Vertenza Lavoratori Botricello – Natale di Rabbia

Stetofonendoscopio burocratico

Il Presidente presiede in orario, irrompe nell’assise composta e feudataria con una morale burocratica e velleitaria in un consiglio comunale che fa proprio. È quasi vomito letterario di un cannibale un rimprovero posteriore dell’esistente dentro una campagna elettorale permanente ci gioca con le parole e essendo banale procrastina la solita sbobba elettorale. Erano figli parenti incarichi e sistemazioni. Prima di lui a sentir lui la morale non aveva i coglioni il cielo stellato era una magnifica provocazione dentro di lui il diritto fa solo confusione. Gli danno i pizzini e le soffiate per denigrare pensa ad un complotto e indossando il pannolino si inventa briganti spazzini seduti al tavolino dentro al bar parlavamo con il sospetto; per i Pampers c’è lo sconto noi gli e lo abbiamo detto. Non aveva bisogno dell’opposizione l’alternativa alla sua lista era se stesso. Poteva avere in più la minoranza in eccesso come lista civetta in un processo colonizzava il comune per alienazione. Dell’indennità ha premura di segnalare l’aliquota con la quale gli si impone il fiscale ha limite del reddito convenzionale lui se li prende senza bestemmiare sbandiera la solidarietà senza rinunciare accende un cero per i soldi che si può accreditare. É Presidente è sindaco, cardiologo dottore la democrazia ha un cuore che non può sentire occultata dal potere di rimanere in errore dentro il petto gli suona, ma sa mentire. “Chiamo i Carabinieri e ti mando via;” quante volte l’ho sentita questa litania. Potere usato come protezione di una debolezza interpretata come reazione; i sindaci quando hanno paura, invocano la prigione.  

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