiana esperienza, di un sindacato nel territorio più che nella fabbrica, ci fa dire che il nostro attuale modello organizzativo stenta ad intercettare le aspettative generali dello stesso e soprattutto non è in grado di realizzare procedure che abbiano cogenza sui fatti. Sapere coniugare, senza sovrapporle e senza negarle: contrattazione di secondo livello, contrattazione sociale nel territorio, e tutela individuale, questo deve essere per noi il nuovo orizzonte organizzativo.”

Io penso che dovremmo anche noi declinare un nuovo orizzonte organizzativo. Contestualizzare oggi quello che ieri già si pensava. Partire dalla quotidianità, che nel 2020 si può declinare: nella contrattazione di sito e di filiera. Per la contrattazione sociale, il nuovo obbiettivo da porci oggi, non è solo quello di sottoscriverla, ma monitorare gli effetti ed eventualmente far emergere le criticità soprattutto quando riguardano persone con difficoltà sociali e prive di tutela. Dovremmo anticipare le storture che vengono via via applicati negli appalti. Le clausole sociali non devono restare solo teoria ma debbono diventare una ossatura del diritto al lavoro di tutti quei lavoratori che sono soggetti al cambio d’appalto. Dobbiamo potenziare le nostre Camere del Lavoro sparse nel territorio. Dobbiamo intervenire radicalmente sulla Camera del Lavoro di Catanzaro, sia per valutare uno spostamento della sede oppure effettuare una riorganizzazione funzionale. Non possiamo lasciare la Camera del Lavoro di Catanzaro nelle condizioni strutturali in cui oggi si trova. E non possiamo gestire il personale dei servizi o delle Categorie o delle associazioni o società collegati all’organizzazione, attribuendogli una genia di seria A o di seri B o C. La valorizzazione dei compagni deve essere proposta per potenziare il sindacato nei territori, non per accomodamenti che in alcuni casi sono palesemente evidenti. Dobbiamo ricostituire una comunità solidale e di lotta, ponendosi un unico obiettivo: nessuno debba restare in dietro. Un sindacato che esca e incontri i lavoratori, più che restare ad aspettare che i lavoratori si avvicinano al sindacato. Il nostro tessuto produttivo non ha grandi realtà lavorative. Piccole produzioni ma capillarmente distribuite. Molti lavoratori arrivano al sindacato, passando dalle Camere del Lavoro nei diversi comuni attraverso i servizi che la CGIL offre. La quotidianità diventa lotta sindacale, e dalla quotidianità dobbiamo ripartire per rilanciare la CGIL Area Vasta Centro. Tante cose dovremmo fare, e per farle c’è bisogno di una comunità coesa e solidale di sindacalisti che pospongono i propri interessi e la propria carriera sindacale, mettendo al primo posto gli interessi e la difesa dei lavoratori che ci onoriamo di rappresentare. Il sindacato è una comunità di uomini e di donne e io penso che oltre al Segretario Generale c’è bisogno che la quotidianità dei sindacalisti della CGIL Area Vasta Centro diventa lotta nei territori, non solo nei corridoi e nelle secretate stanze.