Orine del gionro: Analisi del voto
Davide e i Golia.
Le elezioni sono finite. Conoscete tutti i risultati e tutti ormai vi siete fatti una vostra idea. Raffaele, non è stato eletto per una manciata di voti, all’incirca 70. Dai seggi si è riscontrato qualche voto non assegnato, per tale ragione hanno deciso di fare ricorso. Non conosco i tempi dei ricorsi in materia elettorale e in ogni caso non saprei dirvi se il ricorso possa servire a qualcosa. Quello che invece vorrei comunicarvi la mia impressione e la mia umile analisi del voto, espresso per Raffaele. Ve lo dico già in anticipo, se non ci fosse stato Raffaele, le scelte che io avrei fatto mi portavano all’astensione o a votare Tanzi. Alla fine, ho deciso di andare a votare. Il mio voto non è servito a far eleggere Raffaele, ma servirà oggi per esporvi il mio ragionamento.
Raffaele ha preso 5000 e passa voti. La campagna elettorale che ha svolto ha visto l’impegno diretto di alcuni segretari di categoria o responsabili dei sevizi e dipartimento immigrazione. Non voglio esprimere nessun parere sulla scelta che i compagni segretari responsabili nella CGIL hanno fatto in relazione alla campagna elettorale. Anche se esiste un Codice Etico da rispettare; questo non riguarda il comportamento avuto nella campagna elettorale perché nessuno mai potrebbe segnalarlo alla commissione di garanzia.
Meglio lasciarla stare la commissione di garanzia. Specialmente la Sud. I danni che può fare, sono più grandi dell’etica che vorrebbe difendere. Poi per l’esperienza che ho avuto con i compagni della commissione sud che si sono interessati della mi vicenda, un lieve segnale di disonesta intellettuale l’ho riscontrata ma non volevo crederci. Ho avuto certezza quando mi sono state segnalate l’ulteriori sospensioni. Anche nella risposta che ho avuto, i tempi, per come ho segnalato nelle mie precedenti note, sono state usate come un giocattolo nelle mani di chi si vuole divertire. Se interpreta il codice etico per come ha fatto con me, rischiamo di trovarci senza segretari o responsabili. Insomma, dovremmo fare un altro congresso straordinario. E rischieremmo per come succede di solito in Calabria, il Commissariamento. Meglio che tutto rimanga al di qua del Pollino. ( ps. L’etica è una cosa seria metterla nelle mani di chi ci gioca, non è salutare per nessuno nemmeno per l’intera organizzazione)
Un segretario di categoria non può usare i propri profili social per invitare direttamente le persone a votare per uno o per un altro candidato. Naturalmente lo può fare per invitarlo a votare, ma non per chiedere direttamente a chi votare. Il ruolo è incompatibile con i partiti. Questo non vuol dire che non può avere una sua idea politica o addirittura la tessera di partito, ma se si trovasse a fare il segretario di qualche categoria sindacale, dovrebbe astenersi. Per due ragioni: uno perché non lo può fare, l’altro per rispetto di tutti quei lavoratori da lui rappresentati che votano magari altro.
Diciamo che la campagna elettorale non ha visto impegnati solo segretario di categoria, ma pure vicesegretari nazionali. Per alcuni versi sono stati più espliciti i vertici della CGIL sia a livello Regionale che Nazionale, che i segretari di categoria territoriale. Io avevo un’altra posizione, ma difronte a giganti del sindacato, io sono Davide senza fionda. Il mio consiglio di astenersi in questa campagna elettorale che avevo precedentemente espresso non è stato ascoltato.
Il contesto in cui si è svolta la campagna elettorale di Raffaele è stato prevalentemente dentro il circuito del sindacato. A volte qualche sezione del Partito Democratico, segnalando però che la presenza alle iniziative è stata più sindacale che partitica. In verità il Partito Democratico non ha in nessun modo agevolato la candidatura di Raffaele. Anche questo è un dato oggettivo. La distribuzione dei voto espresso a Raffaele nelle provincie è spalmato nei diversi comuni dove c’è una Camera del Lavoro. In alcuni casi è palese. Non ci vuole l’istituto Cattaneo per capire che i voti espressi sono stati veicolati più nelle Camere del Lavoro territoriali, che dentro le categorie sindacali. Pur avendo gli stessi segretari condotto insieme a Raffaele la Campagna elettorale.
Le domande che mi pongo sono tante. Ma quella sulla quale mi voglio concentrare è una:
Quanto pesa un segretario di categoria in campagna elettorale?
A questa domanda, non potremmo mai rispondere se dessimo per scontato che un segretario o un dirigente del sindacato non potrebbe mai fare campagna elettorale. Né per uno né per l’altro candidato. Né per la rivoluzione del tonno, né per quella di mammasantissima.
Nel nostro contesto, dentro le elezioni regionali, questa domanda è lecita e ha pure una valenza politica. Quale è stata l’influenza dei segretari nella circoscrizione di Centro? Scarsa. La parola “Centro”, che già da prima è stata cassata dal nome della Camera del lavoro unificata è sparita pure dentro le cabine elettorali. Pertanto, sia nei propri territori che nelle categorie l’incidenza e l’influenza è stata minima, per non dire inesistente. Se prendiamo ad esempio la FP il dato è evidente. Pure sulla Flai potremmo fare ulteriori precisazioni. La percentuale del comune di Vibo Valentia è la prova che ha convito più il nome di Raffaele che l’indicazione di voto del segretario di categoria. La contro prova e la percentuale nel comune di Catanzaro.
Qualcuno, arrivati a questo punto mi potrebbe dire che sto sbagliando tutto e che non posso considerare il partito e la propaganda del partito con la rappresentanza sindacale. Certo è tutto un’altra cosa se fosse effettivamente distinta. Quando invece si mischiano dentro una sola persona, il messaggio che ne viene fuori è certo. La corrispondenza elettorale è quasi riscontrabile matematicamente. Se avessimo pensato ieri, che i nuovi dirigenti dell’Area Vasta Centro potevano essere utili per la campagna elettorale, dobbiamo registrare oggi, che non è stato un buon investimento.
Tante volte ho sentito negli interventi la necessità di avere dentro le istituzioni un partito di riferimento, che potesse appoggiare e veicolare le proposte del sindacato. Ho una altra idea di come il sindacato dovrebbe interagire con le istituzioni e il parlamento ed è lontana da questa idea che viene ogni tanto riproposta negli interventi di alcuni compagni. Credo che il sindacato, almeno la nostra organizzazione debba esprimere una indipendenza integrale dai partiti. Non voglio arrivare ad una incompatibilità tra tessera di partito e quella del sindacato, ma non vorrei nemmeno registrare una contiguità cosi marcata come in alcuni territori. Specie nei nostri. E nello specifico nella CGIL aria vasta centro, la contiguità è stata in queste elezioni scritta e per alcuni versi rimane memoria digitale.
La contaminazione per come ha detto il compagno Colla all’iniziativa a Catanzaro, l’abbiamo sperimentata in Calabria con la candidatura di Raffaele e la compagna di Reggio Calabria. Alla fine, dobbiamo registrare con il rammarico del compagno Colla, che la contaminazione non è stata proficua. E il progetto di essere dentro le istituzioni con i nostri compagni è naufragato. La sintesi politica si è frantumata sul limite invalicabile di circa 5000 voti.
A mio avviso, pur rimanendo fuori da questa sintesi, avrei voluto che fosse declinata diversamente e sono convinto che proprio per questo il seggio regionale, non è stato conquistato. Se la candidatura di Raffaele, fosse scaturita da un coinvolgimento politico più che dai numeri dell’intera organizzazione. Se fosse scaturita da una necessità collettiva del sindacato, il messaggio avrebbe sovrastato l’interesse politico dei partiti. Se all’interno della nostra organizzazione si fosse ravvisata la necessità di interagire direttamente nella vita politica territoriale, tramite le elezioni regionali lo si avrebbe fatto ravvisandone contestualmente la scarsa o inappropriata rappresentanza politica che i partiti continuano a registrare nella nostra regione. All’interno del 44 % dei calabresi che hanno votato, bisogna registrare che i partiti cosiddetti di riferimento, o non ci so stati oppure hanno perso elettorato in rapporto alle elezioni del 2014. Bisogna aggiungere anche una legge elettorale a mio avviso balorda che non garantisce la giusta rappresentanza politica nel consiglio regionale. Ma ha lo scopo di mantenere vivo la stessa nomenclatura di facce. In questo contesto, non si poteva in nessun modo pesare di incidere positivamente senza palesare la propria indipendenza. E soltanto in questo caso l’eventuale sconfitta non poteva essere considerata tale.
Il ruolo preminente della candidatura era quella di veicolare dentro le istituzioni le nostre proposte sul lavoro e la giustizia sociale. Come lo facciamo fuori dalle istituzioni; se avessimo avuto un nostro compagno dentro il consiglio regionale potevamo essere più incisivi. Su tante cose, quella che mi viene adesso in mente riguarda gli appalti. Se ci fosse una legislazione regionale che aiutasse i CCNL ad essere effettivamente rispettati non sarebbe male. Ma tutto questo lo potevamo fare se lo stesso compagno una volta eletto era indipendente dai partiti. Sembra una parola preistorica ma a mio avviso doveva essere usata nel contesto politico Calabrese. Riempire gli spazi sociali e istituzionali, per come ha chiesto il Procuratore Gratteri, doveva essere un appello un richiamo non solo alla mafia ma anche agli stessi partiti calabresi. Se di contaminazione vera si parla in Calabria, è stata quella tra gli interessi di partiti e la criminalità organizzata a qualsiasi livello. Per questa ragione l’indipendenza doveva essere un valore aggiunto alla candidatura di Raffaele. Non lo è stato.
Ma dietro la registrazione di dati negativi, dovremmo cogliere quelli positivi da questa esperienza. L’intera organizzazione lo dovrebbe fare. Siamo capillarmente sparsi su tutto il territorio delle tre province. Il voto espresso nei diversi comuni è il punto da dove partire. Non per provare alle prossime elezioni di adoperare sperimentazioni già collaudate, ma per contestualizzare i dati positivi che il 32° Rapporto eurispes, ha riscontrato sui sindacati. Partiamo da questo tipo di rappresentanza più che da quella elettorale.