La cultura dello sfruttamento si è fatta famiglia. La sicurezza degli spazzini resta precaria come lo era prima della pandemia. Non hanno ne abiti né mascherine idonee. Ma a Cenadi, non puoi rivendicare i diritti, altrimenti poi non lavori più. “o ti mangi sta minestra o ti ghjatti da finestra”. Siamo dentro un brodo culturale fatto di “fhatti i cazzi tua ca a mia non mi ndafhutta nenta”. Altro che fase due e ordinanze burocratiche. A Cenadi la fase è rimasta sempre la stessa e il precetto morale e politico è come una mascherina auto prodotta per le coscienze e per gli spazzini. Speravamo nella forzosa quota rosa. Nella nominata vice sindaca al femminile. Ma pure lei si è dimostrata burocratica e assente di tonalità e colore. Io ve l’ho sempre detto che il sistema politico parentale non funziona, perché è evidente nella condizione data per gli spazzini, che anche dentro le famiglie lo sfruttamento passato come favore, a volte è meglio di un vaffanculo. Mi ricordo che durante i comizi elettorali gli stessi candidati a sindaco si erano accusati a vicenda di voler gestire il servizio della raccolta della spazzatura a proprio comodo. Diciamo a comodità familiare. Per tale ragione chiedere all’opposizione di intervenire è inutile. Sempre di famiglie si parla. D’opposizione, ma famiglie. Da quello che si sa, ormai hanno fatto un patto politico-familiare, hanno sottoscritto un documento con l’indirizzo politico e morale nel brodo di cui sopra. Oggi 9 maggio 2020, abbiamo capito che il sistema “famiglia” non è il modo migliore per gestire la cosa pubblica.