Presepi morenti.

Non mettete nei vostri presepi i RE-Maggi. Io da bambino mi sono sempre chiesto, perché tre uomini ricchi e opulenti, invece di portare pannolini, ciucetti e biberò, hanno portato a Gesù bambino oro incenso e mirra. A quarant’anni mi sono dato una risposta. Tre cose che nella sacra famiglia non sono stati mai usati e mai si useranno. Forse prenderanno senso nella Chiesa di Pietro. Prenderanno senso nella nomenclatura clericale e laica della futura comunità cattolica. Ma con l’oro, su questa terra, gli uomini si sono fatti sempre idoli e penso che Dio non se lo sia dimenticato. Se li avesse visti per davvero mettersi in cammino, lui stesso avrebbe fatto in modo da non farli arrivare d’innanzi a suo figlio. L’oro per Giuseppe era già una bestemmia vederlo con gli occhi. Maria di sicuro sarebbe stata contenta, le donne sono sempre più vanitose. L’incenso poi serviva per ritualizzazioni di carattere anche pagano, sarebbe stato anch’esso un non senso. La mirra per carità. Soltanto i ricchi, possono pensare a tali regali. Coloro i quali si apprestano a regalare solo pensando di riempirsi lo stomaco di gratitudine. Si costruiscono una carità anticristiana, per poter tenere gli occhi chiusi. Come si può regalare ad un neonato la mirra. All’epoca veniva usata come unguento per coprire i corpi dei morti. A me ancora non risulta che l’inventore del presepe, Francesco d’Assisi, avesse inserito nelle comparse del suo presepe vivente, i RE-Maggi. Lui voleva solo rivivere quell’istante. Fermare il tempo e scoprire quello che non ha potuto sentire sulla sua pelle. Il viaggio a Gerusalemme gli è andato male e al suo ritorno, non poteva non inventarsi quello che poi è stato: il presepe. Oggi ad esempio, nelle tante rivisitazioni dei presepi viventi, fatti nei diversi comuni, non si rappresenta quell’istante di tempo passato. Non si rappresenta la verità storica, ma si da corpo e anima teatrale, a uomini e donne, bambini animali e cose, rappresentando molte volte, più che la sacra famiglia la teatralità partenopea. Naturalmente a me non dispiace: “a mia mi piacia u presiapiu”, ma a volte nemmeno Eduardo si riesce a copiare. Perché invece di ripetere pedissequamente la storia inventata e teatraleggiante, non si può percorrere la verità. Se non fosse cosi, non serve vestirsi da pastori. Riprendere gli usi del tempo, se poi sono scanditi dal tempo che non si è mai affacciato alla storia rappresentata. Non serve travestirsi, si può rappresentare il presepe con gli abbiti dei giorni consueti. Basta mettere un cartello ad ogni Comune e avvisare i visitatori che dal tale orario fino a mezza notte, nell’intero territorio, non si potranno usare orologi, perche daranno un tempo scorretto e non reale. Per sicurezza naturalmente, a tutte le entrate del paese, un pastore moderno, chiederà di depositare i propri orologi e poi entrare e visitare quello che non ha tempo ed è storia vera di un vero presepe vivente.

https://www.youtube.com/watch?v=te7XM8RCfxQ

www.cgilduemari.it è come mio padre. Quando ero piccolo mi diceva di leggere e di scrivere di leggere e di scrivere e di leggere e di scrivere. Adesso che sono grande, come mio padre, mi dice: ma chi cazzu di liaghia e chi cazzu ti scrivi. Citazione.

La

Famiglia criminale

Ho fatto pace con Bruno e mi è venuto da scrivere........Lo so vi incazzerete ma vi dico la mia. Fin quando si tratta di violenza sulle donne, con iniziative che mettono in relazione il solo rapporto l'uomo maschio violento, donna violentata, sarà solo una sorta di rito per mantenere nascostamente lo stato delle cose presenti, in publico. Una sorta di giorno della violenza nazionale europea mondiale, per dirci in faccia che noi non siamo i violenti. Poi torniamo a casa e tutto ritorna ad essere come prima. Un dato istat sulla violenza delle donne, reperibile in rete, dice che l'80% delle donne calabresi sono state vittime di violenza. Dalla semplice azione verbale alle mazzate. Per la maggior parte la violenza è in famiglia. Mi chiedo adesso, è l'uomo che violenta le donne o il luogo vestito di famiglia, amore e felicità che quando è nuda è un orco? La società è strutturalmente violenta con le donne, o è il solo uomo che lo è, anch'esso strutturalmente violento? In televisione c'è un programma che parla dell'amore criminale. Dovrebbe cambiare il nome e chiamarsi famiglia criminale. Un uomo o una donna da soli, è solo uno o l'altra cosa. Un uomo e una donna o due qualsiasi forme di sessualità umanoide che stanno insieme, quella è famiglia. Se è accertato che la maggior parte delle violenze avvengono in famiglia, persino la pedofilia, non è soltanto clericale, ma pure e soprattutto intraparentale; vuol dire che il messaggio è parziale se non si parte dal contesto in cui la violenza è attuata. Noi dovremmo occuparci più di un tipo di violenza che non lascia lividi, almeno apparenti. La violenza che le donne subiscono sul lavoro. La precarietà è violenza, la donna che non può essere indipendente economicamente è violenza.

Il mio appello è di praticare l'anti violenza quotidianamente. Ri attualizzarla nel linguaggio che adoperiamo. Metabolizzarla nei giudizi, quando a noi maschi ci viene facile condirli di sessualità volgare. La violenza sulle donne è una lacrima che non scende dagli occhi, non bagna il viso, è come la chirurgia estetica solo che smonta l'anima dal di dentro. Se potesse parlare la madre del mio amico che difendeva i figli dal padre alcolizzato. Potessero scrivere tutto, non basterebbero gli alberi del mondo per farne carta. Se le urla ingoiate uscirebbero fuori tutto ad un tratto, il cielo si svuoterebbe dalle stelle spazzate più lontane da dove sono oggi. Se le donne che hanno subito violenza, battessero le mani all'unisono la terra tremerebbe. Ma tutto è dentro i petti degli uomini e delle donne tutto è compresso nella loro ragione, recintata in una società vetero maschilista, che adopera le stesse donne in ruoli da maschi; chiamandoli quote rosa. Non è violenza la quota e il rosa messi assieme.? Tutto poi è silenzio tutto violenza silenziosa. Nel rumore del lamento svanisce, e il rumore stesso ne perisce il tempo in una violenza assopita dentro una giornata recitata. Pensare d'abitare in un mondo senza violenza come pensare ad un mondo senza giorni da ricordare; violenti.

Io amo l'estate, perché riesco a fare quello che non posso fare d'inverno.....odio più i vacanzieri, che le vacanze....odio le donne iper palestrate, i nudi mercificati, le pance piatte di future donne mamme. Odio la prova costume, ma pure il costumi. Odio, l'assoluta necessità del divertimento. Odio gli amori spuntati ad Agosto, gli aperitivi falsati, e i miscugli bevuti per moda. Odio il mercato è il mercimonio di sudore salato a forza. Odio il mio corpo e la mia ansia. Odio l'odio di una speranza postata ad Agosto.....

spasmi

Quando decidete di fare male a una persona, pensateci sempre due volte. Per la prima, se è proprio necessario, per la seconda, ricordate, che la scena che andate a recitare per uno dei convenuti, sarà eterna e resisterà nel suo animo. Il dolore è una manna al contrario. Necessario come la gioia, è un elemento imprescindibile per far pulsare il cuore. Il dolore vero non lo cancelli, lo risenti senza gli spasmi delle prime volte, quando la scena sembra clonata e si ripete sulle facce di altre facce. Non deve essere nettamente identica, basta che un po ne rassomigli. Non puoi farlo scomparire, serve a gli uomini per segnargli la strada. Una sorta di codice decifrato dalla carne per farti sentire vulnerabile il corpo. Per farti sentire umano. È una scuola sopraffina, che prova ad insegnarti come non sentirne. Ma alla scuola del dolore cambiano gli insegnanti, e cambiano le scuole di pensiero. Ti danno altri libri di testo, gli cambiano il nome ma sempre dolore rimane. Non sto parlando di quel tipo che ne hai direttamente rispondenza tramite il sangue che lo segnala.
Intendo di quel tipo che non lascia segni visibili. Tutto quello che si può vedere risiede nel cuore. Volete sapere quanto un uomo ha vissuto veramente dopo trapassato? Non contategli gli anni ma apritegli il cuore. Dentro ci sarà una scatola nera con gli appunti di tutto quello che è stata vita. Dove scorgete parole cancellate o annerite, la, la descrizione della lotta che ha combattuto. Dove non si riesce a capire niente, vuol dire che il dolore ha segnato l'esistenza di un corpo che ha provato a vincerlo.

I sordi fhannu rumura

Non è il luogo di una volta, quello che conoscevo io. 
Troppu burdellu, troppi casini, troppu rumura, troppu commercio e troppu casi vicino che si stano costruendo. 
San Bruno ha scelto quel posto per il silenzio, oggi, quello che esisteva un tempo non esiste più. 
Tuttu esta buanu u si vinda, tuttu e buanu pe sordi.  Persino in chiesa, quella che si trova infondo al viale della certosa. Dove si trova l’eremo in cui dormiva e pregava San Bruno. Prima della scalinata sulla destra il laghetto con la statua di San Bruno inginocchiato. 
Si dice che pregava proprio inginocchiato nell’acqua. Una volta letta la didascalia, la prima cosa che mi è venuta in mente era quella di andare vicino alla statua e inginocchiarmi pure io. Gli avrei voluto dire come faceva a pregare con tutto il rumore che si sentiva. 
E io che mi vergognavo d’arrivare con la mia moto proprio vicino alla Chiesa. Non avrei sopportato sentirla sparare come fa di solito. Piano con la velocità necessaria per azzittire il più possibile la marmitta, sono arrivato nei pressi della chiesetta a quasi 150 metri. Ho visto che cerano dei parcheggi. Mi sono infilato e ho fermato la moto. Dietro le spalle una voce: “ signore è un parcheggio a pagamento?”. Io mi giro e gli ho risposto: “vabuanu pagu!”…..Mi tolgo il casto spengo le luci. Proprio dalla direzione della chiesetta si comincia a sentire un rumore proprio di una moto. Arrivata d’avanti a me, ha cominciato ad accelerare era una nuova ma vi assicuro che faceva rumore più della mia.  Una volta arrivato in chiesa prima di salire la scalinata, dagli altoparlanti si sentivano canti Gregoriani.  C’era un sacco di gente che sostava nei parco a mangiare o seduta ai tavoli dei locali aperti, adiacente l’Eremo. Oppure famiglie con i passeggini, passeggiare per le vie dentro il Parco della Certosa. Sono salito per le scale e entrato direttamente in chiesa, era vuota, tranne il custode che sistemava il materiale. Dentro la chiesa, una piccola stanza era proprio adibita alla vendita di ricordi sacri. Mi sono seduto, e ho cominciato a pensare alle mie cose. Cinque minuti dopo, un rumore assordante che superava il livello dei megafoni, ha fermato i miei pensieri. All’entrata c’era una cassetta di ferro per le offerte una coppia entrata, aveva messo dei soldi e il rumore mentre cadevano nella scatola, era assordante fastidioso, superava di molto il rumore della mia moto.   

I miracoli non hanno culo

Sono andato in montagna con la moto come il mio solito in questi giorni d'estate. Non ho l’assicurazione e quindi devo utilizzare percorsi alternativi. Arrivare a Girifalco, Polia, San Vito, Angitola, Cortale, insomma tutti i paesi che sono legati al mio dalla montagna. Difficile trovare posti di blocco. Ieri ho fatto una strada che non conoscevo. Era lunga, dritta e senza grosse buche. La terra era ormai di marmo. Le ruotate di camion che sono passati da la, l’avevano resa liscia come una pista d’atletica. Arrivati alla fine tutto ad un tratto sbuco su una strada asfaltata. Non sapevo dove fossi. Vado a destra o a sinistra?
A sinistra la strada scendeva, tutta alberata, a destra dietro una curva e si intravedeva la luce del sole. Mi sono detto andiamo a destra. Ho fatto la curva e a venti metri da me, un posto di blocco. Non sapevo cosa fossero se Carabinieri o Poliziotti, il sole mi veniva difronte, quello che brillava erano i catadiottri di qualcosa che mi ricordava la divisa e nella nesta una parola rintronava: "sono fottuto."
Ho proseguito verso di loro e mi hanno fermato. Erano due Carabinieri e una punto. Subito, ho dichiarato prima che me la chiedessero loro, che non ho fatto ancora l’assicurazione. Che mi partiva da lunedì e ancora non avevo il tagliando. Ho cominciato a recitare la parte. Poi mi ha chiesto gli altri documenti. Patente libretto. Mi sono tolto lo zaino dalle spalle per prendere gli altri documenti.  Ho messo d’avanti lo zaino, il Carabiniere aspettava di fianco alla moto, serio. Non poteva avere più di 50 anni. Ho aperto tutta la cerniera dello zaino, e mentre con la mano trovavo il portafogli con i documenti, il Carabiniere mi ha chiesto che libri sono quelli che avevo nello zaino. Io non gli e lo detto. Una sorta di illuminazione mi è arrivata nella testa dando movimento quasi istintivo alle mie mani. Ho preso il libro e lo fatto vedere al Carabiniere. Lui subito mi ha detto: Ma sei un prete?  No. Gli ho fatto vedere il manuale che stavo leggendo, e gli ho spiegato che la Bibbia mi serviva per trovare i versetti. Mi ha chiesto che lavoro facessi di dove sono e come mai ero finito proprio in quel posto. Abbiamo chiacchierato un po’ poi mi ha fatto rimettere tutto in borsa, mi ha salutato e mi ha lasciato andare. Lunedì vado a trovarlo e gli faccio vedere l’assicurazione fatta.

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Appunti di una vicinanza

Ieri c'era una luna in cielo spettacolare. C’era tutto quello che serve per i desideri. Le stelle cadenti e la luna vicino alla terra il più possibile. Sono rimasto con il naso all’insù per tutto il tempo. Come è bella la luna, e come sono belli i pensieri che con la sua luce alita addosso alla mia faccia messa apposta la, per lei. E’ bella la luna, non c’è che dire e se qualcosa da dire c’è soltanto la bellezza del creato ne può pronunciare il senso. Dicono che vicina così alla terra non ci sarà per un po.
Le palle girano nella reale condizione umana e anche nel cosmo si divertono roteando in un interminabile andirivieni. Se sei da solo sotto una luna del genere, non puoi non vagheggiare con l’immaginazione.
Se le mie informazioni sono giuste, con gli Apollo la NASA non ha impiantato illuminazione pubblica sulla superficie lunare. Da quello che so hanno solo girato un film, poi distribuito sulla terra.
Se fossimo noi a riflettere la luce sulla luna? Forse è l’unica volta che potremmo accendere tutte le luci possibili, per vedere un simile spettacolo.
Un pensiero immaginato mi è venuto ha trovare. E se invece della luna, ci fosse un buco?
Se il cielo fosse una cappa alla the truman show e dietro dal buco la luce venisse fuori disegnando quel tondo?
La luce della luna è bianca e non fa male come quella del sole. Puoi stare con gli occhi attaccati. Dopo un po, i puntini luminose delle stelle spariscono. Sparse qua e la non danno fastidio, troppo piccole rispetto al buco. Lo stesso buco dove dovrebbe trovarsi la luna, predominava su tutto. Persino su quei puntini di stelle, che staccandosi dal cielo, strisciavano per poco, ma anch'essi venivano inglobati e rigurgitati da quella luce. Sembravano primordiali piccoli buchi che invece di allargarsi nel cielo, venivano chiusi definitivamente dal cielo stesso. Tutto attorno nero, e in mezzo un buco. Mi sono detto? Se c’è qualcosa dall’altra parte la voglio vedere?
Nell’immaginazione e nella fantasia tutto puoi.
Mi sono aggrappato sul cielo liscio come uno specchio, ma non scivolavo. Salivo e mi tenevo con le mani stese a qualcosa che soltanto la mia immaginazione sapeva di toccare. Lo sentivo, ma gli occhi non li vedevano. Salivo, e arrivato con le mani sul bordo del buco, mi sono dato una spinta e sono arrivato con la faccia dentro il bianco di quello che dalla terra si vedeva tondo. Ho spiato quanto possibile, poi sono scivolato dritto vicino alla macchina. Ci sono salito sopra ho acceso il motore e prima di andarmene definitivamente da quel posto, mi sono rammaricato di non aver potuto fare una fotografia. In un mondo dove ormai e identitario fare foto, io mi sono dimenticato il cellulare in macchina.

Similari per necessità - Buone ferie -

Le persone simili piangono plastica e ballano insieme negli stessi locali. Postano sorrisi e vivono difendendosi con frasi fatte e confezionate da altri. Le persone simili ti sono amici, ma all’occorrenza sanno congiuntamente esserti nemici o indifferenti o estranee o addirittura inumani allo stesso modo. Le persone simili, prendono all’unisono le ferie, hanno lo stesso taglio di capelli e forse gli stessi nei. Sono fotocopiati dalla stessa mano e dalla stessa macchina inchiostrano fogli e allo stesso modo si macchiano le mani. Le persone simili provano sentimenti e entrambi cannibalizzano i petti di chi non è simile a loro.

Ginguammi

Sono andato alle giostre e ho portato il mio amore. Al botteghini ho chiesto anche io come la pubblicità, quanto dura un giro. Lui mi ha detto: un minuto. Io gli ho risposto: u sai chi fai, dassa l'interruttore appicciatu e vavattinda. Esta amore, mica na scatulu e giunguammi........chiudi io u giocattolama bona notta.