Potresti scrivere decine migliaia di parole. Potresti farle sopportare riprendendo per giustificarli una montagna di letteratura. Potresti smontare tutte le accuse, rendendole solo stupidaggini. Potresti far di più, e dall’articolo citato con cui t’accusano d’averlo violato, ritorcerglielo contro. Potresti far di polvere, una qualsivoglia affermazione in difesa. Niente serve, se tutto è ridotto, in una verità semplificate. Algoritmo di una verità supposta, senza vissuto e senza anima. Le parole non valgono niente se non si conosce da dove vengono. Una minaccia è una minaccia, solo se non è affermata tale. Altrimenti in letteratura si dice costruzione retorica. Io spero che coloro i quali dovranno redigere il verbale, avranno letto tanta letteratura, altrimenti, anche se gli recitassi un padre nostro, lo potrebbero prendere per un vaffanculo.