Famiglia criminale

Ho fatto pace con Bruno e mi è venuto da scrivere........Lo so vi incazzerete ma vi dico la mia. Fin quando si tratta di violenza sulle donne, con iniziative che mettono in relazione il solo rapporto l'uomo maschio violento, donna violentata, sarà solo una sorta di rito per mantenere nascostamente lo stato delle cose presenti, in publico. Una sorta di giorno della violenza nazionale europea mondiale, per dirci in faccia che noi non siamo i violenti. Poi torniamo a casa e tutto ritorna ad essere come prima. Un dato istat sulla violenza delle donne, reperibile in rete, dice che l'80% delle donne calabresi sono state vittime di violenza. Dalla semplice azione verbale alle mazzate. Per la maggior parte la violenza è in famiglia. Mi chiedo adesso, è l'uomo che violenta le donne o il luogo vestito di famiglia, amore e felicità che quando è nuda è un orco? La società è strutturalmente violenta con le donne, o è il solo uomo che lo è, anch'esso strutturalmente violento? In televisione c'è un programma che parla dell'amore criminale. Dovrebbe cambiare il nome e chiamarsi famiglia criminale. Un uomo o una donna da soli, è solo uno o l'altra cosa. Un uomo e una donna o due qualsiasi forme di sessualità umanoide che stanno insieme, quella è famiglia. Se è accertato che la maggior parte delle violenze avvengono in famiglia, persino la pedofilia, non è soltanto clericale, ma pure e soprattutto intraparentale; vuol dire che il messaggio è parziale se non si parte dal contesto in cui la violenza è attuata. Noi dovremmo occuparci più di un tipo di violenza che non lascia lividi, almeno apparenti. La violenza che le donne subiscono sul lavoro. La precarietà è violenza, la donna che non può essere indipendente economicamente è violenza.

Il mio appello è di praticare l'anti violenza quotidianamente. Ri attualizzarla nel linguaggio che adoperiamo. Metabolizzarla nei giudizi, quando a noi maschi ci viene facile condirli di sessualità volgare. La violenza sulle donne è una lacrima che non scende dagli occhi, non bagna il viso, è come la chirurgia estetica solo che smonta l'anima dal di dentro. Se potesse parlare la madre del mio amico che difendeva i figli dal padre alcolizzato. Potessero scrivere tutto, non basterebbero gli alberi del mondo per farne carta. Se le urla ingoiate uscirebbero fuori tutto ad un tratto, il cielo si svuoterebbe dalle stelle spazzate più lontane da dove sono oggi. Se le donne che hanno subito violenza, battessero le mani all'unisono la terra tremerebbe. Ma tutto è dentro i petti degli uomini e delle donne tutto è compresso nella loro ragione, recintata in una società vetero maschilista, che adopera le stesse donne in ruoli da maschi; chiamandoli quote rosa. Non è violenza la quota e il rosa messi assieme.? Tutto poi è silenzio tutto violenza silenziosa. Nel rumore del lamento svanisce, e il rumore stesso ne perisce il tempo in una violenza assopita dentro una giornata recitata. Pensare d'abitare in un mondo senza violenza come pensare ad un mondo senza giorni da ricordare; violenti.